TELERISSA PER IL CAMPIDOGLIO: TRA ALEMANNO E MARINO FINISCE AD INSULTI (E MARCHINI FA LA FIGURA DELLO STATISTA)

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Ernesto Menicucci per il "Corriere della Sera - Edizione Roma"

Chissà se, anche in politica, vale il detto che tra due litiganti è il terzo che gode. Se così fosse, chi potrebbe trarre giovamento dalla puntata di Domenica live, primo faccia a faccia tra candidati sindaci per il Campidoglio, sarebbe Alfio Marchini, che coi suoi «cuori spezzati» cerca voti a destra e a sinistra.

Perché il primo confronto tra l'uscente Gianni Alemanno (Pdl), e il suo principale competitor Ignazio Marino del Pd, si trasforma ben presto in una telerissa, a colpi di insulti, urla, minacce di querela. Il fair play va subito in soffitta: tanto che, alla fine della diretta da Barbara D'Urso, i due non si danno neppure la mano.

«Tanto così non vinci», dice Alemanno a Marino. Uno scontro frontale, a tutto campo: dall'Imu alle vicende giudiziarie, legate all'arresto di Riccardo Mancini («tesoriere» di Alemanno nella campagna elettorale del 2008). Marino attacca: «Bisogna eliminare la corruzione. È vero o no che Mancini è in carcere? E i filobus dove sono?». Il sindaco sbotta: «Vergognati, non puoi parlare. Ci sono decine di casi di corruzione grave, nelle vostre giunte».

E poi: «Con quella vicenda non c'entro nulla. Se continui ti denuncio per diffamazione». Una battaglia cominciata fin dalle prime battute: «Penso - dice Marino - ad una città a misura di bambino. Elisa ha un figlio, Fulvio, affetto da tetraparesi spastica. Le sue 37 ore di assistenza sono state ridotte dalla giunta Alemanno a 14».

Al sindaco saltano i nervi: «Non cominciare a dire cose che non c'entrano niente. Dal 2007 ad oggi abbiamo aumentato la spesa sociale di 146 milioni, il 63%». Poi tocca all'Acea. Marino: «L'ad appena nominato (Paolo Gallo, ndr) guadagna 1,8 milioni».

Alemanno: «Marino hanno fatto il governo, è cambiato il clima. Basta balle, le menzogne mi danno fastidio. Siamo stanchi delle bugie di questa sinistra. Gallo non prende un milione e ottocentomila lire». Marino ne approfitta: «C'è l'euro Alemanno, lo sai?». Il sindaco: «Mi meraviglio di te: sei un professore universitario, ci vieni dall'Illinois a dire queste cose? La tua coalizione ci ha lasciato oltre 12 miliardi di buco, non hai nessun diritto di parlare. La sinistra ha distrutto Roma».

Marchini, ogni tanto, prova ad inserirsi. Ma, per lo più, fa da spettatore nel ring televisivo. Ad un certo punto Alemanno si rivolge all'imprenditore: «Tu sei una persona civile, non urlo con te». Alfio, tra un insulto e l'altro, si ritaglia qualche spazietto. «Per prima cosa direi alle banche: vi conosco bene, so che la vostra ricchezza viene dai nostri risparmi. Ora fate qualcosa di concreto, rimettendo i soldi in tasca di imprese e cittadini».

Secondo, la casa: «In sei mesi posso risolvere l'emergenza abitativa. C'è un fondo italiano, partecipato da Cassa depositi e prestiti, che ha due miliardi da investire in social housing».

Terzo, ripartire dal basso: «La gente è stanca di sentire chi ha fatto cosa cinque anni fa. Sono candidato per rompere il consociativismo tra destra e sinistra». Marchini parla di «togliere Imu e Iva, ma bisogna indicare dove si prendono i soldi», di taxi («solo il 5% dei turisti li prende»), di turismo («Berlino ha il triplo dei visitatori»). Proprio sull'Imu si consuma l'ennesimo scontro. Spiega Alemanno: «Con i 116 milioni di extragettito, esentiamo un terzo delle famiglie romane».

Marino lo attacca: «L'Imu va commisurata alla ricchezza delle persone». E Alemanno: «È quello che facciamo. Il calcolo è fatto sull'Isee». Il chirurgo replica: «Se Alemanno e Marchini vedono gli annunci delle case, saprebbero che molti vendono in nuda proprietà».

Si inserisce Marchini: «Marino, questo è un paradosso. Prima mi accusi di venire da una famiglia di costruttori, poi tu, medico, mi vuoi spiegare come funziona il mercato immobiliare?». Chiusura sugli animali. Marchini: «Terrò per me quella delega». Alemanno: «Non vanno ammazzati come vorrebbe Marino». Finita la telerissa, Alfio ci prova con la D'Urso: «La prossima volta inviti solo me?».

 

 

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