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Marcello Sorgi per la Stampa
In un Pd che si restringe - stando almeno ai sondaggi - ed è ormai stabilmente dietro al Movimento 5 stelle a causa della scissione e delle ultime performances (Lotti, Minzolini e nomine negli enti di Stato), che hanno favorito l' avanzata dell' antipolitica, Renzi è avanti nelle prime votazioni tra gli iscritti dell' Emilia Romagna. E sebbene si tratti solo di centinaia di voti, nella regione che ha il core business delle tessere, la tendenza è indicativa.
Ma non solo per il segretario uscente, che si ricandida. A un' incollatura da Renzi, infatti, che supera abbondantemente il 50 per cento degli iscritti (52,3, per l' esattezza), c' è lo sfidante Orlando, che totalizza un 44,6 per cento dei voti espressi e si colloca in una posizione di tutto rispetto, mentre Emiliano, sostanzialmente, non entra in gioco: è al 3,2.
La consultazione nei circoli occuperà questa e la prossima settimana, poi domenica 2 aprile si tireranno le prime somme. Mantenersi sopra alla metà più uno dei tesserati non sarà facile, ma diventerà decisivo per Renzi, e se questi primi dati dovessero essere confermati da una platea più larga di votanti, si assisterebbe a un quasi testa a testa, del tutto imprevisto, tra il leader uscente e il ministro di giustizia.
Orlando, che gode dell' appoggio di molte eminenti personalità della componente post-comunista, a cominciare dal Presidente emerito della Repubblica Napolitano, ha scelto finora una linea rassicurante e tradizionale: attento a non farsi accusare di voler spaccare il partito, è stato leale nel frangente della mozione di sfiducia contro Lotti; e se ha espresso riserve sul discusso salvataggio in Senato dell' ex-direttore del Tg1, non lo ha fatto con i toni ultimativi di Renzi, che doveva fugare l' accusa dei 5 stelle di aver fatto uno scambio tra Lotti e Minzolini.
Così che, se Renzi riuscirà a prevalere in questo primo giro di votazioni, avrà, sì, la vittoria e la riconferma alla segreteria in tasca, ma si ritroverà comunque con un secondo piazzato come Orlando, che potrebbe trasformarsi in riserva della Repubblica qualora gli equilibri interni dovessero essere rimessi in discussione da un risultato non esaltante per il Pd nelle amministrative di maggio.
Non va dimenticato infatti che Renzi corre verso la vittoria grazie a una maggioranza interna composta di ex-dc e ex-pci come Franceschini, Fassino, Martina, che hanno scelto di appoggiarlo dopo la doccia fredda del referendum del 4 dicembre in mancanza di un' alternativa reale; ma che non gli perdonerebbero certamente un' altra sconfitta elettorale.
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