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DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…

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DAGOREPORT

ANTONIO TAJANI VERSIONE CARDINALE - MEME

Tajani, batti un colpo! Il segretario di Forza Italia, che si vanta di essere il contraltare europeista e moderato alle sbandate sovraniste e putiniane della Lega salvinian-vannacciana, ieri non si è visto in Parlamento. Ci ha messo quindi più di 24 ore ad accorgersi che, al Senato, la premier Giorgia Meloni ha sconfessato uno dei pilastri degli azzurri in Europa, il superamento del diritto di veto.

 

La Ducetta, con un improvviso ritorno di fiamma sovranista, come ha scritto Carmelo Caruso sul “Foglio”, si è iscritta a “Forza veto”: si è schierata pubblicamente contro la riforma delle modalità di voto al Consiglio europeo, dicendo di non essere d’accordo a “superare l’unanimità”.

 

Dichiarazioni che avrebbero dovuto scatenare l’animo del coriaceo ciociaro Tajani, che ha sempre invocato lo stop al veto che impantana il processo decisionale dell’Ue (era un vecchio pallino anche di Berlusconi). Il segretario di Forza Italia, invece, ha aspettato quasi un giorno per partorire una dichiarazione al semolino: “Meloni ha detto la sua opinione, io penso invece che si debba fare qualche passo in avanti". È lo stesso pugnace vicepremier che polemizza a ogni pie’ sospinto con Matteo Salvini, intimandogli di “occuparsi dei tagli alla Metro C” invece che degli affitti brevi?

 

giorgia meloni antonio tajani foto lapresse

Come mai Tajani è così cauto nel controbattere alla Meloni? Certo, nel capino del ministro degli Esteri frulla ancora la promessa, scritta sulla sabbia, del Quirinale. Pensa davvero, il poverino, di poter diventare il prossimo presidente della Repubblica?

 

Di sicuro è talmente stordito dalle sirene meloniane da non rendersi conto che la politica estera propugnata da Forza Italia, che siede con orgoglio tra i seggi del Partito Popolare europeo, non coincide con la strategia immaginata dalla Trumpetta e dalla Lega putiniana.

 

giorgia meloni al senato foto lapresse 4

Scrive Alessandro De Angelis, sulla “Stampa” di oggi: “La premier non era obbligata a parlare del ‘diritto di veto’. Si è sentita però in dovere di esprimere la sua orgogliosa contrarietà a questa ipotesi, denunciando al tempo stesso l’immobilismo dell’Europa. Una contraddizione in termini. È il classico segnale politico che certifica la profonda appartenenza a un campo sovranista. A chi quel diritto lo esercita con gioioso impegno (Victor Orban)”.

 

Siamo al solito “Camaleontismo”: “da quando c’è Trump, la storia, per Giorgia Meloni, è quella di un bivio: tra essere una “europea” amica di Trump o “un’americana” amica dell’Europa. Ieri il pendolo ha oscillato più nella seconda direzione”, prosegue De Angelis.

 

claudio borghi euro

Tajani dev’essersi addormentato anche quando, al Senato prima e alla Camera poi, la Lega ha dato altre due bottarelle alla tenuta della maggioranza. Claudio Borghi, già alfiere dell’uscita dall’Euro ai bei tempi del governo giallo-verde by Conte, ha confermato che quando si tratta di guerra, e Russia, il Carroccio e il Movimento 5 Stelle stanno dalla stessa parte (quella di Mosca).

 

Il senatore, forse pensando di essere ancora all’opposizione, si è espresso duramente contro il riarmo (“Non è comprensibile per i cittadini che non ci sono soldi per tante cose ma per le armi sì. Una cosa deve essere chiara, le spese militari devono essere a cominciare dalla sicurezza interna .

 

stefano candiani

È una cosa di cui i cittadini hanno bisogno e comprendono, altrimenti è difficile spiegare che in finanziaria non ci sono i soldi per ospedali e per un missile sì"), scatenando una replica piccatissima di Giorgia Meloni: “Non è esattamente così, come lei sa, vista la legge di bilancio. Però mi dà la possibilità di ricordare anche qui cosa abbiamo fatto in legge bilancio sulla sanità, per gli ospedali".

 

Ci ha messo il carico Stefano Candiani, altro leghista, alla Camera. Critica le nuove sanzioni contro la Russia, e rinfocola la polemica innescata dal video, rilanciato da Trump, sulla presunta rottura dell’Italia con l’Ue sui dazi, l’ex sottosegretario all’Interno (quando al Viminale c’era Salvini) ha tuonato: “Bene fa l'Italia se deve trattare direttamente con gli Usa per difendere la propria industria agroalimentare. Dovere è affidarsi alle trattative dell'Ue con gli Usa", ricordando che "gli interessi comuni non sono la sommatoria degli interessi particolari".

 

TAJANI E IL DIRITTO INTERNAZIONALE - MEME BY IL GIORNALONE - LA STAMPA

E Tajani? Se si eccettua la polemica con Salvini, buona più che altro a ristabilire la “primazia” tra i due vicepremier, non proferisce parola. Anzi, si muove come un elefante in una cristalleria sui dossier economici.

 

Come ricostruisce “il Foglio”, “Tony” Tajani vuole mettere le mani sulla Consob: “ha un nome per sostituire Paolo Savona: È Maurizio Casasco, già presidente di Confapi e oggi deputato di FI”. 

 

Tralasciando l’opportunità di nominare un semplice deputato al vertice dell’authority che deve vigilare sulle società quotate (di solito si sceglie un economista di rango, o un nome più “istituzionale”), Tajani ha commesso un gravissimo errore.

 

MAURIZIO CASASCO

Tonino, infatti, si è dimenticato di sentire la famiglia Berlusconi, che “possiede” la quota di maggioranza di Forza Italia: tramite la famosa fidejussione firmata da Silvio, il partito ha oltre 90 milioni di euro di debito con la “family”. Dettaglio non secondario, la Consob è un organismo su cui bisogna prestare molta, moltissima attenzione, essendo Fininvest, la holding di famiglia, azionista di peso in tre società in Borsa (MFE – Mediaset, Mediolanum e Mondadori).

 

Nominare un deputato “semplice” in quella casella così delicata, anche per gli interessi della Real casata di Arcore, non sembra un’idea geniale. Ma Tajani, di idee geniali, sembra averne avuta solo una: mettersi a traino di Silvio Berlusconi e ottenere, grazie alla benevolenza del Cav, una carriera sovradimensionata rispetto al suo carisma da budino….

 

MARINA E PIER SILVIO BERLUSCONI

MELONI: NO AI NOSTRI MILITARI A KIEV, TENSIONE CON LA LEGA SULLE ARMI

Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per www.repubblica.it

 

Le bizze con la Lega sul riarmo e le sanzioni a Mosca. Il voltafaccia sul diritto di veto in Ue, che sconfessa quanto sottoscritto da Antonio Tajani. All’ora di cena la maggioranza di Giorgia Meloni vota compatta anche alla Camera, dopo il Senato, la risoluzione in vista del delicato consiglio europeo di oggi a Bruxelles, dove la premier atterra di notte.

 

ANTONIO TAJANI MEME BY EMILIANO CARLI

Ma dietro ai numeri del pallottoliere parlamentare — 104 sì a Palazzo Madama, 197 a Montecitorio — affiorano strappi e smarcamenti. In Aula viene a galla tutto il malumore del Carroccio per la linea su Kiev.

 

Tanto che la premier è costretta a ribattere ruvidamente a un esponente di peso del partito di Matteo Salvini, Claudio Borghi. Il fedelissimo del vicepremier prima si dice contrario all’ingresso dell’Ucraina in Ue.

 

Poi contesta l’utilizzo dei prestiti Safe per le armi, chiesti dall’esecutivo per quasi 15 miliardi. Ma il passaggio che irrita di più Meloni è un altro: quando Borghi sostiene che «è difficile spiegare che in finanziaria non ci sono i soldi per gli ospedali e per un missile sì». Proprio mentre il governo valuta l’acquisto dei Patriot americani.

 

antonio tajani al meeting di rimini

Meloni controbatte in modo brusco: «Non è esattamente così, come lei sa, vista la legge di bilancio, abbiamo aumentato i fondi per la sanità». Non è una sortita solitaria quella di Borghi. A Montecitorio un altro leghista, Stefano Candiani, critica pure le nuove sanzioni contro la Russia. Entrambi con il placet di Salvini.

 

Meloni a Candiani non risponde. Nel frattempo mette a verbale un clamoroso dietrofront del suo governo sulla riforma del diritto di veto in Ue. «Non siamo d’accordo», afferma la premier. È la posizione storica di Ecr e di Viktor Orbàn, peccato però che nel 2023 l’Italia, con Tajani, abbia aderito al “Gruppo degli amici del voto a maggioranza qualificata nella politica estera e di sicurezza”, insieme a Francia, Germania, Spagna e altri 5 stati membri. La premier non spiega la contraddizione, in Parlamento.

giorgia meloni antonio tajani foto lapresse giorgia meloni antonio tajani conferenza sulla ricostruzione dell ucraina foto lapresse pier silvio marina berlusconi

 

antonio tajani al meeting di riminiantonio tajani - conferenza per la ricostruzione dell ucraina a romaANTONIO TAJANI - FOTO LAPRESSE matteo salvini giorgia meloni antonio tajani giancarlo giorgetti foto lapresse

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