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Giovanni Caprara per il "Corriere della Sera"
«Questa condanna, più che storica è antistorica, e riflette una concezione di giustizia antica, comunque non in linea con gli standard di illuminata civiltà e difesa della Costituzione che la nostra magistratura normalmente manifesta». Le parole di Umberto Veronesi sulla condanna degli scienziati all'Aquila sono nette. Ma tendono a distinguere aspetti importanti che sembrano sfuggiti ai giudici.
«C'è un bella differenza fra dichiarare qualcuno responsabile o colpevole - aggiunge lo scienziato -. La colpevolezza presuppone un'intenzione: davvero i giudici pensano che gli esperti della Commissione Rischio avessero intenzione di mandare a morte migliaia di cittadini? Io credo di no. E allora, mi chiedo perché questa condanna per omicidio colposo a scienziati di fama che hanno sbagliato le loro previsioni. Purtroppo non vedo altra riposta che la vendetta, per placare il dolore di chi ha perso i propri cari. Ma il principio di vendetta collettiva non è quello che ispira il nostro Diritto e la nostra Costituzione».
«In questo caso - prosegue Veronesi - ci troviamo all'esatto opposto: una giustizia che sentenzia senza capire e senza analizzare, che pare volere soddisfare gli istinti peggiori dei familiari e dei sopravvissuti. à un precedente pericoloso che non fa parte della nostra cultura».
Umberto Veronesi esprime lo stupore che ha accumunato la comunità scientifica internazionale sui giornali e siti Internet; comunità che aveva scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano una lettera con oltre cinquemila firme a sostegno degli scienziati incriminati e che ora giudica la sentenza «assurda e pericolosa».
«Io sono un sostenitore della magistratura - sottolinea il professore -, alleata della scienza in molte battaglie di civiltà come per il Testamento biologico o per la Diagnosi preimpianto. Perciò sono tanto più stupito e sconcertato. Si accusa la scienza di non accettare limiti, ma quando li mostra, la società la condanna. La sismologia non si è mai dichiarata una scienza certa: grandi sismi non sono mai stati previsti con precisione. E come in Giappone di recente nessuno ha portato in tribunale i sismologi».
Infine Umberto Veronesi punta il dito sulla prevenzione dimenticata. «Il contributo della scienza per proteggersi dai terremoti non è soltanto nel monitorare il rischio (impresa aleatoria in ogni parte del mondo) ma soprattutto di pensare alle norme antisismiche da applicare all'edilizia moderna. In questo caso la scienza ingegneristica e fisica esprime le sue capacità , ma siamo certi che le sue indicazioni vengano applicate?».
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