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Enrico Franceschini per “la Repubblica”
«Un giorno vidi dalla finestra Margaret Thatcher. Era senza scorta. Mi venne in mente che avrei potuto assassinarla. Misurai la distanza tra me e lei. Pensai che se non fossi stata quella che sono, se al mio posto ci fosse stato un altro, la lady di ferro sarebbe morta».
Hilary Mantel, l’autrice di Wolf Hall e altri due romanzi diventati bestseller mondiali, con cui ha vinto due Booker Prize, non ebbe soltanto un pensiero fuggevole. Quell’incontro ravvicinato con l’allora primo ministro le è rimasto in mente dal 1983 al presente, quando ne ha fatto un racconto romanzesco, intitolato per l’appunto The Assassination of Margaret Thatcher, August 6th 1-983 .
Sabato è uscito sul Guardian , accompagnato da un’intervista in cui la Mantel ne ha spiegato la dinamica. Pubblicandolo, il quotidiano progressista londinese non ha nascosto che si trattava di un progetto controverso: inizialmente era destinato al filoconservatore Daily Telegraph, ma il direttore di quest’ultimo, quando ha scoperto l’argomento del racconto, lo ha rimandato al mittente perdendoci migliaia di sterline già pagate, e ha informato la redazione che i lettori sarebbero inorriditi soltanto a leggere il titolo.
Ma questo è niente rispetto a quello che è successo dopo la pubblicazione sul Guardian: un’ondata di proteste di cui ha dato conto ieri il Sunday Times. Dice Tim Bell, ex addetto stampa della Thatcher: «Se qualcuno ammette che ha pensato di assassinare qualcun altro, a mio parere la polizia dovrebbe indagare. Come minimo, la Mantel è colpevole di cattivo gusto. Dovrebbe andare dallo psicanalista».
Nel racconto, una donna fa conoscenza con un militante dell’Ira, l’esercito clandestino repubblicano nordirlandese, uno specialista di attentati e azioni per eliminare bersagli politici: «Una storia del genere sarà un grave insulto per i familiari di tante vittime innocenti degli attacchi dell’Ira », si indigna Conor Burns dei Tories. Tra le centinaia di messaggi vi sono lettori che definiscono la Mantel «una perversa codarda», alcuni gioiscono («La Thatcher è l’unico politico di cui mi sono augurato la morte»), altri sostengono che si tratta semplicemente «di un affascinante pezzo di narrativa».
La scrittrice, che per ora non commenta, non è nuova a polemiche di questo genere. L’anno scorso un suo articolo per la London Review of Books su Kate Middleton, in cui descriveva la principessa come «una mannequin da vetrina il cui unico scopo è dare alla luce» un futuro re, ha ricevuto attacchi di ogni sorta, inclusa una condanna del primo ministro David Cameron, sebbene l’autrice abbia in seguito spiegato che voleva soltanto difendere Kate dai media. La storia sull’assassinio della Thatcher fa parte di un suo libro di racconti di imminente pubblicazione.
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