DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
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Prendete i pop corn, è iniziata la nuova stagione della fiction "Resa dei conti nel Pd". Gli ex renziani Guerini-Marcucci-Lotti in trincea, riuniti nella corrente "Base riformista", la sinistra di Orfini e gli aficionados di Franceschini, non vedono l'ora di liberarsi della trimurti Zingaretti-Bettini-Orlando, che sta portando il partito all'irrilevanza politica e al tracollo nei consensi.
Il primo casus belli per affilare le lame è la nomina del vicesegretario. La proposta di Zingaretti, la sodale Cecilia D'Elia, non piace agli ex renziani convinti che la carica debba andare alla minoranza interna, dunque a loro. La carta da giocare ce l'avrebbero: è Debora Serracchiani.
Ma gli equilibri interni sono marginali rispetto al nodo scorsoio che sta strozzando i dem: i sondaggi. L'ultima rilevazione di Swg inchioda il Partito democratico a un miserevole 14,2% (in calo di 4,3 punti) e il Movimento CInquestelle con Conte leader in risalita al 22%.
Sì, esattamente quel Conte che Zingaretti e Bettini hanno elevato a statista, lucidandolo come "punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste".
andrea orlando e nicola zingaretti
Una mossa da allocconi: Conte sguscia via con i sondaggi in poppa, rubando voti al Pd, e Zingaretti arranca, con un partito in crisi e nemici dappertutto.
Il governatore del Lazio ha buttato il pallone in tribuna annunciando un congresso nel 2023 lanciando un pizzino ai suoi nemici: "Conservo nel cellulare gli appelli di decine di candidati sindaci e presidenti di regione che mi scongiuravano di stringere alleanze con i 5stelle…".
Due anni in politica sono un'era geologica e infatti nessuno è disposto ad aspettare così a lungo. Andrea Marcucci ha subito puntato i piedi: "Lo voglio prima il congresso, credo debba essere dopo le amministrative, ma entro la fine dell'anno, a ottobre o a novembre".
Il tintinnio di sciabole annuncia scintille all'Assemblea dem del 13-14 marzo. Gli ex renziani e la corrente di Orfini vogliono un cambio radicale di direzione: "Conte - è il ragionamento - non è più il federatore dell'alleanza Pd-M5s, ora è un leader di partito che ci ruba voti. Dobbiamo darci una nuova identità…". Zingaretti, Bettini e Orlando farebbero bene a guardarsi le spalle…
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