DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
In Spagna c’è aria di cambiamento. Come in tutta Europa del resto. E l’Andalusia può essere il primo fronte di questo nuovo assetto politico in cui i vecchi schemi lasciano il campo a nuove dinamiche. I risultati elettorali di questa notte non lasciano dubbi: anche in terra iberica è arrivato il sovranismo. E anche in terra iberica la socialdemocrazia è in affanno, nonostante sia al governo dopo la caduta di Mariano Rajoy e l’avvento di Pedro Sanchez.
Il feudo rosso andaluso si è trasformato nel simbolo del declino del Partito socialista. La candidata del Psoe, Susana Diaz, ha realizzato il peggior risultato della storia dei socialisti in Andalusia. E adesso che la maggioranza è lontana, la sinistra deve prendere coscienza che anche in Spagna è arrivato il tramonto del centrosinistra.
Rappresentato da quei 33 seggi nel parlamento andaluso che confermano che anche la regione storicamente legata ai socialisti avrà una maggioranza sicuramente di centrodestra. E forse anche più sbilanciata verso destra, visto lo storico risultato di Vox, il partito sovranista spagnolo. Che per la prima volta non solo entra in un parlamento locale, ma lo fa con 12 scranni: un trionfo che lascia presagire il cambiamento profondo che sta compiendo la Spagna.
Vox, fondato nel 2013 da Santiago Abascal, ha avuto il suo battesimo elettorale nel 2014, quando ha ottenuto 246.833 voti, pari all’1,57%, alle elezioni europee. Numeri troppo bassi per raggiungere il Parlamento europeo. Alle elezioni comunali del 2015 si è presentato in centinaia di città, riuscendo a eleggere 22 consiglieri e due sindaci, uno a Cardenuela Riopico (Burgos) e l’altro a Barruelo del Valle (Valladolid). Centri piccoli, della Spagna profonda e rurale.
Ma era il sintomo che qualcosa stesse cambiando. Anche in Spagna, la parte più profonda del Paese si iniziava a riconoscere in un movimento di destra radicale. E per una repubblica nata dopo la fine di una dittatura come quella di Francisco Franco, la questione era particolarmente interessante.
Da lì il lento ma costante aumento di consenso da parte di Vox. Che soprattutto con l’avvento del fenomeno indipendentista in Catalogna, si è trasformato in un vero e proprio raccoglitore dei delusi del Partido Popular e di chi non si riconosceva nella nuova formazione di centro, Ciudadanos. Il partito di Abascabal si è evoluto a tal punto che grazie all’adesione di due sindaci eletti con i popolari a Navares de las Cuevas (Segovia) e a Guadiana del Caudillo (Badajoz), si è riuscito a ritagliare uno spazio sempre più importante a livello nazionale.
E oggi, con la sorprendente affermazione in Andalusia, la Spagna si è resa conto che esiste una destra e che anche a Madrid possono iniziare a imporsi idee sovraniste che si era cercato in tutti i modi di limitare. L’ultimo sondaggio nazionale, realizzato dal Centro de investigaciones sociologicas, dava Vox all’1,9%. Dal momento che anche nella regione andalusa la destra radicale spagnola era data nettamente al di sotto del risultato ottenuto, è possibile che questi sondaggi siano al ribasso. E c’è anche da dire che in Spagna, vista la difficoltà di riconoscersi nella destra senza essere etichettati di franchisti, esiste anche una certa riluttanza nel dichiarare di votare per un partito come Vox.
Ora gli occhi sono puntati non solo sull’Andalusia, ma anche su scala nazionale. Le elezioni europee sono alle porte. E Vox, che porta con sé i 12 seggi ottenuti nel feudo rosso dell’Andalusia, può certamente iniziare a essere considerato un partito da tenere sotto osservazione. E non è un caso che anche oltre i Pirenei, in Francia, Marine Le Pen abbia iniziato a riconoscere il partito di Abascal come interlocutore privilegiato a Madrid e dintorni.
Non appena saputi i risultati del voto di questa domenica, la leader di Rassemblement National si è congratulata con un tweet: “Le mie sincere e calorose felicitazioni ai nostri amici di Vox che questa sera in Spagna ottengono un risultato molto significativo per un movimento giovane e dinamico”. La rete sovranista che punta alle europee ha trovato anche a Madrid una formazione da inserire nella sua squadra.
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