
DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA -…
(ANSA) - "E' meglio per il nostro Paese quando il candidato democratico e quello repubblicano (per la Casa Bianca) sono entrambi qualificati". Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama durante un'intervista con BuzzFeed News. Sottolineando come "i repubblicani guardano ad un candidato che molti di loro ritengono non essere pronto per fare il presidente", Obama ha insistito che allora questi dovrebbero esprimere un voto sul nome da lui presentato per la successione del giudice Antonin Scalia, di recente scomparso, alla Corte Suprema.
Ovvero il giudice Merrick Garland, una proposta che diversi repubblicani in Congresso hanno affermato di non voler prendere in considerazione, in quanto ritengono che la nomina per la massima Corte spetti al prossimo presidente.
(ANSA) - Donald Trump incontrera' mercoledi' prossimo l'ex segretario di Stato americano Henry Kissinger. Lo riporta il Washington Post citando alcune fonti. L'incontro con il consigliere dei presidenti Richard Nixon e Gerald Ford mostra come il tycoon e l'establishment repubblicano si stiano avvicinando e come Trump stia cercando di rafforzarsi in politica estera. Kissinger e' un grande conoscitore soprattutto della Cina, Paese contro il quale Trump ha usato toni duri.
Federico Rampini per “la Repubblica”
Ha litigato col premier inglese («avrò un brutto rapporto con David Cameron»).
Ha insultato il New York Times, «giornale in fallimento», per un reportage sui suoi rapporti con le donne. Ha ammonito che lasciar entrare rifugiati significa «prepararci un nuovo 11 settembre ». E al giornalista che gli chiedeva perché non rende pubbliche le sue dichiarazioni dei redditi - come fanno tutti i candidati da mezzo secolo - ha risposto: «Non sono fatti tuoi».
Tutto questo, solo nelle ultime 48 ore. Il metodo Trump procede invariato. E funziona, almeno nel calamitare su di sé l' attenzione. Le spara sempre più grosse, e così si parla quasi solo di lui.
Alla faccia di chi annunciava una sua nuova tattica, più moderata e presidenziale, ora che ha la nomination repubblicana in tasca.
L' intellettuale di destra Fred Barnes, condirettore del Weekly Standard che è la rivista storica dei neoconservatori, spegne ogni illusione: «Non vi aspettate un New Trump. Per lui essere presidenziale significa essere noioso, e non ne ha l' intenzione. E' il Trump negativo, quello che fa a pezzi gli avversari, ad attirare l' attenzione». Finora gli è andata bene così e perciò "The Donald" teorizza: «Quando hai un metodo che ti fa vincere tutte le eliminatorie, non lo cambi per la finalissima».
Sarà lo stesso per le ultime tempeste? Probabilmente sì. Litigare coi capi di Stato stranieri è esattamente quel che gli elettori vogliono da lui. Insultare i musulmani pure. Che sia un "macho" con le donne non stupisce chi lo ha seguito nel reality show The Apprentice. Perfino la reticenza sulle tasse potrebbe risultare innocua per lui: i suoi fan odiano l' Agenzia delle Entrate e potrebbero credergli quando si definisce un perseguitato fiscale.
Per quanto sembri aggressivo e lacerante, il metodo finora ha fatto danni solo a chi gli si è messo contro. Una generazione di guru, commentatori, esperti di marketing elettorale, per non parlare dei 17 ex candidati, colleziona errori di previsione su di lui dal luglio scorso. Scottati, umiliati, molti vengono a Canossa.
Piano piano, alla chetichella, tanti notabili del partito repubblicano che lo avevano scomunicato, stanno alzando bandiera bianca. Il movimento #Never-Trump (MaiTrump) perde i pezzi un giorno dopo l' altro. Perfino quello che sembrava l' ultima alternativa in serbo, e che molti avrebbero voluto nominare in una convention "contesa" a luglio: il presidente della Camera Paul Ryan. Anche lui modera i toni e cerca il compromesso, «sospende » l' annuncio del suo endorsement, ma non lo nega.
A difendere Trump così com' è, scende in campo anche una delle grandi firme del giornalismo conservatore, quella Peggy Noonhan che fu autrice di memorabili discorsi per Ronald Reagan. «La base disprezza il partito repubblicano perché è stata sempre tradita. Pensa che il sistema abbia bisogno di un elettroshock, e che Trump può darlo».
Sono ormai rimasti in pochi a resistere, assediati nel Fort Alamo di una destra che non vuole rassegnarsi all' Opa del tycoon- showman. Tra questi c' è l' altro fondatore e direttore di Weekly Standard, Bill Kristol: «Ho sempre votato repubblicano ma non posso votare Trump. Non ha né il carattere né la statura per essere presidente degli Stati Uniti. E' orribile un candidato che maneggia teorie del complotto deliranti come fa lui».
donald trump ted cruz is a pussy 1
Nel club degli irriducibili c' è anche Erick Erickson, uno degli intellettuali di destra firmatari dell' appello anti-Trump su The National Review. A proposito del "nuovo stile presidenziale" anche lui non si fa illusioni: «Non esiste una conversione sulla via di Damasco per Donald. A lui interessa solo sedurre la figlia del predicatore. In quanto a me, non voterò mai questo nazionalista tribale esaltato dai suprematisti bianchi ». Quale trattamento rischiano questi irriducibili, lo dice l' attacco che il sito di destra Breitbart ha sferrato contro Kristol: «Ebreo rinnegato. Lavora per regalare la Casa Bianca a Hillary».
donald trump diventa il front runner repubblicano per le presidenziali 2016
Anche a sinistra il metodo Trump comincia a seminare dubbi, o addirittura panico. I sondaggi danno alla Clinton un solido vantaggio, ma hanno sistematicamente sottovalutato Trump nelle primarie. Una spiegazione: molti si vergognano di dirlo ai sondaggisti, poi nel segreto lo votano.
Uno studio della Rand Corporation rivela che l' indicatore più efficace per capire chi simpatizza con The Donald non è il razzismo o il sesso, ma il riconoscersi in questa affermazione: «La gente come me non conta più nulla in America». Questo sentirsi disenfranchised (letteralmente spossessati dei propri diritti), beffati dalle élite, impoveriti dalla globalizzazione, è una percezione che va ben oltre i confini dell' elettorato di destra.
DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA -…
DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE…
DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO…
DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI…
DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA…
DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA…