paola taverna

TAVERNA CON LODE. PAOLA, PASIONARIA A CINQUE STELLE RACCONTA IL SUO IMPEGNO SEGRETO: ''MI MANCANO DUE ESAMI ALLA LAUREA  IN SCIENZE POLITICHE. HO LA MEDIA DEL 27.6, PURTROPPO HO ACCETTATO UN 23 CHE AVREI VOLUTO RIFIUTARE. DOPO LA POLITICA DOVRÒ TROVARMI UN LAVORO'' - L'INFANZIA, IL PADRE DI DESTRA, LA SORELLA FAN DEGLI INTI-ILLIMANI, IL MATRIMONIO, IL DIVORZIO, LA VITA E LA MORTE NEL LABORATORIO ANALISI LA MADRE CACCIATA DALLA CASA POPOLARE, IL FIGLIO SALVINIANO…''NO, SALVINIANO NO. DICIAMO…''

 

Luca Telese per "Panorama"

 

 

Senatrice, che sta scrivendo? 

paola taverna

 

 

Schemi per memorizzare. Mi sto laureando in scienze politiche. 

 

 

Mentre fa la vicepresidente del Senato e la madre? 

 

 

Si, una fatica! Indirizzo amministrativo pubblico. 

 

 

E la tesi? 

 

 

Sul reddito di cittadinanza e sul salario minimo. Purtroppo è già scritta. 

 

TAVERNA

 

Non è felice? 

 

 

(Ride). Si, ma sono in conflitto di interessi. Se approviamo il salario, da parlamentare festeggio, ma da studente devo rimettere mano al testo!. 

 

 

Cosa le manca? 

 

 

Due esami: sto preparando economia aziendale. 

 

 

Che media ha? 

 

 

Il 28. Anzi, il 27.67: me so’ allargata un po’. 

 

 

Io vedo solo dei 30. 

 

 

Ho preso un 23 a istituzioni di diritto pubblico quanto ho rosicato!

di battista taverna lombardi i deputati m5s romani

 

 

Come mai? 

 

 

Non ho risposto bene, e avevo rifiutato il voto. Poi ho pensato: 

“No Paola, tu devi andare avanti, non te lo puoi permettere”. 

 

 

E il professore? 

 

 

Mi ha detto: “sa che non l’avevo riconosciuta?”. 

 

 

E questo corso di studi è servito? 

 

 

Mi ha cambiato moltissimo. 

 

 

Ad esempio?

 

paola taverna con vignaroli stefano

 

L’esame di Diritto europeo. Studiando capisci che c’era una grande architettura, in parte snaturata. Ho corretto molte opinioni estremistiche.

 

 

Roma, periferia estrema, oltre Torre Maura. Intervisto Paola Taverna nella sua casetta di periferia, ad un passo dal raccordo anulare. Tre stanze, 50 metri quadri: il tavolino basso Foppa Pedretti si alza diventa tavolo da lavoro. Lei mi fa vedere dalla finestra i pratoni verdi, che si allargano dietro le case popolari: “Vedi? L’ho presa per questo scorcio di panorama, è bellissimo. Questo è il mio territorio”. 

 

 

Le piace la periferia? 

 

 

Sono cresciuta qui. Sono felice di vivere dove tutti mi conoscono, con trenta secchioni della spazzatura sotto la finestra. 

 

 

taverna mima rapporto orale

Adesso addirittura il secchione le piace! 

 

 

È il mio termometro. Se c’è un ritardo dell’Ama protestano tutti con me. È il mio istituto di sondaggio privato. Quante discussioni! 

 

 

Tutti quelli che non vi votano più li trova al cassonetto?

 

 

Proprio perché sto qui glielo dico: noi alle europee non andremo male. 

 

 

E quando L’attaccano duramente? 

 

 

(Sorriso). C’è il colpo proibito: “Ahó ma tu la differenziata la fai? Fammi vedé nel tuo sacchetto!”. Si calmano subito. 

 

 

È sicura? 

 

 

C’è attesa e qualche dubbio sul municipio, questo sì. 

 

 

Sulla sua nemica storica, la Raggi. 

ROBERTA LOMBARDI - FABIO MASSIMO CASTALDO - VIRGINIA RAGGI - PAOLA TAVERNA - GIANLUCA PERILLI

 

 

Ma quale nemica! Io Virginia la stimo. Le riconosco due grandi doti, coraggio e tenacia. Arriveranno i risultati. 

 

 

Ma lei non era ipercritica? 

 

 

Ero nel mini-direttorio esprimemmo i nostri dubbi sulla scelta di Marra. Erano fondati. Ma se scegli e governi puoi sbagliare. Alla distanza la coerenza paga. 

 

 

Da che famiglia viene senatrice? 

 

 

Mio padre faceva il tappezziere per auto. Era sardo, nato nel 1929. Emigrato a Roma subito dopo la guerra. 

 

 

E sua madre? 

 

 

vignaroli stefano e paola taverna

Ha fatto la casalinga. I miei si sono conosciuti qui. Una storia d’amore d’altri tempi, semplice e bella: lui è stato l’unico uomo della sua vita. 

 

 

Il lutto vi colpisce presto. 

 

 

Quando papá muore avevo 17 anni. L’unica fortuna, in questa tragedia, è che lui per un puro caso, aveva acquistato l’officina doveva lavorava. 

 

 

Per “caso”? 

 

 

Le mura erano di proprietà di una famiglia nobile, i del Gallo di Roccagiovine, che l’avevano messa in vendita ad una cifra spropositata mentre lui ci lavorava. 

 

 

E invece? 

 

 

Tutti quelli che venivano a vederla dicevano: “Ma qui c’è un artigiano. Quello non se ne andrà!!”. Il prezzo ad ogni visita si abbassava. Un giorno è diventato così basso che mio padre ha detto: “Ma allora me la compro io!”.

 

paola taverna

 

Incredibile. 

 

 

Davvero. L’anno dopo il rogito, nel 1986, è morto. Abbiamo affittato il locale un milione al mese, e abbiamo vissuto con quello più i 480 euro, oggi, della sua pensione di reversibilità da artigiano. Poi abbiamo venduto anche l’officina. 

 

 

A quanto? 

 

 

Quasi 100mila euro. Mamma ha diviso la cifra tra noi figlie e ci siamo comprate due casette. Questa, la mia, è citata 165mila euro. Per la differenza pagavo 310euro al mese di mutuo.

 

 

Ma allora perché hanno cacciato sua madre dalla casa popolare del Quarticciolo? 

 

 

(Sospiro, sguardo di fuoco). Non ne ho idea. Meglio che non ne parliamo. Sono Incazzata nera. 

 

 

Parliamone, invece. La storia è finita sui giornali. Sembrava che aveste molte proprietà. 

taverna ruocco

 

 

È stata una vicenda incredibile. Mia madre che ha 81 anni e ha vissuto tutta la vita in quella casa, nel lotto popolare, al terzo piano senza ascensore: 50 metri quadri. 

 

 

Aveva un altro appartamento al mare? 

 

 

Possiede solo una casetta ad Olbia, ereditata da mio padre quando lui è morto. Non ci ha mai vissuto. 

 

 

E perdeva il diritto alla casa per questo? 

 

 

LOMBARDI TAVERNA

Appunto. Secondo me no. Ma ci siamo comportati come normali cittadini. 

 

 

Cioè? 

 

 

Non ho chiamato nessuno, non ho cercato Virginia, né un assessore, né il presidente dell’Ater: nessuno. 

 

 

E cosa avete fatto? 

 

 

Abbiamo preso un avvocato e fatto ricorso contro lo sfratto.

 

 

Lei pensa che ci fosse accanimento contro di lei? 

 

 

Non voglio dire nulla. Però non mi spiego questo improvviso zelo contro una donna che abita lì dal 1968!

 

 

PAOLA TAVERNA

Risultato? 

 

 

Ci hanno contestato un passaggio di residenza ritardato, il mio: e quella casa in Sardegna dove evidentemente mia madre non abita. Alla fine l’hanno cacciata. Il bello che quell’appartamento è ancora sfitto.

 

 

E dove è finita su madre? 

 

 

(Sorriso). E dove è finita? Qui!

 

 

Dove?

 

 

In questa casa, dove vivo con mio figlio. 

 

 

Ma qui ci sono solo due stanze e il salotto!

 

 

E che dobbiamo fare? Per ora dorme in cameretta con me. Poi troverò una soluzione. 

PAOLA TAVERNA TUTTI A CASA

 

 

Incredibile. Torniamo alla sua storia. Che scuola fa?

 

 

Un istituto tecnico. 

 

 

Dove? 

 

 

A piazza Vittorio, in centro. Prendevo il tramvetto sulla Casilina e arrivavo a Esquilino, in mezz’ora. 

 

 

Che indirizzo? 

 

 

Perito aziendale e corrispondente in lingue estere. La fortuna della mia vita. 

 

 

Come mai? 

NORMA BAVAGLIO TAVERNA

 

 

C’erano due materie-chiave: Dattilografia e stenografia, in cui andavo bene. Appena diplomata con quelle ho trovato lavoro. 

 

 

Dove? 

 

 

In una società di arti grafiche la “Meglio”: segretaria. 

 

 

E poi? 

 

PAOLA TAVERNA

 

Un giorno l’impaginatore ha uno scazzo con il titolare e se ne va. Il principale che non sapeva come sostituirlo mi dice: “Chi metto al suo posto?”.

 

 

Chi? 

 

 

(Sorriso). Io! Mi propongo. E cosi mi scopro adatta al ruolo. Divento grafica editoriale e dopo pochi mesi impaginavo riviste e manifesti. Poi purtroppo mi sono sposata

 

 

Dice “Purtroppo” perché poi vi siete divorziati?

 

 

Nooo... ho ancora un ottimo rapporto con mio marito. “Purtroppo” perché decidiamo che non possiamo crescere un figlio con due stipendi precari. 

 

paola taverna by lughino socialisti gaudenti

 

E quindi? 

 

 

Lascio il mio lavoro e cerco un posto da dipendente. Lo trovo in un ambulatorio di analisi convenzionato, a Cinecittà. 

 

 

Però è stata una grande esperienza umana. 

 

 

Prendevo la mia piccola Micra, - oggi ho una Peugeot 205 a gas- andavo fino a viale Ciamarra. 

 

 

E il primo voto a chi lo ha dato? 

 

 

Non sono andata a votare. 

 

 

E il secondo? 

 

PAOLA TAVERNA

 

(Sospiro, Pausa. Sorriso). Una cosa terribile. 

 

 

Cioè? 

 

 

Ero giovane, ingenua. Penso di averlo dato al Pds. E un voto persino... 

 

 

A chi? 

 

 

(Sgrana gli occhi). A Veltroni! Ma ti rendi conto? Voglio rimuovere.

 

 

Lei era di sinistra? 

 

 

Allora. Mio padre era un uomo di destra. Molto testardo e orgoglioso, votava Msi. Ma mia sorella, dieci anni più grande di me, era cresciuta nel movimento del 1977, ed era moooolto di sinistra. 

 

 

PAOLA TAVERNA E DESSI

E che accadeva? 

 

 

(Risata). Un duello continuo! 

Un giorno lei stava sentendo gli inti-illimani lui arrivó e ne nacque un litigio furibondo, sui valori, gli ideali...

 

 

Del tipo? 

 

 

Papà alla fine diceva: Ma quale libertà? Libertà di che? Ma che libero amore!?”. E poi, rivolto a mia madre: “Questi non vanno da nessuna parte!”. Urlando. 

 

 

Addirittura. 

 

 

Ci ha amato come solo un padre può con due figlie femmine, ma era molto duro. Era un uomo della destra sociale: popolare e conservatore. 

 

 

E suo figlio oggi che idee ha?

PAOLA TAVERNA

 

 

(Sospirone). Figlio di una madre divorziata, adolescente... 

 

 

Non vota M5s? 

 

 

(Altro Sospiro). Uhhhhmmm... È un po’ più a destra. 

 

 

Eppure non ha conosciuto il nonno!

 

 

No, no. Ha fatto tutto da solo. È contro l’aborto, contro il divorzio, vuole sposarsi....

 

 

paola taverna io nun so un politicoooo

Chiaro. È salviniano, tendenza family day. 

 

 

“Salviniano” no, non glielo concedo. Diciamo che in questo momento è un conservatore. Forse cerca quel che non ha avuto. 

 

 

La famiglia?

 

 

E figlio di una madre divorziata, che magari con lui litiga. Ma che rispetta la sua libertà di opinione. È uno da liceo classico, uno smanettone! Che ti devo dì? 

 

 

Torniamo all’ambulatorio.  

 

 

Lì ho visto qualsiasi cosa. Per questo sto in fissa con la sanità pubblica. 

paola taverna io nun so un politicoooo

 

 

La sofferenza, la malattia? 

 

 

Si fanno esami per sopravvivere. E - purtroppo - talvolta per morire. Ho conosciuto le persone nei loro momenti di necessità, quando i soldi fanno la differenza tra la vita e la morte. 

 

 

Mi racconta una di queste storie? 

 

 

Ricordo la signora Stefania venuta meno dall’oggi al domani per un tumore fulminante allo stomaco. 

 

 

Terribile. 

 

 

La chemio, i capelli che le cascavano: “Paola, non posso più mettere lo smalto perché le nemmeno le unghie tengono più”. La settimana dopo era morta. 

 

 

E l’incontro con Grillo? 

 

paola taverna io nun so un politicoooo

 

Nasce anche da questa rabbia, per i diritti negati, per lo Stato che non funziona. Amavo i suoi spettacoli, ogni volta che potevo andavo. 

 

 

Perché? 

 

 

Parlava e diceva cose che tutti sapevano, ma che nessuno osava raccontare. 

 

 

Ad esempio? 

 

 

Vado con un amico a vederlo al Palaeur, nel 2006. Quando esco mi dico: “Dobbiamo fare qualcosa”. 

 

 

E come inizia?

 

 

La molla per me è stato il blog. È stato quello che ci ha trasformato, facendoci passare da spettatori incazzati rabbiosi e impotenti in attivisti che agivano.

 

 

E il gruppo da cui siete partiti? 

 

di maio con paola taverna

 

Eravamo quattro gatti. Ricordo Serenetta Monti, la prima candidata sindaco con “gli amici di Beppe Grillo”. Tempi eroici. 

 

 

Dove è finita?

 

 

Era una ragazza squisita, ma passó all’Italia dei valori. Oggi non so dove sia. 

 

 

E gli altri?

 

 

Ci eravamo presentati a Roma, con “gli Amici” e avevamo eletto solo quattro consiglieri municipali. Eravamo giovani, carini e un po’ sfigati. 

 

 

E lei, in quella battaglia? 

 

 

Corro da presidente nel X municipio al Tuscolano. Ricordo i banchetti a tutte le fermate della metro. E il nostro volantino!

 

 

Come era? 

 

 

Con le tre scimmie: non vedo, non guardo e non sento. Indovini chi lo aveva fatto? 

 

QUANDO PAOLA TAVERNA ERA CONTRO IL VOTO DI FIDUCIA

 

Lei. 

 

 

Bravo. Prendemmo il 3%, all’epoca un risultato pazzesco. 

 

 

E le cambia di nuovo vita.

 

 

Fino a quel momento ero una ragazza cresciuta ascoltando i Pink Floyd e Genesis sui dischi della sorella, con un figlio a carico, che improvvisamente si ritrova a fare politica a tempo pieno. 

 

 

E suo marito? 

 

 

Ecco, appunto. La nostra storia è finita anche perché lui non condivideva questo mio impegno. 

 

 

Eppure quella candidatura di testimonianza le permetterà di correre alle politiche. 

 

 

Esatto. Per la norma che nel 2012 permetteva di candidarsi solo a chi aveva corso con il movimento e non era stato eletto. 

 

 

La prima volta da deputata. 

 

quando di battista raggi taverna di maio lombardi frongia e de vito chiedevano il carcere per marino con le arance in campidoglio

 

Restavamo militanti, circondanti da militanti. La mia prima “portaborse” era Ilaria Loquenzi, oggi capa della comunicazione al Senato. E poi Fabio Massimo Castaldo, detto “wikipedia”, oggi eurodeputato. 

 

 

E con chi li ha sostituiti? 

 

 

Con Irene, conosciuta al supermercato.Laureata in legge ma faceva la promoter e distribuiva i volantini pubblicitari. Ha preso un’altra laurea in Scienze politiche. 

 

 

Oggi si ritrova vicepresidente del Senato. Cosa le ha detto mamma? 

 

 

(Pausa). Mi vive come l’orgoglio del suo cuore. Mi ha detto: “Se solo tuo padre ti potesse vedere!” e si è messa a piangere. 

 

 

Si sente cambiata? 

 

 

Sono innamorata delle istituzioni.

 

 

Facciamo un po’ di penitenza allora? 

 

 

Su cosa? 

 

 

Si ricorda di aver gridato “vergogna” quelli del Pd in Aula? 

 

 

Ehhhh....

 

 

Di avergli urlato “buffoni?”. 

 

 

Intendiamoci. Una cosa è l’insulto gratuito: talvolta può scappare, è sbagliato. Altro è la battaglia politica, anche dura, che rivendico con orgoglio. 

 

 

Si autodenunci. 

 

lombardi ruocco taverna

 

Porca miseria, quante gliene ho dette: “Infami!”. “Pagliacci!”. “Ladroni!”.

 

 

Pure. 

 

 

Ricordo una rissa in aula per i soldi della Rider cup. Gliene ho gridate di tutti i colori!

 

 

Cos’era? 

 

 

Un emendamento, che avevano scoperto, voluto da Lotti. E io che gridavo: “Riempite di soldi quelli del golf. Vergogna! vergogna! Mettetevi le scarpette bianche e andate a goderveli, ah ah ah”. 

 

 

Non la sento molto contrita. 

 

 

Ma noi abbiamo vinto proprio perché loro erano questo: i soldi alle banche, i privilegi ai soliti noti, le concessioni per le trivelle, l‘arroganza....

 

 

Il momento più bello? 

 

 

 Quando abbiamo vinto il referendum costituzionale. Ricordo un comizio a Livorno, con Alessandro, e faceva un freddo cane. Erano tutti con Renzi, i giornali, la Rai, i poteri forti... tutti. Ma alla fine abbiamo vinto noi. 

 

 

Facciamo un test. Mi dica un Dem che adesso stima e con cui potrebbe dialogare e uno che non può vedere. 

 

 

Stimo e rispetto la Pinotti. Anche nei momenti più duri una persona disponibile e corretta. E poi, per dire, Nerina Dirindìn, una deputata molto preparata. Molto gentile. 

 

 

E uno che non le piace?

 

 

Uhhhhhh.... c’è la fila. Ma su tutti metta il capogruppo, Andrea Marcucci, uno che è l’esatto contrario dei valori che dovrebbe rappresentare la sinistra. 

 

 

E con il nuovo Pd di Zingaretti potrebbe firmare un contratto di governo? 

 

 

“Nuovo”? Veramente io sto al Senato, e il gruppo è quasi tutto renziano. Gente che ci insulta e ci considera barbari. I poveri zingarettiani sono minoranza. 

 

 

Addirittura. 

 

 

Non sono ancora cambiati. Qualcuno si è camuffato, nemmeno troppo bene. Cosa diventeranno domani non lo so. 

 

 

Cosa non sopporta dei renziani?

 

 

So degli sfigati. Stanno lì a sputare sul reddito.. Abbiamo fatto più cose di sinistra noi in un anno che loro in mezzo secolo. 

annalisa taverna

 

 

È vero che non è voluta andare al governo? 

 

 

È stata una scelta ponderata. In quel momento la priorità era stare vicino a mio figlio. Ho fatto bene. 

 

 

È nostalgica di Di Battista? 

 

 

Alessandro non puoi non apprezzarlo. È un leader nato. Qualsiasi cosa faccia. 

 

 

E adesso che è ripartito? 

 

 

(Sorriso). Mi manca. 

 

 

E il rapporto con la Lega? 

 

 

Con il contratto di governo abbiamo fatto Bingo.

 

 

Cosa fa sua sorella Annalisa, oggi? 

 

 

 In questo momento è disoccupata, separata, con una figlia di 21 anni. 

 

 

Non le ha trovato un posto? 

 

 

(Occhiata ustoria). Ma lei ha capito con chi sta parlando? 

 

paola taverna

 

Quanto le rimane del suo stipendio e della sua indennità tolto quello che restituisce? 

 

 

Ogni mese? 3250 euro. 

 

 

Lei se finisce la legislatura non si potrà ricandidare più.  

 

 

È una nostra regola.

 

 

E non ritroverà nemmeno più il suo posto al laboratorio di analisi.

 

 

Ci sarebbe tanto da dire. Ma ogni volta che mi preoccupo per il futuro mi ricordo di quando facevo la segretaria alle Arti grafiche. Sto subito meglio. 

 

 

E cosa pensa? 

 

 

Se un cliente e mi avesse detto che avrei presieduto l’Aula a Palazzo Madama avrei chiamato il 118. 

 

 

E quindi? 

LA MAIL DI PAOLA TAVERNA A LUIGI DI MAIO

 

 

Ora mi laureo. Poi perfeziono il mio inglese. 

 

 

E poi?

 

 

(Pausa, sorriso). Sarò come una normale cittadina che dopo aver fatto cos’è straordinarie, in tempi di crisi si deve trovare un lavoro con i suoi mezzi.

TAVERNA VIGNAROLI 2