DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Travaglio per il Fatto Quotidiano - ESTRATTO
C'erano dei fascisti alla manifestazione romana dei tassisti e degli ambulanti contro il governo? Sì, ce n' erano (le indagini ci diranno se facevano parte dei dimostranti o erano infiltrati di Forza Nuova). C' erano dei violenti con le bombe carta, i petardi e i tirapugni? Sì, ce n' erano. Si può bloccare un servizio pubblico essenziale per una settimana? No, non si può.
Ma c' entrano qualcosa i metodi di alcuni con le ragioni e i torti della protesta?
No, non c' entrano nulla. I No Tav della Val Susa continuano ad avere ragione a contestare l' opera pubblica più inutile, costosa, dannosa e stupida della storia anche se qualcuno di loro o qualche black bloc infiltrato compie atti di violenza.
E lo stesso vale per i tassisti e gli ambulanti. Certamente il sistema in cui hanno vissuto finora va rivisto, perché produce disservizi e si presta ad abusi, clientele e chiusure corporative. Ma non si può farlo con un sistema ben più indecente: due emendamenti infilati nottetempo, lanciando la pietra e nascondendo la mano, nel decreto Milleproroghe all' insaputa dei più, e approvati con la fiducia, senza un minimo di discussione pubblica con i cittadini e i rappresentanti delle categorie interessate. Anzi colpite a senso unico.
Le parole "concorrenza" e "liberalizzazioni" sono musica per le orecchie. Ma poi bisogna calarla nella vita di decine di migliaia di lavoratori che hanno pagato le proprie licenze decine di migliaia di euro e le vedono ridotte a carta straccia, beffati dalla concorrenza sleale di chi non subisce gli stessi controlli di qualità (vedi Uber) o è autorizzato a operare nel tal paesino e poi si sposta nelle metropoli senza controlli né sanzioni (vedi molti autisti Ncc): tutti danni che lo Stato dovrebbe almeno indennizzare.
E soprattutto bisogna domandarsi perché a ogni fregola liberalizzatoria si pensa quasi soltanto ai tassisti, e non a ben altre categorie ultraprotette che nessuno osa mai toccare per motivi lobbistico-clientelar-elettorali (il Sole-24 Ore elenca le tante liberalizzazioni incompiute, dalle concessioni dei servizi portuali, aeroportuali e autostradali alle partecipate locali, dalle assicurazioni ai notai: con un costo di 2,6 punti di Pil in 5 anni).
Queste ragioni di comune buonsenso sono sostenute da politici di sinistra come Fassina, da pidini ragionevoli come Emiliano, da un pezzo di centrodestra (da sempre legato alla lobby di una parte dei tassisti romani) e dai 5Stelle. Eppure è già partita l' etichettatura demonizzante, da destra, dal centro e da sinistra. Per il Giornale "Grillo sta coi violenti" (e dunque anche il centrodestra).
Per l' Unità "Raggi sta con i fascio-taxi" (e dunque anche Emiliano). Per il Manifesto la Raggi "guida a destra". Per Repubblica "Grillo cavalca la tigre populista", anzi "la plebe" (testuale). Per il Foglio è tutta una "accozzaglia illiberale guidata dai grillini e da vari cialtroni", e nemici della "modernità" e del "mercato" (invece un presunto giornale che non compra neppure chi lo scrive e campa da 21 anni con milioni di euro pubblici è un monumento alla libera concorrenza).
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