
LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI,…
Jacopo Iacoboni per “la Stampa”
lib28 elena polidori filippo ceccarelli ezio mauro
Il trasloco stavolta è avvenuto col sole; l’ultimo, nel febbraio 2005, dalla sede della Stampa in via Barberini a quella di Repubblica in largo Fochetti, era invece avvenuto in una delle rare giornate nevose di Roma, ci vollero due camion e qualche occhio umido per trasportare l’archivio di Filippo Ceccarelli, oggi appunto giornalista di Repubblica.
GIANNI LETTA FILIPPO CECCARELLI
Ora quel leggendario «mostro», come lo chiama lui - 334 raccoglitori, 1500 cartelline che impilate farebbero una torre di 45 metri - viene donato dal suo creatore alla Biblioteca della Camera a San Macuto, dove dal 28 aprile sarà consultabile per tutti, nella Sala Galileo.
Chi ci ha frugato dentro non poche volte sa che questo archivio è in fondo una commovente, pynchoniana lotta contro (e atto d’amore per) l’entropia della politica. «Archiviavo per ricreare un ordine nella mente, scovare delle ricorrenze, degli archetipi», la storia politica come un ciclo che in fondo ripete alcune cose, sempre, la lezione che l’occhio e il narratore più acuti saranno semplicemente quelli in grado di attivare, disincantati, la Reminiscenza.
Filippo Ceccarelli e Alessandro Campi
Chicche deliziose che oggi - quando non ricordiamo neanche le finte promesse pronunciate dai politici dieci mesi fa - appaiono preistoria di 40 anni fa, «Vincerà il sardo-muto?» titolo di Panorama riferito a Berlinguer nel 1971, oppure, sempre sul segretario del Pci, «l’uomo politico più sexy secondo le dive? Berlinguer batte Zac» (del 12 aprile 1976).
O ancora, l’intera collezione della rassegna stampa del Viminale nei 54 giorni del sequestro Moro, o tutta la collezione del giornale leghista «Sole delle Alpi», da cui riscopriamo che le miss della Padania hanno come preceduto - forse inconsciamente ispirato - le escort del Cavaliere (che naturalmente riempiono cartelline e cartelline della recente suburra);
o la trasformazione della politica in biopolitica, vite, non più i partiti ma i personaggi, da Nenni a De Martino e Mancini, dai democristiani in odor di santità o a quelli in odor di Belzebù, dagli zoccoli di Emma Bonino alla marca di sigarette di Pannella, alla passione di Cossiga per le ricetrasmittenti e chissà a quante altre meraviglie... Tutto, è qui dentro, i più grandi e amati dall’archivista, Forcella e Gorresio, Pansa e Bocca; ma bisogna sapere cosa e dove cercare.
È un mondo finito? Chissà. A chi non ha un archivio, Filippo disse una volta: «Una cartellina però tenetela, è la cartellina con i propri pezzi. Battezzatela: Io».
CECCARELLI PARDO
lib01 filippo ceccarelli
FILIPPO CECCARELLI LUCA TELESE
MELANIA RIZZOLI FILIPPO CECCARELLI
CECCARELLI CORRIAS
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