bossi salvini

“NON POSSONO TRADIRMI UN’ALTRA VOLTA” - IL 77ENNE UMBERTO BOSSI E’ FURIBONDO CON SALVINI E SI E’ CHIUSO IN CASA: NON SA SE E DOVE SARÀ CANDIDATO - POTREBBE FINIRE NEL PROPORZIONALE IN LOMBARDIA O NELL’UNINOMINALE A VARESE - RICORSI SUL PARTITO-BIS FONDATO PER LE ELEZIONI, STESSO SIMBOLO MA NOME DIVERSO: “LEGA PER SALVINI PREMIER”

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bossi salvini maroni

Alberto Mattioli per “la Stampa”

 

«Non possono tradirmi un'altra volta». Il vecchio leader è arrabbiatissimo, blindato nella sua casa di Gemonio da dove parla soltanto con i familiari, con qualche scelto esponente della minoranza e, vedremo poi perché, con gli avvocati.

 

Il tormentone pre elettorale della Lega si chiama Umberto Bossi. Ieri sera, non era ancora chiaro se e dove il Fondatore sarebbe stato candidato. In questa specie di lungo parricidio che è la storia del partito degli ultimi anni, Matteo Salvini sta tenendo il Padre politico sulle spine: lo candidiamo, non lo candidiamo, lo candidiamo se condivide la linea e così via, ad libitum. L' aggiornamento di ieri, ore 14,17, è stato il seguente: «Le liste non le ho ancora chiuse. A differenza di Renzi, io non dico "stai sereno" e poi accoltello alle spalle...».

salvini cornuto da isoardi il commento di bossi

 

Quindi, sembra che l' Umberto in lista ci sarà. Ma qui si apre il problema di dove. Renzo Bossi ha depositato i moduli di accettazione della candidatura (quella paterna, precisiamo, perché ai rampolli di casa Bossi la Lega ha già dato a suo tempo) per il proporzionale del Senato, ovviamente in Lombardia. Ma ci sono voci che vorrebbero invece Bossi candidato all' uninominale, a Varese. Però francamente un Bossi 77enne che fa il porta a porta nell'uninominale pare improbabile.

 

salvini al congresso della lega

Sta di fatto che il Senatùr è furioso con «quei due», che sarebbero poi Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti, le teste più fini della Lega, plenipotenziari salviniani in materia di collegi e candidati. Di certo, se Bossi ci sarà, sarà anche l' unico della minoranza: «Una foglia di fico», commentano da quelle parti. Il capo riconosciuto dell' opposizione interna, l' assessore lombardo all' Agricoltura, Gianni Fava, non è stato ricandidato; l' influente deputato romagnolo Gianluca Pini non si è ricandidato.

 

Ma Bossi è una bandiera. Impossibile lasciarlo a casa, anche perché non è poi sicuro che ci resti: a suo tempo, raccontò proprio a «La Stampa» che Silvio Berlusconi gli aveva offerto un posto in lista qualora non lo facesse il suo partito. Di certo in casa Lega non è un inizio di campagna sereno: magari più che nel Pd, ma certo meno che in Forza Italia. Stanno già volando le carte bollate.

SALVINI BOSSI

 

Oggetto: il partito-bis fondato per l' occasione elettorale, stesso simbolo ma nome diverso: «Lega per Salvini premier». La scelta ha scatenato un' ondata di ricorsi. Lunedì il giudice deciderà su quello di una signora mantovana dal nome meraviglioso, Zoraide Chiozzini, su presunte irregolarità nella nomina di Salvini a segretario.

 

Ma ce n' è anche un altro, già arrivato, pare, sulla scrivania di Marco Minniti, che contesta a Salvini e ai suoi, dopo la fondazione del clone, di poter disporre del logo della Lega «originale» e, di conseguenza, anche di poter presentare le liste. Oddìo, in Italia non si è mai visto uno dei partiti maggiori inibito a presentarsi. Però il ricorso c'è e con gli intimi Bossi lo starebbe anche commentando. È folle, questo il suo ragionamento, non trattare con la minoranza per cercare delle soluzioni condivise,rischiando la fronda interna e, soprattutto, eventuali guai legali. Salvini, intanto, tira dritto. In fin dei conti, per presentare i candidati ci sono ancora due giorni. In politica, un' eternità.

UMBERTO BOSSI E MATTEO SALVINI 2UMBERTO BOSSI E MATTEO SALVINI 3CALDEROLI BOSCHIUMBERTO BOSSI E MATTEO SALVINI