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Annalisa Cuzzocrea e Ernesto Ferrara per “La Repubblica”
Il Tar della Toscana respinge il ricorso dei 5 Stelle sugli scontrini da sindaco di Matteo Renzi. «Improcedibile», sanciscono i giudici amministrativi pronunciandosi sulla causa promossa dalle consigliere fiorentine Silvia Noferi e Arianna Xekalos, che avevano chiesto l’accesso a tutti gli atti.
Secondo il Movimento, però, la sentenza è una vittoria: perché il comune, che aveva risposto in ritardo alla richiesta («dopo cinque giorni dal nostro ricorso al Tar», ricorda Alessandro Di Battista), è stato condannato a pagare le spese legali, quasi 3mila euro («Nardella non faccia ricadere sui fiorentini le sue ruffianate al capo - chiede l’esponente del direttorio M5S- li tiri fuori di tasca sua»).
E perché il tribunale amministrativo non chiude tutte le porte: è vero che secondo i giudici Palazzo Vecchio ha agito nel rispetto delle regole, come sancito dalla Corte dei Conti che ha vagliato gli scontrini uno ad uno. Ha cioè detto, nella sua risposta tardiva, che per avere accesso agli atti serve una richiesta più circostanziata.
Ma qui interviene la sentenza: «La mancata immediata ostensione di tutti i documenti sottesi a ciascuna delle numerosissime voci esibite dal Comune (oltre mille) non equivale a diniego dell’accesso, ma a un differimento parziale giustificato dalla mole della documentazione potenzialmente interessata e dalla conclamata disomogeneità delle voci di spesa».
Nota, il Tar toscano, che «si va dalle forniture di fiori all’acquisto di oggetti celebrativi e doni alle spese per incontri di rappresentanza». Non tutto ha interesse dal punto di vista del controllo che - dicono i giudici - non si può effettuare a tappeto. Per i 5 stelle è sufficiente. «Lunedì presenteremo una richiesta definita», fanno sapere.
«Tireremo fuori quegli scontrini, altro che caso Fiorito», promette Luigi Di Maio. Ma per Nardella «il comportamento dell’amministrazione è stato giudicato corretto. Si chiude una falsa polemica, non abbiamo mai negato l’accesso agli atti come dicono alcuni consiglieri». «Se non ha nulla da nascondere consegni lui stesso gli scontrini», ribatte il deputato M5S Alfonso Bonafede. E promette: «Andremo avanti».
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