DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
1- FONDI ALL'EDITORIA, VIA LIBERA ALLA LEGGE
Milena Vercellino per il "Corriere della Sera"
Via libera della Camera al decreto legge sul riordino dei contributi all'editoria: dopo l'approvazione al Senato, il testo ha ricevuto il sì definitivo di Montecitorio con 454 voti favorevoli, 22 contrari e 15 astenuti e diventa così legge. L'unico gruppo a votare in blocco contro il testo è stato l'Idv. Nato in clima di austerity, il decreto del Governo, messo a punto dal sottosegretario con delega all'editoria Paolo Peluffo, impone un parziale giro di vite ai finanziamenti pubblici per la stampa, introducendo nuovi criteri per l'accesso ai fondi.
Tra le principali novità introdotte dal decreto, l'innalzamento della percentuale di vendite necessaria per accedere ai contributi: questa deve essere per le testate nazionali pari ad almeno il 25% delle copie distribuite (contro il 15 % della normativa precedente), mentre per le testate locali il rapporto non deve essere inferiore al 35%.
Tra i requisiti di accesso ai finanziamenti è stata inoltre introdotta anche la previsione di un numero minimo di giornalisti dipendenti mentre per le cooperative di giornalisti il criterio di valutazione sarà la mutualità prevalente. Il decreto contiene anche norme sulle testate online: a riguardo, si stabilisce che quelle che abbiano ricavi annui da attività editoriale non superiori a 100 mila euro non siano tenute alla registrazione.
2- EDITORIA. BORGHESI (IDV): ZITTI ZITTI, CI SONO I CONTRIBUTI DA SPARTIRE
Comunicato Stampa di Antonio Borghesi (IDV)
"Abbiamo condotto da soli la battaglia contro questo provvedimento. In un momento economico così difficile i soldi per la casta si riescono a trovare sempre. 'Zitti zitti, ci sono i contributi per l'editoria da spartire' è il leitmotiv". Lo ha detto Antonio Borghesi, vicepresidente dei deputati Idv intervenendo stamattina in aula durante le dichiarazioni di voto sul decreto contributi all'editoria. "Zitti, zitti, ci sono da proteggere i giornali della famiglia Berlusconi. Zitti zitti anche nel Pd perché anche lì ci sono soldi da incassare. Zitti zitti nella Lega, c'è la Padania da salvare. Persino tra i Radicali tutti zitti, c'è la radio da salvaguardare" ha proseguito.
E ancora: "E ad essere coinvolti non sono solo i gruppi politici ma anche i direttori di giornali. Penso a Feltri e Belpietro che fanno continuamente battaglie contro i costi della politica. Io sono dalla loro parte quando trattano questi temi ma anche lì 'zitti tutti' quando ci sono soldi da spartirsi. Qualcuno continua ad appellarsi alla libertà d'informazione prevista dalla Costituzione. Ma che c'entrano i 120 milioni di euro dati all'editoria, compresa l'editoria di partito, con la libertà d'informazione? Che c'entra la libertà d'informazione con un mezzo delinquente, non lo dico io, come Lavitola che dal '97 al 2009 ha preso 23 milioni di euro di finanziamento pubblico per l'editoria? La pluralità è una cosa, la libertà d'informare è un'altra".
"Anche questi sono costi della politica che devono essere eliminati - ha concluso - questi soldi devono essere investiti per la crescita del Paese e non finire nelle tasche dei giornali di partiti e dopo chissà dove..."
PAOLO PELUFFO ANTONIO BORGHESIVITTORIO FELTRI MAURIZIO BELPIETRO berlusconi monti
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