DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER…
Riccardo Arena per "La Stampa"
I rapporti non erano mai stati particolarmente distesi, fra i capi delle Procure di Palermo e di Caltanissetta, divisi dalla vicenda Ciancimino e dalle indagini sulla trattativa e sulle stragi, spesso sovrapponibili, se non in alcuni casi - fotocopia le une delle altre. Ma ora che Francesco Messineo è finito sotto inchiesta nel capoluogo nisseno, con l'accusa di avere rivelato notizie coperte da segreto a un potente manager bancario, la frattura è diventata insanabile. Per difendersi, infatti, Messineo è andato a Caltanissetta a dire che a chiedergli chiarimenti sulla vicenda giudiziaria dell'ex direttore generale di Banca Nuova, Francesco Maiolini, sarebbe stato proprio Sergio Lari, il capo dell'ufficio inquirente nisseno.
Interrogato il 14 dicembre, per oltre quattro ore, a Caltanissetta, Messineo avrebbe consegnato ai colleghi nisseni un foglio e un appunto che avrebbe ricevuto dal loro stesso capo. Lasciando di stucco il procuratore aggiunto Domenico Gozzo e i sostituti Elena Caruso e Donatella Pianezza. Il risultato è stata l'astensione di Lari, il pm che ha riaperto il calderone velenoso dei depistaggi nell'inchiesta sulla strage di via D'Amelio: il coordinamento dell'indagine su Messineo, con il disco verde del procuratore generale Roberto Scarpinato, è passato così al procuratore di Catania, Giovanni Salvi.
Un silenzioso imbarazzo avvolge questa vicenda, che vede al centro di tutto Maiolini, uomo dalle mille amicizie in magistratura, manager di un istituto di credito del gruppo Popolare Vicenza. Messineo non parla, Lari si limita a dire che «Maiolini e Messineo si conoscevano più che bene e non avevano bisogno della mia intermediazione». Lari, comunque, non ha mai fatto mistero della propria amicizia con Maiolini, oggi presidente dell'Irfis, istituto siciliano per il mediocredito centrale.
L'inchiesta in cui era coinvolto il dirigente di banca riguardava un'ipotesi di usura bancaria. Ma, a sua insaputa - e all'insaputa di Messineo e Lari - l'ex dg di Banca Nuova era intercettato nell'ambito di un'altra indagine per riciclaggio. Nel mirino non c'era lui, ma un imprenditore del settore delle scommesse, interessato a creare una nuova banca. Maiolini però sapeva solo dell'inchiesta sull'usura bancaria, perché aveva ricevuto un avviso di identificazione. Si era così rivolto ai suoi amici pm, «per chiarire», ha poi spiegato.
Nelle intercettazioni era finita però la voce del procuratore di Palermo che dava appuntamento a Maiolini per due volte. L'11 giugno 2012, il manager, uscendo dalla stanza del capo dell'ufficio inquirente, fornì notizie teoricamente coperte da segreto a un dirigente di Banca Nuova e a uno dei legali della capogruppo: l'ipotesi è che a dargliele sarebbe stato Messineo. E per questo il procuratore aggiunto Antonio Ingroia aveva mandato le carte a Caltanissetta.
Messineo, appreso dell'indagine dai quotidiani, si era presentato nel capoluogo nisseno. E lì aveva parlato del colloquio con Lari e della richiesta del procuratore nisseno di sapere di cosa si trattasse. Richiesta che sarebbe stata accompagnata dall'avviso di identificazione di Maiolini e da un bigliettino di Lari.
IL PROCURATORE SERGIO LARI FRANCESCO MESSINEO PROCURATORE CAPO DI PALERMO jpegFrancesco MaioliniLA SEDE DELLA PROCURA DI PALERMO
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