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Patricia Tagliaferri per "il Giornale"
Si riaccende lo scontro, in realtà mai spento, alla Procura di Milano tra il procuratore aggiunto Alfredo Robledo e il suo capo ufficio, Edmondo Bruti Liberati. Il Consiglio Superiore della magistratura ha infatti aperto una nuova pratica sui veleni tra i due magistrati dopo la presentazione da parte di Robledo di un altro esposto in cui lamenta di essere stato escluso da alcuni interrogatori di un filone dell'inchiesta Expo.
Questo dopo che soltanto dieci giorni fa il Csm aveva archiviato la prima denuncia dell'aggiunto sullo stesso argomento, inviando però gli atti al Pg della Cassazione, titolare dell'azione disciplinare, affinché sia lui a valutare la correttezza dei comportamenti delle due toghe, sulle vicende Sea ed Expo. Nessun ulteriore approfondimento sul caso Ruby, invece, che a detta di Robledo non sarebbe mai dovuto finire sulla scrivania di Ilda Bocassini.
Della vicenda tornerà ad occuparsi la Settima commissione, che insieme alla Prima aveva lavorato sull'esposto principale, la cui archiviazione ha scatenato polemiche soprattutto in seguito alla lettera inviata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al vicepresidente del Csm Michele Vietti in cui il Capo dello Stato auspicava che le tensioni venissero superate anche attraverso il riconoscimento delle funzioni coordinatrici che spettano al capo dell'ufficio.
La missiva «non ostensibile», alla fine resa pubblica dal Quirinale per evitare strumentalizzazioni, avrebbe «pesato» sul voto dei consiglieri di Palazzo dei Marescialli che ora si trovano nuovamente tra le mani la questione del conflitto in atto ai vertici degli uffici giudiziari milanesi. Robledo torna dunque ad accusare il suo capo di irregolarità nella gestione dell'ufficio.
In particolare nell'esposto-bis sottolinea la sua esclusione da alcuni interrogatori di una delle inchieste sull'Expo, quella sul maxi-appalto Piastra, aperta più di un anno e mezzo fa, di cui Robledo è coassegnatario, e riassegnata ai pm Roberto Pellicano, Paolo Filippini e Giovanni Polizzi. Il procuratore aggiunto accusa Bruti Liberati di avergli vietato, con una circolare, di partecipare agli interrogatori dell'ex manager di Expo 2015 Angelo Paris e del direttore generale di Infrastrutture lombarde Antonio Rognoni. Lo scopo, a suo dire, non era affatto quello di delegare gli atti ai tre sostituti ma quello di «escludere» lui.
MICHELE VIETTI E GIORGIO NAPOLITANO AL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA
«Non c'è invero - scrive Robledo - nessuna ragione per cui io non possa partecipare a quegli atti, rispetto ai quali sono, anzi, in grado di garantire l'essenziale patrimonio conoscitIvo che consenta la migliore comprensione della vicenda processuale, essendo stato titolare fin dalla sua origine». Per questo l'iniziativa del procuratore capo sarebbe «viziata da una palese illegittimità». Anche il togato di Magistratura Indipendente Antonello Racanelli aveva chiesto al comitato di presidenza del Csm di avviare un nuovo fascicolo sul caso.
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