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1. GRECIA: STAMPA,UE-BCE PREPARANO RISTRUTTURAZIONE DEBITO
(ANSA) - La Commissione Ue e la Bce starebbero lavorando alla bozza di un possibile comunicato per la ristrutturazione del debito se la Grecia farà l'accordo con i creditori. Lo riporta Kathimerini. Si tratta di una potenziale svolta nella trattativa.
2. IL FUTURO GRECO E DELL’EUROPA NELLE MANI DI 44 COMUNISTI
Alexis Tsipras e Yanis Varoufakis
Maurizio Stefanini per “Libero Quotidiano”
La Grecia come l'Islanda! È il piano della “Piattaforma di Sinistra”, ala radicale di Siryza il cui manifesto ha raccolto l'adesione di 44 deputati, perlopiù provenienti dal partito comunista greco (il Kke), e senza i quali il governo salterebbe. È vero che Tsipras, sta trattando con To Potami e il Pasok, e perfino Nuova Democrazia; è vero che qualcuno ipotizza che lo scopo vero delle pressioni di Bruxelles sia appunto quello di costringere il primo ministro greco a spostare la propria maggioranza verso il centro. Ma poiché ciò avrebbe un costo politico pesante, lo slogan “islandese” sta nel frattempo imponendo una rottura con l'Europa che man mano che le ore passano appare sempre più inevitabile.
La stessa Banca Centrale di Atene ha ieri avvertito che la Grecia rischia di uscire non solo dall'euro ma dalla stessa Unione europea, se non ci sarà un accordo tra il governo ellenico e i creditori internazionali, con una nota rilasciata mentre arrivava ad Atene il cancelliere austriaco Werner Faymann, a tentare un’ennesima mediazione. Ma per Tsipras se non si raggiungerà un compromesso onorevole, «diremo di no». «Le nostre proposte rispondono alle richieste delle istituzioni sugli obiettivi fiscali e le riforme», dice Tsipras, riferendosi a un progetto di graduale abolizione delle pensioni anticipate fra il 2016 e il 2022 che permetterebbero risparmi per 2,5 miliardi di euro.
E dunque, l'insistenza di creditori internazionali sui tagli alle pensioni sarebbe «incomprensibile». Poco prima, però, parlando ai deputati di Syriza Tsipras aveva detto che «le istituzioni creditrici di Atene (Ue, Bce e Fmi) vogliono umiliare il governo greco», accusando in particolare l'Fmi di responsabilità «criminale» per la situazione in cui versa il Paese.
È probabile che questa alzata di toni andasse letta non nel senso di un irrigidimento, ma al contrario come un contentino elargito agli elementi più radicali del partito apposta per convincerli che l'accordo da lui trattato non sarà una calata di brache. L'irata risposta di Jean Claude Juncker insinua in effetti che Tsipras parli in modo diverso a seconda degli interlocutori: «Incolpo il governo di Atene perché racconta cose che non sono state proposte dalla Commissione».
Tra tutte queste schermaglie, avverte il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, «il tempo sta finendo», anche se «un accordo è ancora possibile». Il vertice di oggi dei ministri delle Finanze dell'Eurozona non è forse l'ultimissima spiaggia, ma quasi. «Le condizioni tecniche per arrivare a un accordo sul piano di riforme della Grecia ci sono, ma ora serve la volontà politica da parte greca per arrivarci», è l'opinione del vicepresidente della Commissione europea con delega all’Euro Valdis Dombrovskis. «È falso dire che la Commissione Ue imponga nuove misure di austerità alla Grecia», afferma pure il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici.
Ma alla “Piattaforma di Sinistra”, appunto, sognano di fare come l'Islanda: default sui creditori esterni, nazionalizzazione delle banche e controlli sui capitali. C'è ovviamente la differenza che l'Islanda non stava nell'euro. E c'è quella che i creditori esterni cui due referendum dissero di no erano privati non residenti, e non istituzioni internazionali. L'Islanda poté dunque subito dopo chiedere all'Fmi un finanziamento d'emergenza da 5 miliardi di dollari, da cui la Grecia si troverebbe invece esclusa. Come vari Paesi del Terzo Mondo sopravvissuti a default del genere l'Islanda ha inoltre una capacità di ricavare valuta da materie prime e energia di cui la Grecia è pure priva.
Unica alternativa, in realtà, sarebbe l'aiuto di qualche partner extra Ue. È significativo che il giorno dopo il vertice dei ministri delle finanze Tsipras sarà di nuovo da Putin, a discutere del gasdotto Turkish Stream. Ed è pure interessante che il leader della Piattaforma di Sinistra Panagiotis Lafazanis è anche il ministro di Ricostruzione Produttiva, Ambiente e Energia partner diretto dei colossi energetici di Stato russi.
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