CHI TROVA UN AMICO, TROVA UN TESORIERE - DIETRO LA FUSIONE POLITICA DS-MARGHERITA C’È STATA UNA NETTA SEPARAZIONE ECONOMICA: OGNUNO PER SE’ E I SOLDI PER ME - LUSI NON STORNAVA SOLTANTO MILIONI PER LE SUE CASE MA PROVVEDEVA A FORAGGIARE LE INIZIATIVE POLITICHE DEGLI EX DIRIGENTI DELLA MARGHERITA (ANCHE QUELLI CONFLUITI NEL PD) - SPOSETTI (EX TESORIERE DS) HA INVECE AFFIDATO L’IMMENSO PATRIMONIO IMMOBILIARE DEL PCI A 57 FONDAZIONI CREATE AD HOC (DI FATTO UNA PRIVATIZZAZIONE)…

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Fabio Martini per "La Stampa"

In quei giorni di primavera del 2007, tra liti e qualche pianto, i Ds e la Margherita si sciolsero, confluendo con grande enfasi nel futuro Partito democratico. Nei trionfalistici documenti ufficiali dei due congressi però era omesso un piccolo dettaglio: i partiti optavano per la separazione dei beni e cioè non portavano nella nuova casa neppure uno spillo. I propri "redditi" li tenevano tutti per loro.

I Ds trattenevano non solo l'ingente patrimonio immobiliare e artistico ereditato (assieme a molti debiti) dal Pci, ma soprattutto i cospicui rimborsi elettorali previsti per i successivi 4 anni; la giovane Margherita era senza debiti, disponeva di una ingente liquidità e anche lei non versava al Pd i finanziamenti pubblici fino al 2011. Una separazione dei beni che si accompagnava ad un'altra originalità: i due partiti confluivano nel Pd, ma lo facevano con una formulazione ambigua, in base alla quale la propria attività politica non era conclusa. Era «sospesa».

E' con questo carico di ambiguità che Ds e Margherita scompaiono dalle schede elettorali ma restano fino ad oggi parzialmente attivi. Costituendo due tesoretti, finalizzati ad iniziative legali, le più diverse: gli ex Ds, grazie al diuturno lavoro del tesoriere Ugo Sposetti, sono riesciti a spegnere lo storico debito cumulato dal Pci e al tempo stesso hanno messo su una miriade di Fondazioni che gestiscono il residuo patrimonio immobiliare; gli ex Margherita (a parte le "deviazioni" del suo tesoriere) dal 2007 in poi si sono finanziati - ecco la novità - campagne elettorali, manifestazioni e convegni di ex esponenti di quel partito.

Dunque, tutto ha inizio nella primavera del 2007, è allora che si pongono le premesse di una storia tutta italiana: i partiti dalla "doppia vita". In quell'anno i tesorieri dei Ds, Ugo Sposetti e della Margherita, Luigi Lusi, cominciano a farsi pregare persino per versare una parte dei "propri" soldi per la campagna elettorale del Pd, appena nato per loro volontà. Soltanto con le elezioni del 2008 (e i relativi rimborsi) il Pd si prende la sua autonomia e dunque Lusi e Sposetti si dedicano alle loro "creature".

L'opera più complessa la compie Ugo Sposetti, un viterbese di 65 anni, uomo sanguigno, legato alla cultura di partito e alla storia del Pci. E' lui che nel bilancio Ds del 2010 può scrivere: «L'atto più significativo di questo rendiconto è la conclusione della vicenda della Beta immobiliare», la cassaforte delle proprietà immobiliari dei Ds. Sposetti - con sacrifici simbolici (la vendita delle Botteghe Oscure e di Frattocchie) era riuscito ad azzerare un debito enorme.

Ma sempre Sposetti si dedica ad un'altra operazione: costituisce 57 Fondazioni in tutta Italia alle quali viene conferito il restante patrimonio immobiliare, per un valore di centinaia di milioni di euro, determinando - è la tesi di Mauro Agostini, primo tesoriere del Pd - «con una procedura opaca, una sostanziale privatizzazione del patrimonio che era frutto del sacrificio di generazioni di militanti». Con un paradosso che li comprende tutti: mentre le 57 Fondazioni dei Ds danno in affitto tante loro sedi ai Pd locali in giro per l'Italia, a Roma il Pd nazionale è in affitto. E il padrone di casa ha un nome famigliare: Margherita.

E quanto al partito guidato da Rutelli, dal 2007 fino al 2011, riceve decine di milioni di rimborsi elettorali. Una parte vengono stornati da Lusi, una parte resta in cassaforte e la parte restante? Beppe Fioroni, da sempre uno che parla chiaro, spiega: «Il finanziamento di iniziative politiche, ma anche di campagne elettorali di ex dirigenti della Margherita confluiti nel Pd o restati nel perimetro del centrosinistra, compreso l'Api di Rutelli, è previsto dallo Statuto, è perfettamente legale».

E così diventa più chiara la vita reale della Margherita dopo il suo (apparente) scioglimento: tutti coloro che, forti dell'antica militanza, chiedevano una mano a Lusi, potevano sperare di averla. Sapendo di non commettere reati. Forti di quel paradosso tutto italiano dei partiti-zombie: sciolti, ma ancora vivi.

 

lusi e sposetti BERSANI FRANCESCO RUTELLI MASSIMO DALEMA PIERO FASSINO GIUSEPPE FIORONI