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1.TSIPRAS, NON ANDREMO A ROTTURA DISTRUTTIVA SU DEBITO - PRONTI A NEGOZIARE CON PARTNER E CREDITORI PER SOLUZIONE GIUSTA
(ANSA) - "Non andremo ad una rottura distruttiva per entrambi sul debito: il governo di Atene è pronto a negoziare con partner e finanziatori per una soluzione giusta e duratura per il taglio del debito" greco. Lo ha detto Alexi Tsipras aprendo il suo primo consiglio dei ministri.
2.TSIPRAS, SIAMO UN GOVERNO DI SALVEZZA SOCIALE
(ANSA) - "Siamo un governo di salvezza sociale". Lo ha detto il premier greco Alexis Tsipras nella prima riunione del Consiglio dei ministri del proprio esecutivo. "Nostra priorità - ha aggiunto - dovrà essere quella di affrontare la crisi umana. Il popolo pretende da noi di lavorare duramente per difendere la sua dignità".
samaras e li keqiang al porto del pireo di atene comprato dai cinesi
3.TSIPRAS, STAMANE PRIMO CONSIGLIO MINISTRI - VICEMINISTRO MARINA, BLOCCHEREMO VENDITA PIREO
(ANSA) - Si riunisce stamane nei suoi uffici al Parlamento greco il primo consiglio dei ministri del governo di Alexis Tsipras. Si discuterà dei primi atti formali legati al passaggio delle consegne con i ministri uscenti, e dei primi atti dell'attività di governo. Intanto, il nuovo governo fa sapere che verrà bloccata la vendita della quota di maggioranza del porto del Pireo. Lo ha detto in un'intervista il viceministro della Marina Thodoris Dritsas.
la cina si compra il porto del pireo
"Noi non vogliamo vendere la quota di maggioranza dell'Autorità portuale del Pireo (Ppa). L'accordo con Cosco (l'azienda cinese che già gestisce metà del porto) sarà rivisto per il bene del popolo greco", ha detto. La privatizzazione del porto era uno dei passaggi chiave del programma di dismissione di beni statali concordato con la troika. Cosco era stata scelta lo scorso anno insieme ad altri quattro concorrenti come potenziale acquirente del 67% delle azioni della Ppa. La scadenza per la presentazione delle offerte è a fine gennaio.
4.QUANDO VAROUFAKIS INVITAVA A IGNORARE IL PROGRAMMA “MINESTRONE” DI SYRIZA
Alessandro Barbera per “La Stampa”
Alla cerimonia di insediamento del nuovo governo si è presentato più casual di Tsipras: senza cravatta e con la camicia fuori dei pantaloni. Sul suo profilo twitter si presenta con sguardo penetrante, sorriso ammiccante e capelli cortissimi. Yannis Varoufakis non sembra avere il physique du role del ministro dell’Economia. Eppure è un economista con tanto di cattedra ad Austin in Texas, noto nel mondo accademico per le accese polemiche contro gli accordi firmati da Atene con la Troika.
Cinquantatré anni, un dottorato in Economia a Essex, ottimo dipartimento, culla del ‘68 britannico e molto frequentata dagli studenti greci, due passaporti (il secondo è australiano) Varoufakis ha all’attivo diversi libri sulla crisi. Ne «Il minotauro globale» - tradotto anche in italiano - Varoufakis spiega la sua visione della leadership esercitata dell’economia americana sul resto del mondo: come il minotauro che nel mito greco sbrana chi finisce nel labirinto.
«Se la crisi dell’euro è un fallimento sistemico cominciato come crisi bancaria, allora la medicina d’Europa è peggio del male», scrive Varoufakis. «Nel tentativo di copiare la strategia interna del Minotauro globale, il simulacro tedesco ha promosso una strategia per restringere la crescita dei salari a un tasso significativamente inferiore alla crescita della produzione».
Varoufakis non è un accademico impolverato, l’eloquio è diretto e caustico. Il suo blog ne è la plastica testimonianza. Ad esempio in un post pubblicato il 3 giugno del 2012 e dedicato all’Irlanda, dice tutto quel che pensa anche su Syriza, il partito che ieri ha stravinto le elezioni e che ora l’ha fatto ministro. Varoufakis premette che l’Europa sta «marciando verso la catastrofe», che Syriza è «una chance per cambiare» ed elenca tutte le ragioni per le quali occorre votare quel partito.
Poi però si lascia andare ad alcune considerazioni che oggi suonano piuttosto imbarazzanti. Varoufakis dice ai lettori di «non essere preoccupati dell’estremismo di sinistra» che esprime il partito, e anzi raccomanda di «non leggere il suo programma». Avete sentito bene, il suo ottimo inglese non lascia spazio ai dubbi: «Raccomando (persino a quelli che hanno il greco fra le lingue conosciute) di non leggerlo» perché «non vale la carta su cui è scritto». Varoufakis lo definisce pieno di «buone intenzioni», «di promesse che non possono e non saranno soddisfatte».
La «più grande di tutte» è quella che «l’austerità venga cancellata». Di più: quel programma è «un minestrone» di politiche che non sono «né qui né là». Insomma, «basta ignorarlo». Syriza è un partito che «doveva progredire, nel giro di poche settimane, da un agglomerato che punta a superare la soglia del 4 per cento ad un grande partito che potrebbe essere in grado di formare il governo in poche settimane».
Ma per ora è «un cantiere aperto» e così «il suo Manifesto poco appetitoso». Da giugno 2012 è passato poco più di un anno e mezzo. La minestra ora è pronta, e certamente Varoufakis la considera appetitosa. Speriamo solo non sia quella riscaldata che ha mandato la Grecia nel baratro molto prima che fosse costretta a intervenire la Troika.
Twitter @alexbarbera
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