RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
1 – UCRAINA, GIURA ZELENSKY
Giuseppe D' Amato per “il Messaggero”
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Venti minuti per indicare la via per rivoluzionare il proprio Paese. Tanto è durato il discorso inaugurale di Vladimir Zelensky letto una parte in ucraino e una parte in russo alla Rada, il Parlamento nazionale. Numerosi i passaggi fondamentali, a partire dalla citazione di un attore americano, Ronald Reagan (uno dei suoi modelli), diventato come lui presidente: «Il governo non risolve i nostri problemi, ma è il governo il nostro problema».
UN SELFIE CON VLADIMIR ZELENSKY
Passaggio a cui è seguito subito dopo l' invito all' Esecutivo Grojzman (poi accolto dal premier nel tardo pomeriggio) a «liberare i posti a chi pensa alle future generazioni e non alle prossime elezioni». Il neopresidente ha annunciato Parlamentari anticipate in estate, in precedenza programmate ad ottobre. La Rada è dissolta.
Il ciclone Zelensky ha portato all' immediata uscita di scena di varie alte cariche dello Stato, tra cui un paio di ministri ed il capo dei Servizi segreti (Sbu). Gli ucraini devono unirsi: «Dobbiamo diventare ha osservato - come gli islandesi nel calcio, gli israeliani nel difendere la loro terra natale, i giapponesi nella tecnologia, gli svizzeri nella loro capacità di vivere felicemente insieme».
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Cruciale nel discorso inaugurale gli aspetti riguardanti la crisi con la Russia. L' obiettivo di riportare i territori persi nel 2014 (la Crimea annessa dal Cremlino, ndr) è centrale per questa Presidenza.
«Il nostro primo compito ha osservato Zelensky - è raggiungere il cessate il fuoco in Donbass», regione adesso per un terzo controllata dai separatisti filo-russi, dove si combatte una cosiddetta guerra congelata. Poco dopo il ballottaggio del 21 aprile Mosca aveva reso nota l' intenzione di semplificare l' acquisizione del passaporto russo da parte dei cittadini delle repubbliche popolari. La squadra presidenziale da Kiev aveva risposto, definendo la Russia «uno Stato aggressore che foraggia il conflitto contro l' Ucraina».
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Al discorso inaugurale del nuovo collega il presidente russo Vladimir Putin ha reagito affermando che aspetterà «i primi successi nella composizione dei conflitti interni nell' Ucraina sud-orientale e nella normalizzazione delle relazioni bilaterali». Il Cremlino non ha fatto i tradizionali auguri di «buon lavoro» a Zelensky.
GLI AUGURI
Auguri che sono, invece, immediatamente arrivati dai partner occidentali, tra cui la cancelliera tedesca Merkel ed il presidente francese Macron. L' Ucraina ha da tempo rivolto lo sguardo all' Unione europea ed al «progetto europeo», allontanandosi dal secolare «polo» russo. Uno dei suoi obiettivi nel futuro prossimo è quello di aderirvi come membro. Stesso discorso per l' ingresso nell' Alleanza Atlantica.
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La rottura con il Cremlino, è bene ricordarlo, avvenne nel novembre 2013, quando l' allora presidente Viktor Janukovich non firmò a sorpresa accordi economico-commerciali con l' Ue, scatenando la rabbia della popolazione, scesa in piazza a protestare. Da qui il cosiddetto EuroMajdan e la scia di sangue all' Est.
LA DEMOCRAZIA
L' Unione europea significa per gli ucraini democrazia, stato di diritto, pace, stabilità, prosperità. La speranza della gente è quella di seguire le orme della vicina Polonia, dove ora lavorano circa 2 milioni di connazionali, diventata in un quindicennio la quinta potenza eco nomica del continente.
Poco più che 41enne, laureato in Legge, Vladimir Zelensky è un popolare attore comico, protagonista di una fortunata serie televisiva, in cui impersonificava la figura di un insegnante diventato improvvisamente presidente, impegnato in una lotta senza quartiere contro la corruzione imperante.
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L' essere un candidato non politico di professione al di fuori dei giochi di potere l' ha favorito enormemente alle elezioni. La sua capacità di creare una squadra di professionisti al suo fianco è stata finora vincente. La domanda degli osservatori è se un novellino della politica senza esperienza possa rispondere adeguatamente con successo a sfide complesse come quelle ucraine.
2 – L' EX COMICO NON SCHERZA ZELENSKY APRE A MOSCA E SCIOGLIE IL PARLAMENTO
Roberto Fabbri per "il Giornale"
mercenario russo nel donbass, ucraina
La pace con i russi nell' Est del Paese come priorità della sua presidenza, «se necessario mettendo a rischio la mia stessa carica». L' ex comico Volodymyr Zelensky, trionfale vincitore delle presidenziali ucraine che un mese fa hanno sancito la fine dell' era del filoccidentale Petro Poroshenko, si è insediato ieri e non ha perso tempo nel far intendere che molte cose cambieranno. (...)
Il neo presidente ha poi promesso che non abbandonerà i territori ucraini, compresa la Crimea che nel 2014 Putin ha annesso unilateralmente, e ha sottolineato l' importanza di un cessate il fuoco nel Donbass, dove ormai da cinque anni si combatte con la Russia, che appoggia assai concretamente i separatisti che nelle province di Donetsk e di Lugansk hanno proclamato due Repubbliche filorusse, una guerra non dichiarata che miete migliaia di vittime tra militari e civili.
Prima tappa del processo di pacificazione, ha detto Zelensky, dovrebbe essere lo scambio di prigionieri. La reazione di Mosca, come già in aprile quando l' outsider ex attore vinse le presidenziali, è per ora gelida. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha ribadito che un prossimo incontro tra Putin e Zelensky non è previsto, e anzi ha sottolineato che il presidente russo attenderà per fare le sue congratulazioni al collega di Kiev che dall' Ucraina giungano novità significative. Sulla sovranità russa in Crimea, ha aggiunto Peskov, non sarà aperta alcuna discussione («è una regione russa», ha tagliato corto), mentre sulla questione dei prigionieri uno spiraglio è stato lasciato aperto. (...)
3 - LA PRIMA SFIDA DI PUTIN A ZELENSKY PASSAPORTO RUSSO AI CIVILI DEL DONBASS
Francesca Sforza per "la Stampa"
(...) Per chi tuttavia coltivasse ancora l' illusione che Zelensky fosse pronto a gettarsi nelle braccia dei russi, e che i russi fossero disposti ad accoglierlo, va registrata l' entrata in vigore di un decreto firmato dal presidente della Federazione Russa Vladimir Putin subito dopo il voto, in cui si dà diritto alle persone che «vivono permanentemente in alcuni distretti delle regioni ucraine di Donetsk e Lugansk a presentare domanda di cittadinanza della Federazione Russa con procedura semplificata». In pratica, tutti i cittadini delle repubbliche filorusse Donetsk e Lugansk possono fare richiesta di un passaporto russo e ottenerlo in breve tempo senza troppi inciampi burocratici.
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Il decreto del presidente Putin illustra anche - implicitamente - la «ratio» giuridica a cui si è ispirato: «Nel concedere ai cittadini ucraini la possibilità di ottenere la cittadinanza russa con una procedura semplificata, la Russia non crea nemmeno un nuovo precedente - si legge - È noto che dal 2009 ad alcune categorie di cittadini ucraini è stata concessa la cittadinanza rumena, così come, negli ultimi anni, l' Ungheria ha concesso la cittadinanza a molti suoi connazionali. Nel contesto della difficile situazione umanitaria nel sud-est dell' Ucraina, la Russia non può stare a guardare e abbandonare al proprio destino persone della sua stessa cultura».
La reazione ucraina alla scelta di Putin non fa che confermare la distanza che segna in questa fase i rapporti tra i due Paesi: «La verità è che oggi l' unica cosa che ci è rimasta in comune con la Russia è la frontiera», ha commentato Volodymir Zelensky.
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