DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Alessandra Ziniti per "la Repubblica"
I cannoli, quei «maledetti cannoli che gli hanno rovinato la vita», come dice il fratello Silvio, glieli portano ogni settimana a Rebibbia. Ma l'impatto con la Sicilia, dopo 22 mesi ininterrotti di carcere, è un'emozione incontenibile per Totò Cuffaro che piange come un bambino riabbracciando nella casa di famiglia gli anziani genitori che non vedeva da più di un anno.
In salita del Rosario, davanti al portoncino di casa Cuffaro, c'è una piccola folla in attesa: vecchi amici, compagni di scuola, fedelissimi supporter, la gente sui balconi e dietro le tapparelle. E quando, stretto tra gli agenti di polizia penitenziaria, Cuffaro esce, esplode l'applauso della sua gente. E il grido: «Totò, sei sempre grande».
Cinque ore di permesso, il primo ottenuto dall'ex governatore della Sicilia che sta scontando sette anni di carcere per favoreggiamento a Cosa nostra, che volano via. Cuffaro è magrissimo, quasi irriconoscibile: volto scavato, un filo di barba, capelli cortissimi ingrigiti.
«Tornerò, non so quando, ma tornerò - promette all'anziano padre in gravissime condizioni di salute - e porto con me gli odori, i colori, i sapori della Sicilia che mi terranno compagnia. à stata una grandissima emozione ritornare a casa e rivedere la mia terra ».
Parole commosse che Cuffaro dice con un filo di voce, salutando i genitori, la moglie Giacoma, il figlio Raffaele e i fratelli Giuseppe e Silvio, con lui nell'appartamento sotto il quale dalle nove del mattino, appena in paese si diffonde la notizia della sua presenza, si radunano uomini, donne, giovani, anziani.
à quasi una sfida quella della gente di Raffadali: «Quando c'era lui in Sicilia si stava meglio. Dopo Cuffaro la politica è finita». Scende il fratello Silvio, che di Raffadali è stato sindaco: «Totò è sereno, ma l'emozione è fortissima e sono scappate le lacrime».
L'altro fratello, Giuseppe: «Totò è stato per cinque ore seduto accanto a mio padre che è molto malato e lo vede come un figlio e un medico, non come un politico ». Le imminenti elezioni regionali sono rimaste fuori da casa Cuffaro: «La politica ormai appartiene al passato - aggiunge Silvio- ha portato tanto scompiglio nella nostra famiglia».
Alle 13.40, quando la libertà di Cuffaro sta per scadere, la gente fa a gara per guadagnare le prime file. In tanti sperano in una parola, magari in uno dei mitici baci di Totò. Fa caldo a Raffadali, ma Totò, in camicia e pullover, non lo sente. Esce stretto tra gli agenti, accenna un sorriso, alza la mano sinistra in segno di saluto, si infila nella jeep. L'applauso scrosciante della sua gente lo accompagna mentre, dietro i vetri oscurati, guarda le stradine di Raffadali. Oggi sarà di nuovo a Rebibbia.
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