sergio mattarella giorgia meloni

“NESSUNO OSI METTERE I BASTONI TRA LE RUOTE, PERCHÉ FALLIRE SAREBBE UN DISASTRO” – UGO MAGRI “TRADUCE” IL DISCORSO DI SERGIO MATTARELLA SUL PNRR AL FESTIVAL DELLE REGIONI: “È UN MESSAGGIO CON MOLTI DESTINATARI: MANCARE ALLA PAROLA DATA SAREBBE UN'IPOTESI DA NON PRENDERE NEMMENO IN CONSIDERAZIONE. QUANTO ALLE CAUSE DEI RITARDI, MATTARELLA NE ATTRIBUISCE LA COLPA AI TAGLI DI PERSONALE NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI, PER CARITÀ DI PATRIA SPALMA LE RESPONSABILITÀ NELL'ARCO DELL'ULTIMO DECENNIO, CHE HA VISTO AL GOVERNO MAGGIORANZE DI OGNI COLORE; INSOMMA, NON ALIMENTA POLEMICHE…”

Ugo Magri per “La Stampa”

 

michele emiliano massimiliano fedriga sergio mattarella

Con l'Europa abbiamo preso «un impegno che va, ovviamente, onorato», afferma il presidente della Repubblica. Dove l'«ovviamente» è un messaggio con molti destinatari: mancare alla parola data, secondo Sergio Mattarella, sarebbe un'ipotesi da non prendere nemmeno in considerazione.

 

Bisognerà fare l'impossibile per rispettare le scadenze del Pnrr, varando in fretta le riforme ancora in sospeso e realizzando nei tempi previsti le infrastrutture concordate con Bruxelles in cambio dei quasi 200 miliardi di euro. Il capo dello Stato registra «un'ampia condivisione in ordine alla necessità» di rimboccarsi le maniche che lo induce a ben sperare. Sollecita «l'impegno convergente delle istituzioni e di tutte le forze politiche e sociali», senza distinguere tra chi governa e chi sta all'opposizione.

 

sergio mattarella al festival delle regioni

Nessuno osi mettere i bastoni tra le ruote perché fallire sarebbe un disastro. Quanto alle cause dei ritardi, Mattarella ne attribuisce la colpa ai tagli di personale nelle pubbliche amministrazioni, causati «dalle note ristrettezze di bilancio»; per carità di Patria spalma le responsabilità nell'arco dell'«ultimo decennio», che ha visto al governo maggioranze di ogni colore; insomma, non alimenta polemiche, tantomeno nei confronti di questo governo subentrato da poche settimane.

 

fitto meloni

Giorgia Meloni prende atto del monito costruttivo. «Lo condivido», precisa la premier da Tirana. Riconosce che «il problema esiste», non è una fantasia malevola del Quirinale. «Però noi», precisa, «abbiamo creato dal primo giorno una cabina di regia e stiamo lavorando in maniera incessante sul Pnrr».

 

Oltre al governo, dovranno darsi una mossa le amministrazioni territoriali, da cui dipendono una quantità di opere. E guarda caso Mattarella ne ha parlato al Festival delle Regioni e delle Province autonome, con tutti i governatori di fronte. È stato generoso di riconoscimenti e di ringraziamenti per i meriti conquistati sul campo durante il Covid.

 

sergio mattarella giorgia meloni

Durante la pandemia le Regioni si sono fatte carico di «scelte spesso non facili e compiute in un momento particolarmente drammatico per la vita dei nostri concittadini». Agli occhi del presidente quella pagina positiva dà la dimostrazione di come avessero visto giusto i padri costituenti, quando diedero vita al sistema delle autonomie. Chi si augurava uno stop ai progetti di «autonomia differenziata», su cui sta lavorando il ministro Roberto Calderoli, è rimasto probabilmente deluso dalle parole del presidente: anziché frenare ha dato un sostanziale via libera, sia pure condizionato dall'obbligo di non lasciare indietro nessuno, né persone né territori.

 

mattarella meloni 2

L'importante, per dirla con le parole del presidente, è «tenere insieme lo sviluppo dell'autonomia con la garanzia, estesa all'intero territorio nazionale, dei diritti civili e sociali, nonché con adeguata attenzione alle esigenze perequative. Elementi questi», fa notare Mattarella, «che non costituiscono limiti o correttivi alle autonomie ma ne sono caratteri propri».

 

sergio mattarella al festival delle regioni

In sostanza l'obiettivo resta quello di colmare i divari, specie tra il Nord e il Sud. Il presidente non si spinge fino a «benedire» il proposito, coltivato da alcuni governatori, di costituzionalizzare la Conferenza delle Regioni, prevedendola espressamente come una specie di terza Camera. È «una richiesta della quale non mi sfugge il valore politico e istituzionale», chiarisce, su cui dovranno eventualmente pronunciarsi Parlamento e governo. Ma il tono «assolutamente dialogante» dell'intervento è stato ben colto dalla platea, assicura il governatore veneto Luca Zaia alla Stampa. E il ligure Giovanni Toti conferma il vecchio feeling tra Mattarella e le Regioni: «Il presidente è sempre stato tra i nostri interlocutori più attenti e un sostenitore delle riforme che ci stiamo conquistando sul campo».

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