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IL TESORO DI MATACENA – SEQUESTRATE CASE A MIAMI, SOLDI E TITOLI IN BANCHE ESTERE SU CONTI INTESTATI ALLA MOGLIE – CONDANNATO PER CONCORSO ESTERNO AD ASSOCIAZIONE MAFIOSA, RESTA LATITANTE A DUBAI – SECONDO L’ANTIMAFIA DI REGGIO CALABRIA, SI TRATTA DI “RICCHEZZE DI PROVENIENZA ILLECITA”

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Carlo Macrì per il Corriere della Sera

 

amedeo matacena dubai 1amedeo matacena dubai 1

C’è anche un fabbricato, intestato a una società straniera con sede a Miami, in Florida tra i beni sequestrati all’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena dalla Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria. Ed ancora conti correnti bancari e titoli di credito depositati in banche estere riconducibili alla moglie Chiara Rizzo e ai figli. Il valore complessivo del sequestro ammonta a 1,1 milioni di euro.

 

IL PROVVEDIMENTO

chiara rizzo matacenachiara rizzo matacena

Nel provvedimento emesso dal tribunale, sezione Misure di prevenzione, vengono contestati all’ex armatore reggino «la disponibilità di ricchezze di presumibile provenienza illecita, delle quali non risulta in alcun modo, giustificato il legittimo possesso».

 

L’ex parlamentare azzurro dal 2014 è latitante a Dubai perché inseguito da una condanna definitiva a tre anni di reclusione per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, inflittagli dal tribunale di Reggio Calabria al processo Olimpia. Dalle indagini è emerso che Amedeo Matacena avrebbe ottenuto l’appoggio delle cosche reggine che hanno sostenuto la scalata politica dell’ex armatore.

 

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Diciotto pentiti hanno sostenuto che Matacena avrebbe avuto legami e favorito la cosca Rosmini nella cosiddetta vicenda dei lavori di rifacimento della via Marina, a Reggio Calabria.

 

L’ARRESTO E IL RILASCIO

Nel 2014 l’ex parlamentare e la moglie sono stati raggiunti da un altro provvedimento di arresto, per intestazione fittizia di beni, emesso dalla procura reggina, nell’ambito dell’inchiesta «Breakfast». Inchiesta dov’ è imputato anche l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, accusato di aver favorito la latitanza di Matacena.

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Chiara Rizzo è stata arrestata mentre si trovava in Francia e poi estradata, mentre per Amedeo Matacena le manette sono scattate all’aeroporto di Dubai dove aveva fatto scalo, proveniente dalle Seychelles, in attesa di ripartire per Nizza, dove vivevano moglie e figlio. Le autorità gli avevano sequestrato il passaporto, mentre dall’Italia era partita la richiesta di estradizione. I legali avevano presentato ricorso sostenendo che la legislazione araba non prevede il reato di mafia. Così l’ex armatore tornò libero.

 

LA SCALATA POLITICA

Le pressioni esercitate dai mafiosi per consentire la scalata politica di Matacena partirono nel 1988 per il rinnovo del consiglio comunale di Scilla, per poi proseguire con la candidatura alle regionali del 1990, per finire con la prima elezione al parlamento nazionale, nel 1994.

 

ARRESTO CLAUDIO SCAJOLA ARRESTO CLAUDIO SCAJOLA

Quando per i suoi problemi giudiziari l’ex parlamentare non fu riconfermato, su richiesta di Fini, Matacena sbottò e in un’intervista al Corriere disse: «Ritengo di essermi comportato da amico con il presidente Berlusconi. Sono andato a Palermo a testimoniare al processo dell’Utri contro Rapisarda. Mi sono trascinato dietro altri testimoni che avevano perplessità a raccontare i fatti per come si sono svolti. Ritengo che quella testimonianza sia stata fondamentale per smontare il teste Rapisarda. Poi su richiesta di Berlusconi, sono andato a testimoniare a Caltanissetta contro la Procura di Palermo».