DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Pietrangelo Buttafuoco e Antonello Caporale per “il Fatto Quotidiano”
Donald Trump, da par suo, chiamandolo "Giuseppi" aveva capito tutto. Di Giuseppe Conte se ne fanno due e lui e il suo doppio hanno stabilito l' indirizzo del nuovo governo. Sarà un esecutivo che nel solco di un nuovo "umanesimo", allargherà le forze e allungherà le seggiole anche a coloro che, per senso di responsabilità, sosterranno la grande prova d' orchestra. Il gabinetto del Presidente si avvarrà quindi dell' opera costruttiva di una falange di neoministri che qui, per comodità, viene distinta in: umanisti, neoumanisti, superomisti, fuochisti e uomini di fatica.
Umanisti
È conosciuta la dedizione di Dario Franceschini a dare una prospettiva nuova al Paese, al governo e, per certi versi, anche a sé stesso. Egli rappresenta lo spirito costituente, l' umanesimo che Conte cercava nel Pd. Per lui perfetta la cattedra di ministro della Cultura, poltrona di cui a lungo è stato titolare. Sarà capo delegazione delle forze alleate del Nazareno.
Al ministero dell' Ambiente l' uscente generale Sergio Costa - noto umanista, in quota M5S - gode della confermata fiducia di Beppe Grillo e Luigi Di Maio. Un carabiniere, un milite di elevato grado per la battaglia verde e lo sviluppo sostenibile.
matteo savini e luciana lamorgese
Umanista, assolutamente e perdutamente, Luciana Lamorgese. Come pure Franco Gabrielli, oggi capo della Polizia. Entrambi, va da sé, in quota PdP che non significa purtroppo Paperon de' Paperoni bensì Partito delle Prefetture. Sarebbero chiamati a ridurre i decibel del Viminale, dopo la stagione notevolmente pop di Salvini. Un prefetto, anzi due per rimettere le cose a posto.
davide casaleggio alfonso bonafede
Neoumanisti
Alla Giustizia, inamovibile, resta Alfonso Bonafede. Apparso titubante nei momenti immediatamente successivi allo shock salviniano, si è subito ridestato promuovendo i passaggi decisivi per giungere a questo secondo governo e a questo personale bis. Bonafede ha saputo ravvivare l' umanesimo nel suo inverarsi neoumanista e non c' è stato verso: là resta.
Anche Barbara Lezzi, la leccese a cui il Movimento ha messo il Sud nelle mani, è gagliardamente destinata a restare. Umanissima, naturalmente umanista, ha capito la lezione di Grillo: la politica è reinventarsi. Bisogna avere energia creativa.
Anche Giulia Grillo, che di quell' insegnamento ha fatto virtù, riconosce che il destino in qualche caso dev' essere aiutato. Non ha smesso mai di sognare. Era ed è quasi certa che rimarrà la ministra della Salute.
Superomisti
Paola De Micheli è tenuta in considerazione un po' per ogni faccenda. Il suo nome, in rappresentanza del Pd, è dato ora per lo Sviluppo economico, ora per le Infrastrutture. Piacentina, garbata, scaltra il giusto. È stata fedelissima di Bersani, poi amica di Renzi, oggi vicesegretaria con Zingaretti. Perfetta! Dovrà vedersela alle Infrastrutture con il neoumanista triestino Stefano Patuanelli, capogruppo al Senato del M5S , molto amato per il suo moderatismo, la fede nella ragione. Patuanelli è infatti al centro del centro, come si diceva un tempo di Pier Ferdinando Casini.
stefano patuanelli francesco d'uva 2
Rossella Muroni è la scelta di Liberi e Uguali. L' ulteriore patina rosa su un governo troppo maschile. Ambientalista, femminista, giovane, molto in carriera. Vorrebbe fare la ministra dell' Ambiente. Ma c' è il generale Costa. Si può?
LUIGI DI MAIO STEFANO PATUANELLI
Un vero talento, un siciliano di ultima generazione, è Giuseppe Provenzano, vicedirettore dello Svimez. Superomista per eccellenza, sarebbe perfetto per il dicastero del Lavoro, il luogo più scalognato che ci sia. È uno dei due palazzi lasciati liberi da Di Maio. Non è chiaro se ce la farà.
GIUSEPPE CONTE ELISABETTA TRENTA
Un superomista è quel che ci vuole alla Difesa o, mal che vada, agli Affari Regionali. Difficilmente l' uscente Elisabetta Trenta - che oltretutto è una post-umanista, proto-probabilista - farà Trentuno. E in dirittura d' arrivo c' è Lorenzo Guerini, quota Pd ma corrente BR , ovvero "Base riformista" che praticamente è quella dei renziani redenti sulla via di Zingaretti.
Vincenzo Spadafora Pietro Dettori Alfonso Bonafede Riccardo Fraccaro
Fuochisti
Fuochista dal ghigno glamour è Vincenzo Spadafora, il Gianni Letta del M5S , piazzato nel posto più delicato del gabinetto Conte, ovvero Sottosegretario alla Presidenza con delega alle Pari Opportunità e l' obbligo di revisione dei generi come manco Laura Boldrini avrebbe saputo immaginare. Altro che genitore 1 e genitore 2, mamma e papà saranno decisi direttamente dalla piattaforma Rousseau.
Roberto Gualtieri prende, incrociando le dita, la titolarità dei conti pubblici. Gualtieri, in quota PdR, ovvero Partito di Renzi, dovrà far dimenticare la flat tax, fare contenti gli imprenditori e comunque più ricchi i lavoratori. A lui si chiederà di abbassare le tasse (per tutti!), aumentare le pensioni (a tutti!) e varie altre moltiplicazioni di pane e pesci.
Una fuochista del calibro di Anna Ascani, vice presidente del Pd, ambirebbe alla Cultura destinata però all' amico Franceschini che è in quota PdQ (Partito del Quirinale) ma la zizzania che le scatena contro la distruttrice Maria Elena Boschi fa drizzare le code degli elmi agli stessi corazzieri, colti tutti negli alti lai al solo pensiero di ritrovarsi sloggiati dal Quirinale e trasferiti a Carbonia.
Uomini di fatica
Gli ultimi saranno i primi. Se fino a ieri è parso che Luigi Di Maio dovesse solo portare la croce, lo squillante voto di Rousseau ne fortifica le ambizioni e gli concede una poltrona di gran pregio: quella degli Esteri. Già noto come signor Malavoglia, per via dei momenti bui avuti nei primi giorni dell' ukase salviniano, Di Maio giunge al governo con tanti dubbi, ma riesce, in extremis, a trattenere ciò che sembrava aver perduto: la guida politica del movimento. Girerà il mondo, a nome dell' Italia. Di certo lascerà i navigator e tutti i guai delle imprese in crisi a qualcuno del Pd.
Eccellente faticatore anche Riccardo Fraccaro. Non si vede ma si sente. A lui la conferma certa e la vittoria sicura. Tra qualche giorno verrà portato in trionfo per aver rimpicciolito il Parlamento e fatto ardere nel fuoco della virtù più di trecento poltrone.
riccardo fraccaro 9DAVIDE CASALEGGIO ALFONSO BONAFEDE RICCARDO FRACCAROANNA ASCANI ALLA OBAMA FOUNDATIONanna ascani 5anna ascani 4anna ascani 1
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