don claudio burgio don gino rigoldi

IN PRIGIONE NON C'E' PIÙ RELIGIONE! - ANCHE DUE PRETI SONO INDAGATI NELL'INCHIESTA SUI MALTRATTAMENTI NEI CONFRONTI DEI DETENUTI DEL CARCERE MINORILE BECCARIA, A MILANO: DON GINO RIGOLDI E DON CLAUDIO BURGIO, CAPPELLANI DELL’ISTITUTO, SONO ACCUSATI DI OMESSA DENUNCIA. 51 LE PERSONE NEL MIRINO DELLA PROCURA - LE INTERCETTAZIONI A DON GINO: "L'EX DIRETTRICE DEL CARCERE HA VISTO UNO MEZZO MASSACRATO CON LE MANETTE. L'HA MANDATO IN INFERMERIA. UNA ROBA COSÌ GRAVE NON È STATA DENUNCIATA..."

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TORTURE AL BECCARIA, TRA INDAGATI DON RIGOLDI E DON BURGIO

don claudio burgio don gino rigoldi

(ANSA) - MILANO, 23 OTT - Il cappellano e l'ex cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano, l'istituto penale al centro di uno scandalo per presunte violenze e torture e luogo di ripetuti recenti disordini, risultano tra gli indagati dell'inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Milano.

 

Don Gino Rigoldi, per mezzo secolo cappellano dell'istituto per minorenni e il successore, don Claudio Burgio, secondo quanto riporta oggi La Repubblica sono nell'elenco dei 51 indagati della maxi inchiesta: il reato ipotizzato è omessa denuncia.

 

I due sarebbero stati "consapevoli delle violenze, si legge nell'informativa di 900 pagine della Squadra mobile agli atti del fascicolo delle pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena. Al centro delle indagini, tortura e botte sui detenuti: sono 33 i ragazzi che la procura vuole sentire davanti a un giudice, per cristallizzare i loro racconti.

 

rivolta al carcere minorile cesare beccaria 21

Tra gli indagati ci sono gli agenti accusati dei pestaggi ma anche ex direttrici del Beccaria, l'ex comandante, medici e infermieri che avrebbero visto, taciuto o coperto gli abusi. Nell'elenco anche i nomi omissati dei due sacerdoti, così come nascoste sono dieci pagine dell'informativa, segno che gli approfondimenti sono in corso".

 

PER RIGOLDI E BURGIO ACCUSE MENO GRAVI DEGLI ALTRI 42 INDAGATI

(ANSA) - MILANO, 23 OTT - Don Gino Rigoldi e don Claudio Burgio, rispettivamente ex ed attuale cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano, sono stati iscritti nel registro degli indagati per l'ipotesi di omessa denuncia nella maxi indagine su torture, violenze e maltrattamenti ai danni di detenuti minorenni, ma non hanno ricevuto, al momento, informazioni di garanzia.

VIOLENZE NEL CARCERE MINORILE CESARE BECCARIA - 1

 

E la loro posizione è stata stralciata rispetto a quelle dei 42 indagati per i quali il 30 ottobre inizierà il maxi incidente probatorio con l'ascolto, nei mesi successivi, di 33 vittime per cristallizzare le dichiarazioni in vista dell'eventuale processo. Rispetto al numero di 42 indagati, che era già salito dopo gli arresti e le sospensioni di agenti della Polizia penitenziaria dell'aprile 2024, sono riportati in una maxi informativa del 20 marzo scorso di oltre 900 pagine della Squadra mobile della Polizia altri nove nomi di indagati, due dei quali coperti da "omissis", come una trentina di pagine dell'annotazione.

 

VIOLENZE NEL CARCERE MINORILE CESARE BECCARIA

E dietro a quegli "omissis" ci sarebbero i nomi di Rigoldi e Burgio a cui non vengono, però, contestate le accuse mosse dai pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena agli ex vertici del penitenziario, tra cui le direttrici Cosima Buccoliero e Maria Vittoria Menenti. A queste viene imputato, infatti, di non aver impedito "le condotte reiterate violenti e umilianti" commesse dagli agenti ai danni di "numerosi detenuti". Ossia un concorso omissivo nelle violenze.

 

I due religiosi, invece, non avrebbero denunciato pur sapendo quanto accadeva. A loro, comunque, non sono stati "estesi", come evidenziato in Procura, i maxi accertamenti testimoniali dell'incidente probatorio e, dunque, la loro posizione, da quanto riferito, è più sfumata. E' possibile pure che più avanti arrivi una richiesta di archiviazione. Per i 42 coinvolti nell'incidente probatorio, in vista del processo, le accuse sono, a vario titolo, tortura, maltrattamenti aggravati, lesioni e falso. Un solo indagato risponde di violenza sessuale.

 

DON RIGOLDI INTERCETTATO, 'DIRETTRICE HA VISTO UNO MASSACRATO'

CARCERE MINORILE BECCARIA DI MILANO

(ANSA) - MILANO, 23 OTT - "La Menenti (ex direttrice indagata, ndr) ha visto uno mezzo massacrato con le manette, gli ha fatto togliere le manette poi l'ha mandato in infermeria, non è successo niente quindi eh... Quindi una roba così grave non è stata neanche denunciata, niente, è stata una roba che... forse c'è stata una spedizione punitiva per l'agente, ma forse neanche quello".

 

Così parlava, intercettato il 24 aprile 2024, don Gino Rigoldi, finito indagato con l'ipotesi di omessa denuncia assieme al successore don Claudio Burgio, nella maxi indagine milanese su pestaggi, torture e maltrattamenti, coperti anche dagli ex vertici, nel carcere minorile Beccaria di Milano.

CARCERE MINORILE BECCARIA DI MILANO

 

Rigoldi, scrivono gli investigatori della Squadra mobile negli atti, dopo gli arresti dell'aprile di un anno fa che avevano fatto emergere lo scandalo del Beccaria, si trovava "in una evidente situazione di imbarazzo per la tempesta giudiziaria". E diceva, in sostanza, al telefono anche che "per lui era impossibile che nessuno degli educatori si fosse accorto della situazione" e che voleva organizzare "una riunione per capire cosa non avesse funzionato a livello collettivo".

 

In particolare, secondo il religioso, ci sarebbe stato un ex vicecomandante della Penitenziaria che "copriva certe situazioni". E raccontava, sempre al telefono, che uno degli agenti sarebbe stato "un noto picchiatore". Sempre al telefono diceva: "Io la vivo come il fatto di non aver capito il male (...) vorrei che tutti noi riflettessimo come mai non abbiamo visto niente".

 

CARCERE MINORILE BECCARIA DI MILANO

E ancora: "Una mia educatrice bravissima l'anno scorso è andata via sbattendo la porta, dando le dimissioni per questo motivo. Lei aveva visto delle cose". Già quando, lo scorso agosto, i pm avevano inoltrato al gip una richiesta di incidente probatorio a carico di 42 indagati per sentire 33 ragazzi, già ascoltati nelle indagini, era emersa l'indiscrezione sul fatto che, fuori da quei nomi, fossero indagati anche Rigoldi e Burgio, ma gli inquirenti avevano smentito. I loro nomi 'omissati', però, stavano già in un'informativa dello scorso marzo.

CARCERE MINORILE BECCARIA MILANO