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La prossima settimana entra nel vivo il Ballo delle Nomine pubbliche: un rito invariato dai tempi della Prima Repubblica. I negoziatori saranno, per il governo, Piercarlo Padoan e Carlo Calenda. Incroceranno i guantoni con Luca Bader ed Antonio Funiciello, in rappresentanza di Paolo Gentiloni. Mentre Matteo Renzi si fa rappresentare la sola Maria Elena Boschi al tavolo delle trattative. I dossier verranno preparati al ministero dell’Economia da Roberto Garofoli e Fabrizio Pagani.
Resta da capire se anche Dario Franceschini (azionista di maggioranza del Pd) sarà della partita. O se rimarrà ancora per un po’ sott’acqua. Una cosa è certa: un posto in aziende come Eni, Enel, Leonardo, Poste vale più di un ministero. E chissà se le scelte che verranno fatte (dureranno tre anni) saranno dotate di un pizzico di preveggenza, in vista delle nuove maggioranze per il dopo voto.
Per salvare le apparenze (in fin dei conti si tratta sempre di aziende quotate), il ministero di Padoan ha coinvolto anche i cacciatori di teste: attività più o meno inutile, vista la storia delle nomine delle società a partecipazione pubblica.
Comunque, la Korn Ferry si occuperà di individuare i nuovi vertici, ed i relativi consigli d’amministrazione, di Finmeccanica ed Enel; la Spencer Stuar con Carlo Dossi selezionerà quelli di Eni e Poste; e la Eric Salmon cercherà, con Massimo Minelli, i sostituti di Ferdinando Beccalli Falco e Roberta Neri rispettivamente presidente ed ad di Enav dati entrambi in uscita.
Grande attivismo anche all’Assogestioni, chiamata a fornire i rappresentanti delle liste di minoranza nei cda delle società partecipate. Formalmente la pratica è in mano a Tommaso Corcos, anche se l’uomo dei nomi è Massimo Menchini.
Corcos, però, è il presidente di Eurizon Capital, società del gruppo Banca Intesa. Ed oltre al cda dell’Eni si racconta che sia particolarmente attento (su stimolo di Giovanni Bazoli) al rinnovo del collegio sindacale del Cane a Sei Zampe. In modo particolare, vorrebbe sostituire il presidente del Collegio sindacale Matteo Caratozzolo ed il membro Marco Lacchini con Rosalba Casiraghi ed Enrico Maria Bignami.
Da Palazzo Chigi filtra l’orientamento di Gentiloni di confermare tutti gli amministratori delegati delle società: da Eni all’Enel, passando per le Poste; ad eccezione di Mauro Moretti in Finmeccanica. Emma Marcegaglia e Luisa Todini, però, vorrebbero tornare a casa. La presidente dell’Eni avrebbe addotto “affari di famiglia”, quella delle Poste perché Caio non le fa vedere una carta.
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