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Da "La Stampa.it"
La marina britannica sarebbe pronta ad unire le forze con gli Stati Uniti per un eventuale attacco missilistico in Siria, in uno degli sviluppi possibili in risposta all'escalation dopo il presunto attacco chimico a Damasco dello scorso 21 agosto, e che potrebbe partire già a giorni.
Lo riferiscono alcuni giornali britannici. Il Daily Telegraph online cita fonti governative britanniche secondo cui continueranno i contatti tra il premier David Cameron e il presidente americano Barack Obama a riguardo, precisando tuttavia che nel caso in cui una decisione in questa direzione venga presa l'azione militare potrebbe partire entro la prossima settimana. Il Daily Mail online scrive che l'ipotesi è stata discussa durante una telefonata di 40 minuti tra Cameron e Obama e che una decisione verrà presa entro 48 ore.
Il segretario di Stato americano John Kerry ha telefonato al segretario generale dell'Onu alle sue controparti inglese, francese, canadese e russa per dirgli di avere «molti pochi dubbi» sull'uso di armi chimiche nell'attacco in Siria del 21 agosto.
Secondo un responsabile del dipartimento di Stato, Kerry ha detto a Ban Ki-moon, William Hague, Laurent Fabius, John Baird e Sergei Lavrov che «se il regime siriano avesse voluto dimostrare al mondo che non aveva fatto alcun uso di armi chimiche durante l'incidente, avrebbe fermato il suo bombardamento nella zona e offerto accesso immediato alle Nazioni unite cinque giorni fa».
Il capo della diplomazia statunitense ha «messo in chiaro, in vista delle informazioni condivise con i nostri partner, di aver molti pochi dubbi circa l'uso di armi chimiche da parte del regime siriano».
Ma accusare il suo regime di aver fatto uso di armi chimiche costituisce un «insulto al buonsenso»: così afferma il presidente siriano Bashar al-Assad in un'intervista pubblicata dal quotidiano russo `Izvestia´.
«Le affermazioni fatte da certi politici in Occidente e in altri Paesi sono un insulto al senso comune. Sono un'assurdità », incalza il leader di Damasco, che poi lancia un avvertimento agli Stati Uniti per il caso in cui decidessero di attaccare il Paese mediorientale: «Li aspetta il fallimento proprio come in tutte le altre guerre che hanno intrapreso in precedenza, a cominciare dal Vietnam», ricorda, «e fino ai giorni nostri».
La Russia ha messo in guardia oggi gli Stati Uniti sulle conseguenze «estremamente gravi» che avrebbe un eventuale intervento militare in Siria. In una telefonata di Sergej Lavrov al suo omologo Usa John Kerry, il capo della diplomazia russa ha sottolineato che le «dichiarazioni ufficiali fatte negli ultimi giorni da Washington sul fatto che le truppe americane sono pronte ad intervenire nel conflitto siriano sono viste con profonda preoccupazione» da Mosca.
«Si ha l'impressione che certi circoli, inclusi quelli sempre più attivi nei loro appelli per un intervento militare scavalcando l'Onu, stiano francamente tentando di spazzar via gli sforzi comuni russo-americani degli ultimi mesi per convocare una conferenza internazionale per una risoluzione pacifica della crisi», si legge in un comunicato del ministero degli Esteri russo.
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