DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
1 - TRUMP, L'ULTIMA TRINCEA LE VOCI SU MELANIA: GLI STA CONSIGLIANDO DI FARE UN PASSO INDIETRO
Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
ivanka trump visita una scuola a miami 2
Donald Trump ha passato un fine settimana di fiele, sfogando l' umore nero giocando a golf a Sterling, in Virginia. Da due giorni l' agenda ufficiale del presidente in carica è vuota: «Nessun impegno previsto». Il leader sconfitto il 3 novembre non vuole concedere la vittoria a Biden.
Anche se, riferisce la Cnn , sua moglie Melania e il genero-consigliere Jared Kushner, marito di Ivanka, starebbero cercando di convincerlo a fare un passo indietro.
Nelle ultime ore si sono moltiplicati i segnali: il dramma di The Donald sta mettendo a dura prova anche la coesione del suo circolo più ristretto. La famiglia non sembra più compatta.
L' ultimo tweet di Ivanka risale a venerdì: una blanda richiesta di trasparenza per «contare tutti i voti legali». Da allora è sparita dalla scena. La stessa Melania ha fatto sapere, attraverso la sua portavoce, che non «rilascerà alcuna dichiarazione», neanche per smentire le illazioni velenose dell' ultima ora, impossibili da verificare: sarebbe pronta a chiedere il divorzio.
rudy giuliani con eric trump e la moglie
Donald jr ed Eric Trump, invece, sono in trincea con gli stessi messaggi diffusi dal padre che continua a twittare: «Il voto è una frode», i «democratici stanno rubando le elezioni», «Trump ha vinto se si contano le schede legali». Ancora una volta i gestori della piattaforma sono intervenuti per segnalare il contenuto fuorviante di questi flash.
Man mano che scorre il tempo la posizione di Trump si va trasformando. Il leader americano ha scatenato la guerriglia giudiziaria, pensando di tirarsi dietro tutto il suo clan, il partito repubblicano e, soprattutto, una massa di supporter. Invece sabato, il giorno della vittoria di Biden, le piazze si sono riempite di giovani, di sostenitori democratici. Si è ballato e cantato per tutto il giorno davanti alla Casa Bianca, tra cartelli scritti a mano: «Trump you are fired», «Trump sei licenziato». Non ci sono state, almeno per ora, grandi marce a favore del presidente in carica.
È uno smottamento che rischia di diventare una frana rovinosa. Le rivelazioni della Cnn confermano ciò che si era percepito tra sabato e domenica. Nell' Amministrazione si sta infoltendo il gruppo di consiglieri che preme perché Trump chiami Biden e accetti il risultato delle urne, come è sempre accaduto nella storia recente del Paese. The Donald si era immaginato a capo di un' offensiva giudiziaria epocale, con un finale clamoroso.
Rischia di finire in un bunker con un manipolo di fedelissimi, dominato dalla figura distruttiva dell' ex sindaco di New York, Rudy Giuliani, artefice delle trame più sballate, a cominciare da quella su Biden e l' Ucraina. Oggi il team di avvocati, con Pam Biondi, ex procuratrice della Florida; Corey Lewandowski, il primo capo della campagna nel 2016 e lo stesso Giuliani, presenteranno i ricorsi per contestare le procedure elettorali soprattutto a Filadelfia, Pennsylvania e a Detroit, Michigan.
Trump accompagna su Twitter, dove riprende i toni incendiari usati da Giuliani nella conferenza stampa proprio a Filadelfia, sabato 7 novembre. Questa volta, però, la Casa Bianca non è riuscita a mobilitare una corrente di pensiero come accadde all' inizio dell' anno, quando i democratici aprirono la procedura di impeachment. Si sono mossi solo alcuni senatori repubblicani, a cominciare da Lindsey Graham. Forse questa situazione di stallo surreale potrebbe durare ancora qualche giorno: il tempo per vedere come vengono accolti dai tribunali i dossier.
A questo punto non è neanche semplice immaginare una via d' uscita. Ieri l' ex presidente George W. Bush ha diffuso una nota che sembra un consiglio non richiesto: «Voglio congratularmi con il presidente Trump e i suoi supporter per la combattiva campagna elettorale. Ha ottenuto 70 milioni di voti dagli americani, uno straordinario risultato politico... Il presidente ha il diritto di chiedere il riconteggio e presentare i ricorsi. Ogni questione sarà giudicata in modo adeguato. Il popolo americano deve avere fiducia: le elezioni sono state fondamentalmente corrette e il risultato è chiaro».
Come dire: Donald, ti sei battuto bene, ma hai perso. Ora devi solo prenderne atto ed eventualmente preparare la rivincita.
2 - IVANKA, JARED E I «FRATELLI PITBULL»: CHE FARANNO I FEDELISSIMI?
Michele Farina per il “Corriere della Sera”
Alla fine, come all' inizio, accanto al Donald furioso e disarcionato c' erano loro tre, i figli fedelissimi. Praticamente (quasi) gli unici a non essere stati cacciati in questi anni di «hire and fire» alla Casa Bianca: Ivanka, Eric e Donald Junior, l' erede prediletta e i fratelli «pitbull» (così li chiama un funzionario della Casa Bianca citato dal Financial Times ). Persino il genero, l' imberbe Jared Kushner che il suocero chiama «il genio», quello che fino all' ultimo non ha creduto (scrive il New York Times ) che Joe Biden potesse vincere davvero, persino lui è andato dal presidente a dirgli che doveva mollare.
Con Ivanka più defilata, nella delicata gestione dell' operazione «è finita papà». Raramente, nella storia americana, la cerchia dei figli (con relativi partner) ha giocato un ruolo così preminente (invadente) nelle stanze del potere. Ivanka (che il padre nel 2015 avrebbe voluto come candidata vice presidente) la consigliera più ascoltata, l' eterna «Daddy' s little girl», l' anti-Melania: sempre nella scia del padre, pronta a sostituirsi a lui (nella raccolta fondi quando Donald si è beccato il Covid o al seggio di presidente degli Stati Uniti al G20 in Germania).
Con il marito Jared coinvolto in mille dossier, dalla riforma della giustizia alla pace in Medio Oriente. E adesso che faranno? Onestamente, a questa uscita non avevano pensato, dicono le voci e gli spifferi dalla Casa Bianca. Erano sicuri di avere altri quattro anni al top, sicuri di non essere licenziati dal boss. Ivanka e Jared già pensavano comunque di non tornare più a New York e alle loro vecchie attività (lei la moda, lui il settore immobiliare): troppi ponti tagliati, troppe amicizie spezzate. Figuriamoci ora. Il ritorno a Manhattan non è un' opzione.
C' è un tesoro di 70 milioni di trumpiani da gestire. Dei quattro fedelissimi famigli, sarebbe Donald Junior, uno dei «pitbull» che in queste ore hanno accusato i repubblicani di essere dei codardi, il più propenso a restare nella politica attiva, il più simile al padre per temperamento.
Don ha mantenuto base a New York, come il fratello Eric, per condurre i business di famiglia. Il futuro dei pitbull è legato a quello del papà: nell' immediato, non svegliarsi dal sogno, testa bassa e contestare per non darla vinta a «Sleepy Joe». Sono Ivanka e Jared, la stella prediletta e il genero che gode di luce riflessa, ad avere alzato gli occhi, pensando a un domani pieno di opportunità nell' America di Biden. Sono giovani, freddi e calcolatori. Non come Melania, che nella notte della vittoria elettorale nel 2016 piangeva, e non di gioia.
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