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BARACK NON SBARACCA - CON TRUMP ALLA CASA BIANCA E HILLARY ORMAI BOLLITA, OBAMA E’ COSTRETTO A GUIDARE L’OPPOSIZIONE DEMOCRATICA AL NUOVO PRESIDENTE - ECCO LE TRE IPOTESI PER FAR DERAGLIARE “THE DONALD” (O ALMENO METTERLO IN SERIA DIFFICOLTÀ)

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trump e obama alla casa biancatrump e obama alla casa bianca

Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

Il piano A di Barack Obama era consegnare la Casa Bianca a Hillary Clinton, e poi godersi la vita: viaggiare, scrivere, occuparsi della sua biblioteca presidenziale. La vittoria a sorpresa di Trump, e le pressioni dei suoi compagni democratici divisi e allo sbando, lo stanno costringendo invece a virare sul piano B, ossia guidare l'opposizione per cercare di deragliare il successore, partendo dalla crisi provocata dall'ingerenza russa nelle presidenziali.

 

trump putin obamatrump putin obama

Fonti interne al partito dicono che Obama e Hillary sapevano dell'inchiesta su Putin almeno un mese prima del voto, ma avevano deciso di non denunciarlo per due motivi: primo, erano sicuri di vincere; secondo, ritenevano che parlandone avrebbero aiutato Trump, perché non potevano presentare le prove, e quindi lui avrebbe usato le accuse per sostenere che c'era un complotto del sistema contro di lui.

 

Ora i democratici stanno rinfacciando ad Obama questo errore, oltre a quello di non aver tenuto meglio sotto controllo il direttore dell'Fbi. Comey infatti aveva deciso da solo di pubblicizzare la riapertura dell'inchiesta sulle mail di Hillary alla vigilia del voto, perché la ministra della Giustizia Lynch era stata costretta a ritirarsi dal caso dopo aver incontrato Bill Clinton sul tarmac dell'aeroporto di Phoenix, e così lo aveva lasciato senza copertura politica nel caso. I compagni di partito dunque hanno detto al Presidente e al vice Biden che non possono lavarsi le mani della situazione, e devono restare in campo a combattere.

donald trump barack obamadonald trump barack obama

 

Il primo problema da risolvere è la spaccatura fra i democratici. Nel campo di Hillary sono già cominciate le recriminazioni. Le sue amiche più strette, Cheryl Mills e Maggy Williams, ricordano che le avevano sconsigliato di candidarsi, rimproverando a John Podesta e Robby Mook di aver sbagliato l' intera campagna. Si parla addirittura di ripresentare Hillary come sindaco di New York contro de Blasio, ma i suoi confidenti lo escludono.

 

Nel frattempo il Partito è spaccato anche sul suo prossimo presidente, con la fazione di Charles Schumer, Elizabeth Warren e Bernie Sanders che favorisce il deputato musulmano del Minnesota Keith Ellison, mentre quella di Obama e Clinton vorrebbe invece l' ex segretario al Lavoro Thomas Perez.

 

donald  trump barack obamadonald trump barack obama

In questo clima di confusione, tutti pensano che Obama e Biden debbano continuare ad aver un ruolo di leadership, per raccogliere finanziamenti, indicare la strada, selezionare la nuova classe dirigente, e diventare anche la faccia pubblica dell' opposizione. Il problema è che dovranno farlo in concorrenza con i Clinton, almeno per i soldi, perché dopo la sconfitta di Hillary, Bill vuole conservare la sua Foundation.

 

Le ipotesi per deragliare Trump sono almeno tre, in ordine decrescente di difficoltà.

donald  trump  barack obamadonald trump barack obama

La preferita, ma anche la più complicata, sarebbe quella dell' impeachment, se l' Fbi scoprisse una complicità della campagna di Donald con gli hacker russi, o magari emergesse qualche conflitto di interesse compromettente. La seconda, già in corso, è l' inchiesta parlamentare avviata dal senatore McCain sull' intervento di Putin nelle elezioni. Quando una indagine così comincia, nessuno può prevedere dove finisce.

 

È vero che i repubblicani hanno la maggioranza al Congresso, e quindi i voti per bloccarla, però è anche vero che a gestirla sono proprio due membri del Gop nemici di Trump, cioè McCain e Graham, e quindi gli oppositori interni al nuovo Presidente potrebbero saldarsi con i democratici per rendergli la vita invivibile. Lo scandalo degli hacker poi complicherà la riapertura del dialogo con Putin: McCain e Graham stanno già preparando il testo per nuove sanzioni più dure, e per Donald sarà difficile bloccarle.

donald  trump   barack obamadonald trump barack obama

 

La terza ipotesi, sicura, è quella della palude politica. Non ci sarà nessuna luna di miele: la guerra comincerà il giorno dell'Inauguration. Ogni nomina nel gabinetto sarà contestata durante le audizioni per la conferma, che cominciano la prossima settimana fra i dubbi già espressi dall' Office of Government Ethics, perché i candidati sono i più ricchi di sempre e molti non hanno presentato i documenti fiscali per valutarli.

 

orange is the new black obama trumporange is the new black obama trump

La speranza è farne saltare almeno uno. Stesso discorso per la scelta del prossimo giudice della Corte Suprema, che dovrà avvenire entro l'estate, mentre i nuovi ambasciatori difficilmente entreranno in carica prima dell' autunno. Poi bisognerà difendere la riforma sanitaria, puntando sull' assenza di un' alternativa per chi resta senza assicurazione, e frenare anche i provvedimenti economici, gli eventuali dazi protezionistici, gli investimenti sulle infrastrutture. In altre parole una guerriglia per paralizzare Trump e spingerlo a fallire.