bruxelles attentati jihadisti

TUTTO QUELLO CHE DOVETE SAPERE SUI TERRORISTI DI BRUXELLES E PARIGI: ALTRO CHE LUPI SOLITARI, LA CELLULA ISIS DI ABAAOUD È COMPOSTA DA 60 PERSONE. NELLA RAQQA D'EUROPA TUTTI SI CONOSCEVANO ED ERANO NOTI ALLA POLIZIA BELGA, FRANCESE, AMERICANA O TURCA - IN EUROPA SONO ALMENO 1.500, OGNUNO HA RICEVUTO 50MILA EURO ED È COORDINATO E ARMATO PER AGIRE. I KAMIKAZE SONO SEPARATI DAGLI 'ALTRI' E ADDESTRATI DA MATTINA A SERA

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VIDEO - BAMBINA SALVATA DAL JIHADISTA A BRUXELLES

 

 

1. SE I LUPI NON SONO PIÙ SOLITARI

Alberto Negri per ''Il Sole 24 Ore''

 

La fine della teoria dei lupi solitari, che pure ci sono stati, e delle schegge impazzite. Nella Raqqa d' Europa tutti si conoscevano ed erano già in gran parte noti alla polizia, che fosse belga, francese o americana o addirittura turca.Continua pagina 7 di Alberto Negri Ma la rete jihadista, che a Molenbeek aveva il suo terminale al bar Les Beguines della famiglia Abdeslam, arrivava fino alla Siria del Califfo Al Baghdadi.

khalid el bakraoui ibrahim el bakraoui e najim laachraoui bruxelleskhalid el bakraoui ibrahim el bakraoui e najim laachraoui bruxelles

 

Dagli attacchi di Parigi e Bruxelles emerge chiaramente che siamo di fronte a un network internazionale esteso tra la capitale francese, quella belga e in collegamento con la casa madre dell' Isis. Sono le altre filiali che ancora ci sfuggono.

 

Tutto questo non può essere una sorpresa. Eppure in questi tre decenni le intelligence hanno continuato a lavorare sul radicalismo islamico su scala nazionale e limitandosi a osservare assai da lontano gli eventi mediorientali, con un' inesistenza sistematica di relais tra i servizi. I jihadisti sono meglio organizzati.

bruxelles  schaerbeekbruxelles schaerbeek

 

Sapevamo già molte cose per prevenire o contenere questi attentati. Colpisce che uno degli arrestati sia Abderahmane Ameroud, un franco-algerino già condannato in Afghanistan - Paese dove gli occidentali sono schierati militarmente da 15 anni - per complicità nell' omicidio del comandante tagiko Shah Massoud, ucciso il 9 settembre 2001, due giorni prima dell' attacco in Usa di Al Qaeda.

 

Ma era proprio a Molenbeek, nella capitale belga, che vennero reclutati i due tunisini kamikaze che fingendosi giornalisti assassinarono Massud: una storia che abbiamo raccontato due giorni fa su questo giornale con la testimonianza di un ex viceministro talebano, Washid Mozdah, colui che nel luglio 2001 avvertì gli americani di un possibile grande attentato sul territorio Usa. In questa vicenda non ci sono soltanto le impronte dei soliti sospetti ma tracce profonde come solchi che dovevano spingere a indagare.

ahmed shah masood ucciso dai talebani nel 2001ahmed shah masood ucciso dai talebani nel 2001

 

Ma il primo difetto di questa intelligence è proprio la mancanza di curiosità intellettuale. L' Isis, ora sotto pressione per l' avanzata di Assad sostenuto dall' aviazione russa, ha creato in Europa una rete in grado di sostenere una campagna prolungata di attentati: lo sostiene un rapporto dei servizi francesi pubblicato di recente dal New York Times.

 

Il braccio armato del Califfato all' estero ha iniziato da tempo a infiltrare combattenti addestrati in Siria e capaci di organizzare le cellule operative. L' aspetto più interessante è che il network risale alla fine del 2013: ha preceduto quindi la proclamazione del Califfato nel giugno 2104 a Mosul. Ma le "fabbriche della Jihad", come le chiamava Wahid Mozdah, si sono insediate in Europa prima dell' ultima generazione jihadista utilizzando marchi diversi: il franchising di Al Qaeda è passato all' Isis.

 

attentato bruxellesattentato bruxelles

Cinquemila sarebbero i foreign fighters partiti in questi anni per la Siria, un quarto provenienti dai Balcani: non potremo stupirci se ritroveremo qualche nome che abbiamo già visto in Bosnia, Kosovo o Macedonia negli anni '90.

 

Questo è un conflitto decentralizzato e prolungato, che sopravvive ai suoi leader, all' illusione di effimere occupazioni territoriali come in Afghanistan o Iraq, ai bombardamenti con i droni: la vecchia guerra al terrorismo "all' americana" non solo non ci ha reso più sicuri ma l' ha portata in casa nostra.

 

 

2.SESSANTA JIHADISTI INVIATI A COLPIRE IN EUROPA PER CINQUANTAMILA EURO

Estratto dall'articolo di Francesco Semprini e Giordano Stabile per ''La Stampa''

 

abderaman bruxellesabderaman bruxelles

Sono i servizi segreti dello Stato islamico a organizzare gli attacchi sul suolo europeo. Una struttura che conta 1.500 uomini selezionati, dispone delle migliori risorse umane e materiali, ed è dominata dagli stranieri. Uno Stato nello Stato, detestato dagli stessi combattenti islamisti «regolari».

 

Questo nucleo dell' Isis, secondo i racconti di disertori e islamisti catturati, ha inviato in Europa nell' autunno 2015 sessanta foreign fighter guidati da Abdelhamid Abaaoud, con il compito di portare il terrore in Francia, Belgio e Gran Bretagna. Almeno venti sono ancora in circolazione. La colonna è organizzata in cellule semi-autonome, o dissociate in grado di continuare a colpire anche se una viene neutralizzata. I kamikaze sono sorvegliati da «coordinatori» pronti a farli saltare a distanza se hanno esitazioni.

 

La catena di comando

Tutto è diretto dal Dipartimento di sicurezza esterno, Amn al-Kahrji, la più importante delle quattro branche della Sicurezza dell' Isis, nome in arabo Amniyarat. Le altre sono l' Amn al-Dakhili, la sicurezza interna, l' Amn al-Askari, i servizi militari, e l' Amn al-Dawla, l' Fbi dell' Isis ovvero la contro-intelligence.

faycal cheffou bruxellesfaycal cheffou bruxelles

 

L' Amn al-Kharji fino a novembre 2015 era guidato da Abu Rahman al-Tunisi, eliminato nel raid Usa nel dopo Parigi. Per il Pentagono era responsabile del coordinamento del «trasferimento di informazioni, persone, finanziamenti e armi», l' ufficiale esecutore degli attacchi in Occidente.

 

A un livello intermedio, a preparare gli attacchi a Raqqa assieme ad Abaaoud e Salah Abdeslam (anche se il suo ruolo è ancora da approfondire), c' erano un altro tunisino, Charaffe al-Mouadan, e Abdul Qader Hakim, anche loro eliminati dai raid Usa. La gestione totalmente straniera dell' Amn al-Kharji è di Abu Khaled, un siriano di Aleppo che faceva l' addestratore nei campi dei foreign fighter e ha disertato nel 2015. «I combattenti regolari e gli "amniyin", quelli dei servizi - ha rivelato al giornalista Micheal Weiss - non si amano. Quando li addestravo i miei amici militari mi dicevano: ti sei messo con i miscredenti».

faycal cheffou  bruxellesfaycal cheffou bruxelles

 

I combattenti incaricati di colpire all' estero hanno campi speciali. L' addestramento è durissimo, «dalle 5 e 30 del mattino a sera». I kamikaze vengono separati dagli altri: Durante le lezioni religiose chiedono "chi vuole essere martire". Quelli che alzano la mano vengono messi in un gruppo a parte». Il vero obiettivo è far cessare i raid aerei sul Califfato.

 

Una paga da 50 mila euro

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Un altro foreign fighter fermato in Francia, Nicolas Moreau, spiega: «Ogni combattente inviato in Europa riceve 50 mila euro». È lui, soprannominato il «Pentito» ad aver fatto per primo, la scorsa estate, il nome di battaglia di Abaaoud: Abu Omar. Gli investigatori hanno capito che era il capo della colonna che stava pianificando gli attacchi in Europa. A ottobre viene convocato un vertice d' urgenza dei Servizi europei su un rapporto da Raqqa che indicava come Abaaoud stesse organizzando l' arrivo di 60 foreign fighters. Il contingente jihadista arruolato segue la rotta balcanica coordinato da Abaaoud, l' unico a conoscere tutte le identità dei mujaheddin assoldati.

 

Cellule «dissociate»

festeggiamenti in libia e siria per il massacro di bruxellesfesteggiamenti in libia e siria per il massacro di bruxelles

Il 13 novembre arrivano gli attentati di Parigi. La colonna non opera in blocco, ma in cellule. Ognuna ha un compito preciso, attacco, ripiegamento, copertura e staffetta. Abaaoud muore nel blitz di Saint-Denis, pochi giorni dopo, ma la struttura continua a operare, grazie alle cellule dissociate. Una tattica utilizzata dai servizi segreti: così, anche nel caso qualcuno cada nelle mani del nemico, non può «bruciare» nessuno, neppure sotto tortura.

 

Ci sono poi i coordinatori, come quello arrestato ieri, Faycal Cheffou, il «giornalista terrorista» riconosciuto dal tassista che ha accompagnato il commando a Zaventem. «Si muove autonomamente, non si deve far esplodere in aria, forse porta armi - spiegano fonti di intelligence europea -.

 

(...)

 

 

3.BRUXELLES, CRIMINALI DI QUARTIERE DIVENUTI JIHADISTI

Fabio Tonacci per ''la Repubblica''

 

un video jihadista inglese minaccia heathrow e downing streetun video jihadista inglese minaccia heathrow e downing street

La chiamano la cellula terroristica di Abaaoud, adesso. Ma fino a tre anni fa gli uomini che hanno lordato Parigi e Bruxelles con il sangue di 161 innocenti, erano semplici criminali di quartiere. Divisi in tre bande. C'era il gruppo di Molenbeek, ovviamente. I padroni, i più numerosi. Qualche chilometro verso est sul croissant pauvre, la cintura povera della capitale belga, c'era la Leaken dei fratelli Bakraoui, ladruncoli di macchine col vizio di maneggiare le armi. Un po' più in là, a Schaerbeek, vivevano gli "studiosi". L'universitario Lachraaoui, l'artificiere. E il giornalista freelance Faycal Cheffou, l'attentatore col cappello. Della religione non fregava niente a nessuno.

 

IN UN CHILOMETRO QUADRATO

VIDEO ISIS CELEBRA ATTENTATI DI BRUXELLESVIDEO ISIS CELEBRA ATTENTATI DI BRUXELLES

Torniamo al 2013, dunque. Quando i terroristi che hanno sconvolto l'Europa non avevano ancora aderito al fanatismo del Califfato, né alla barbarie della guerra in Siria.

 

Quelli di Molenbeek vivono dentro un chilometro quadrato. Scandiscono le giornate tra rapine, canne, birra e ragazze. Non hanno tempo per la moschea, né per la preghiera. Abdelhamid Abaaoud è il terzo figlio di Omar, commerciante benestante che ha un bel negozio di tessuti a rue du Prado, una traversa della piazza del municipio.

 

ANCHE TRUMP NEL VIDEO ISIS SUGLI ATTENTATI BRUXELLESANCHE TRUMP NEL VIDEO ISIS SUGLI ATTENTATI BRUXELLES

L'appartamento dei fratelli Salah e Brahim Abdeslam è all'angolo della stessa piazza, sopra una gioielleria. Alle spalle del caseggiato c'è rue Evariste Pierron, dove vive il belga con origini marocchine Chakib Akrouh, che parteciperà al commando delle Terrasses di Parigi. Si fanno duecento passi e si arriva al 3 di rue Ransfort: in questo dignitoso salone di coiffeur ha investito i suoi risparmi Mohamed Abrini, oggi latitante per aver accompagnato in Francia Salah il giorno prima della mattanza del venerdì 13 novembre.

 

Nella stessa via risiede un altro "arnese" che nel giro di due anni farà parlare di sé: Ayoub El Khazzani, l'uomo che nell'agosto scorso ha ferito tre passeggeri sparando con un fucile d'assalto sul treno Thalys tra Amsterdam e Parigi. In quel chilometro quadrato di Molenbeek, ci sono tutti. "Erano una banda - ricorda Albert R., uno dei vicini di casa degli Abdeslam - con un capo indiscusso: Abaaoud, il ricco. Qualcuno era un più violento degli altri, ma tutti amavano la bella vita". Che ha un costo, e per Salah il salario per il lavoro da meccanico non basta. Così si arrangia spacciando. Ha già conosciuto il carcere: nel 2010 è finito dentro con Abaaoud per rapina a mano armata.

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I FRATELLI DI LAEKEN

Nella gang di Molenbeek, nel 2014, bazzica anche un "forestiero". Ibrahim Bakraoui è di Laeken, e gli altri lo conoscono di fama. "È il matto che ha sparato alla polizia".

 

L'episodio risale al gennaio 2010. Ibrahim viene beccato mentre tenta di rapinare uno sportello Western Union vicino alla casa dei suoi genitori in rue Wauthier. Per fuggire spara e ferisce un agente, ma in cantina gli trovano due kalashnikov. Nove anni di carcere: questa è la condanna, ma esce di prigione dopo quattro con la condizionale. Referenze sufficienti, a Molenbeek, per ottenere da Omar, il padre di Abdelhamid Abaaoud, un impiego part time al magazzino di tessuti.

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Ibrahim ci lavora per qualche mese e trascina nella "batteria" di Molenbeek il fratello minore Khalid, che il carcere non l'ha ancora assaggiato nonostante la grande passione per guidare le macchine degli altri: da quando ha 15 anni ruba auto, spesso solo per il gusto di farle filare a tutta velocità lungo gli otto chilometri di asfalto del petit ring che circonda il centro storico. Si è guadagnato un soprannome: "Lamborghini".

 

Il 22 marzo 2016 i fratelli Bakraoui si faranno esplodere con due valige imbottite di Tatp: uno all'aeroporto di Zaventem, l'altro alla fermata della metro di Maelbeek.

Bruxelles sotto attacco, chi sono i terroristi del commando

 

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GLI "ISTRUITI" DI SCHAERBEEK

A Schaerbeek Najim Laachraoui, futuro artificiere della cellula, ha lasciato gli studi nel 2010, a 19 anni. Frequentava il Politecnico all'Université libre del Belgio, ma si perdeva nei tornei di frisbee nei weekend. "È sempre stato un bravo studente, Najim". Così lo ricorda la direttrice dell'Istituto cattolico superiore della Santa Famiglia di Helmet.

 

Il ragazzo, per il suo futuro, ha però in mente qualcos'altro. Secondo alcuni, è diventato un attivista filopalestinese. Quel che è certo è che tra il 2012 e il 2013 frequenta i fratelli Othman e Mohamed Ahsynnai, oggi sotto processo per reclutamento di foreign fighter. E conosce l'imam radicale Mohamed Benjiba, che sarà espulso dal Belgio. Sono questi i "cattivi maestri" degli studenti di Schaerbeek, esattamente come lo è, a Molenbeek, Khalid Zarkani, amico di Abaaoud e in contatto diretto con l'Is.

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Laachraoui conosce Faycal Cheffou, personaggio noto in quel di Schaerbeek non foss'altro perché suo fratello Karim, di professione rapinatore, è stato ucciso lì dalla polizia durante un arresto. Nella sua abitazione nascondeva un kalashnikov. Lo stesso Faycal è stato coinvolto in una storia di omicidio, avvenuto a casa sua mentre era assente.

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Al giudice ha dovuto spiegare perché in cantina avesse uniformi della polizia, cappucci, manganelli, frutto dei suoi furtarelli. Un piccolo criminale, a quel tempo. Come gli altri gangster della periferia di Bruxelles trasformati in jihadisti.

 

 

4.MOURAD LAACHRAOUI, IL FRATELLO DEL KAMIKAZE CHE ANDRÀ ALLE OLIMPIADI: «NON LO SENTO DA QUANDO È PARTITO PER LA SIRIA»

Da www.corriere.it

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Non riesce a trattenere le lacrime Mourad Laachraoui, uno dei sei fratelli di Najim, uno dei due kamikaze degli attentati di Bruxelles, e artificiere degli attacchi di Parigi: Mourad, 21 anni, è un campione di della nazionale belga di Taekwondo e sarà alle Olimpiadi di Tokyo per provare a vincere, dopo l’argento conquistato ai campionati mondiali in Sud Corea lo scorso anno, anche una medaglia d’oro. Giovedì, in una conferenza stampa, si è detto «sopraffatto» da quanto ha saputo e ha condannato con forza il comportamento di suo fratello (Reuters)

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