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1 - IL TRIBUNALE ACCOGLIE LA RICHIESTA DELLA RAGGI
Edoardo Izzo per www.lastampa.it
Il tribunale di Roma ha accolto la richiesta di giudizio immediato avanzata dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi ed ha fissato la prima udienza del processo al prossimo 21 giugno. Un risultato importante per il Movimento 5 Stelle in chiave elettorale: la Raggi infatti non sarà costretta a presentarsi in aula il prossimo 9 gennaio all’udienza preliminare e soprattutto non si ritroverà alla sbarra come imputata durante le prossime elezioni politiche previste per il 4 marzo.
la sindaca di roma virginia raggi (3)
Ed è stato proprio quest’ultimo punto a pesare più di tutti sulla scelta processuale della Raggi e dei suoi legali, gli avvocati Alessandro Mancori e Emiliano Fasulo, che - di concerto con lo staff dei 5 Stelle - hanno preferito allungare i tempi per non favorire gli avversari politici di Luigi di Maio, candidato premier del Movimento. Altro vantaggio sarà inoltre diversificare la posizione della sindaca da quella di Raffaele Marra che sarà invece in aula il 9 gennaio prossimo.
La Raggi è accusata di falso documentale: mentì all’Anticorruzione del Comune di Roma - secondo la procura di Roma - riguardo al caso di Renato Marra, fratello del suo ex braccio destro Raffaele. Marra senior da vigile urbano graduato fu promosso a capo del dipartimento turismo del Comune con un incremento di stipendio pari a 20 mila euro.
E l’accusa alla Raggi è relativa precisamente alle dichiarazioni all’Anac comunale, in cui il ruolo di Raffaele Marra era definito «di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali».
Una ricostruzione che secondo il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall’Olio contrasta con il contenuto delle chat finite agli atti. Per questo il 28 settembre scorso i pm avevano chiesto il rinvio a giudizio sia per Raggi sia per Raffaele Marra (accusato di abuso d’ufficio).
Ora il gup Raffaella De Pasquale ha accolto l’istanza di immediato giudizio della sindaca rinviando il procedimento a un giudice monocratico. La stessa scelta era stata fatta dai giudici di Milano nel processo a carico del primo cittadino Giuseppe Sala per i fatti legati all’Expo 2015.
2 - NICCOLÒ GHEDINI: «SE HA RINUNCIATO ALL' UDIENZA NON DEV' ESSERE MESSA BENE»
Simone Canettieri per “il Messaggero”
Onorevole Niccolò Ghedini, da parlamentare di Forza Italia e soprattutto da avvocato di Silvio Berlusconi come giudica la mossa di Virginia Raggi?
«Non è una strategia difensiva molto efficace, quella di chiedere il giudizio immediato perché si perde la garanzia dell' udienza preliminare».
E quindi?
«Solitamente se sei convinto di avere l' evidenza dell' innocenza fai l' udienza preliminare, ti giochi le tue carte e punti a essere prosciolto. E' capitato perfino a Berlusconi...».
Ci ricordi quando.
PIER SILVIO BERLUSCONI CON GHEDINI.
«Certo, con il lodo Mondadori e con i diritti Mediatrade, in cui invece andò a processo suo figlio Pier Silvio. Quindi in teoria l' udienza preliminare è un momento sia di garanzia che di possibilità di proscioglimento immediato».
E invece Raggi ha scelto un' altra strada: secondo lei è un motivo più politico che di strategia?
«E' un modo per evitare il rinvio a giudizio perché temevano il rinvio a giudizio. E' una scelta esclusivamente politica».
Il M5S, come dice Carlo Nordio, scopre i diritti dell' imputato?
«Certo, anche se è una lettura fin troppo benevola».
Una nemesi politica per i grillini?
«Eh sì».
Quante volte ha sentito attaccare Berlusconi dai grillini anche sull' uso dei tempi giudiziari?
«Eh! Tutti i giorni! Lasciamo perdere, dai. Comunque loro utilizzano un escamotage processuale che io non avrei mai adottato».
Ma l' obiettivo era scavallare le elezioni del 4 marzo.
«E allora? Avrebbero potuto cercare di far durare di più l' udienza preliminare portando nuove prove, nuova documentazione, difendendosi in udienza preliminare.
In maniera normale, a volte anche combattiva, come abbiamo fatto spesso con Berlusconi, cercando di ottenere il risultato».
Quale idea si è fatto dell' inchiesta in cui è coinvolta Virginia Raggi?
«Io non conosco la situazione processuale della sindaca, ma evidentemente il suo avvocato deve averla ritenuta non brillante».
Quando ha letto questa notizia cosa ha pensato?
«A me le disgrazie giudiziarie dispiacciono sempre, facendo questo mestiere. E devo dire che, tutto sommato, la vicenda della sindaca mi sembra di una gravità non straordinaria. Oggi fare l' amministratore è il mestiere più pericoloso del mondo: si ha sempre la magistratura sul collo per qualsiasi cosa.
Ma non conosco nel merito la vicenda».
Anche i grillini sono diventati realisti oltreché garantisti?
«Certo, finalmente hanno sdoganato gli indagati. Purtroppo, però, a loro la Costituzione piace solo quando torna comoda».
Qual è la morale della vicenda?
«Diciamo che la prossima volta prima di attaccare Berlusconi sui suoi processi dovranno pensarci un attimo in più».
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