DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN…
Massimiliano Scafi per "Il Giornale"
Sparita, evaporata, la squadra non c'è più. La Cancel¬lieri è fuori. «Il ministro non parteciperà alle prossime elezio¬ni», precisano dal Viminale. Via pure la Severino, nemmeno lei vuole candidarsi. E la For¬nero se n'è già andata a sciare. Ma l'abbandono più pesante è quello di Corrado Passera. Sem¬brava l'uomo forte, l'eminenza grigia, il predestinato: invece, stritolato nella tenaglia Casini-Montezemolo e lasciato solo dal Prof, ha dovuto cedere al¬l'opa ostile neodemocristiana. Così accanto a Monti, oltre all'inossidabile Moavero, è rima¬sto solo Andrea Riccardi. Teo¬rizzatore della «sintesi equilibrata» tra partiti e società civile, è lui il vero vincitore della parti¬ta delle liste.
Una soltanto al Senato per su¬perare lo sbarramento, due alla Camera per «rispettare le iden¬tità ». Con questo schema, aval¬lato da Monti, Passera si dichia¬ra «non più disponibile» a pro¬seguire. «Peccato, si è persa un'ottima occasione - lo sfogo a caldo con gli amici - si era a un passo da un soggetto nuovo che poteva fare la differenza». Adesso al ministro dello Svilup¬po non resta che cercare un al¬tro lavoro.
Chiuso nell'ufficio di via Ve¬neto, parla al telefono, smanet¬ta con il computer, manda mail e spiega il perché della frenata. Sereno, «convinto di aver com¬battuto la battaglia giusta», cer¬tamente «amareggiato» per l'esito, ma determinato a fer¬marsi per un po'. Del resto, dopo lo strappo dell'altra sera, rac¬conta ai collaboratori, sarebbe stata una forzatura andare avanti. Dopo il braccio di ferro con Casini, impossibile fare fin¬ta di niente.
Eppure, che le cose per lui si stessero mettendo male, Passe¬ra lo aveva capito da giorni. Vo¬leva le chiavi, gliel'hanno tolte. Voleva fare il dominus del Ter¬zo Polo, il plenipotenziario del Prof, un amministratore dele¬gato con potere di linea e diritto di veto sulle candidature. Poi però lo scenario è cambiato, Monti ha deciso di non restare sullo sfondo ma di «salire», di impegnarsi direttamente e i suoi spazi di manovra si sono drasticamente ridotti.
L'ultima trincea era il listone. Il passo avanti del premier, se¬condo il ministro, poteva comunque rappresentare l'occa¬sione giusta per rompere gli schemi destra-sinistra-centro e cambiare la politica in Italia. Dai criteri di selezione delle candidature all'offerta elettorale finale: in questo quadro un raggruppamento unico doveva essere il «segno di discontinui¬tà » con il passato.
Invece hanno vinto «altre logiche» e Passera ora si deve arrovellare sul suo futuro. Che farà da grande? Punterà a qualche poltrona strategica nel mondo economico, come Eni, Finmeccanica, Cdp? O aspetterà un giro e riproverà con la politica: può sperare di entrare nel prossimo governo, anche se Bersani ha dichiarato di non vo¬lere con sé ex ministri di Monti. Berlusconi poi, non se ne parla neppure. Magari Monti, nel ca¬so, potrebbe ripescarlo. Si ve¬drà . Intanto Passera si prende «una pausa di riflessione».
«à un sopravvalutato - com¬menta l'ex Pdl Giuliano Cazzola - se se ne va, per noi non è una gran perdita». Casini invece non ha dimenticato i rituali del¬la Dc. «Io avrei litigato con Cor¬rado? Mi viene da ridere, siamo grandi amici e ho una stima enorme per lui. Monti ha condi¬viso una linea comune». Italia Futura non voleva mischiarsi con i vecchi partiti, l'Udc ha fat¬to notare che la politica è san¬gue eccetera, che per prendere voti bisogna far circolare lo scu¬do crociato, Riccardi ha soste¬nuto la pluralità . E Passera è rimasto solo.
Ora però Casini vorrebbe stra¬vincere e convoca una conferenza stampa per chiarire un punto che gli sta a cuore. «I nostri candidati li sceglieremo noi, come faranno anche gli altri. Poi li sottoporremo volentie¬ri a Enrico Bondi sulla base di criteri da stabilire». Il grande tagliatore riuscirà a potare le li¬ste? E non basta, Casini annun¬ci¬a battaglia anche sul program¬ma. «Monti ha chiesto integra¬zioni sull'agenda, noi le faremo su due punti, socialità e famiglia. Il rigore non può essere disumano».
ANNA MARIA CANCELLIERI ROBERTO NAPOLETANO GIORGIO NAPOLITANO Ministro Cancellieri ELSA FORNERO MARIO MONTI ANNA MARIA CANCELLIERI resize MARIO MONTI ANNA MARIA CANCELLIERI resize Casini Elsa Fornero e Paola Severino
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