VACANZE DI NATALE COL PD – PIÙ CHE UN CONGRESSO, UN CINE-PANETTONE: IPOTESI PRIMARIE IL 15 DICEMBRE – E RENZI PRENDE TEMPO

Tommaso Labate per il "Corriere della Sera"

Adesso sul taccuino di Guglielmo Epifani è stata impressa anche una data. Il «15 dicembre», l'ultima domenica prima delle vacanze di Natale. Certo, in campo resistono anche le opzioni del primo e del 5 dicembre, che i renziani ovviamente preferirebbero perché più lontane dal «rompete le righe» di fine anno.

Ma la data del 15 dicembre potrebbe essere, per le primarie della scelta del prossimo segretario del Pd, quella giusta. Non foss'altro perché il segretario, così facendo, manterrebbe la promessa fatta a Matteo Renzi di celebrare il congresso «entro la fine dell'anno» e, contemporaneamente, accontenterebbe il più possibile tutti quelli che premono per un allungamento dei tempi.

Adesso si tratterà soltanto di capire se il segretario calerà il jolly della data alla riunione della commissione per il congresso in programma questa mattina al Nazareno. Oppure se la terrà ancora nel mazzo in vista del successivo appuntamento che i commissari che lavorano alle regole si sono già dati giovedì mattina. Di certo c'è soltanto che Epifani vuole chiudere i lavori per la riscrittura dello statuto «in modo unitario». E che, per raggiungere l'obiettivo, sta resistendo al pressing dei tanti dirigenti romani che gli chiedono di dribblare l'indicazione di «una data precisa».

Eppure, nonostante la data impressa sul suo taccuino, Epifani sa che la questione regole non è ancora chiusa. Anche perché, se da un lato ha tutta l'intenzione di mantenere le promesse sia sull'apertura dei gazebo (voteranno tutti) sia sulla conclusione delle assise, il segretario spinge perché la prima fase congressuale sia completamente svincolata delle candidature per la segreteria. «Prima discutiamo di politica poi di nomi», è l'adagio che ripete in continuazione l'ex leader della Cgil.

Soluzione, questa, che continua a non piacere ai renziani. Che continuano a insistere, come spiega il componente della commissione congresso Lorenzo Guerini, sul fatto che «le candidature nazionali arrivino prima dei congressi dei circoli».

Ma se la matassa sulla coincidenza tra ruolo di segretario e candidato premier può essere ancora sbrogliata col «lodo D'Alema» - evitando qualsiasi riferimento e lasciando aperte tutte le strade - lo slittamento della presentazione delle candidature è un ostacolo grosso. Non foss'altro perché, in linea di principio, il fronte che si oppone al sindaco avrebbe più tempo per trovare uno sfidante. Sfidante che, nell'ottica di alcuni popolari come Beppe Fioroni, dovrebbe essere Enrico Letta in persona.

Renzi, nel frattempo, dice al Corriere Fiorentino che sulla candidatura «deciderò a settembre». Anzi, precisa, «decideremo insieme. Io e molti altri sindaci di tutta Italia». La rete del sindaco di Firenze sul territorio, soprattutto dopo il round di campagna elettorale per le amministrative, è già molto forte.

Tanto per citare i neo-eletti, stanno con lui il primo cittadino di Treviso Giovanni Manildo, quello di Siena Bruno Valentini e anche il vincitore della disfida di Brescia Emilio Del Bono. Senza dimenticare i big che potrebbero presto avvicinarsi all'esercito renziano: dal primo cittadino di Bari Michele Emiliano al sindaco di Bologna Virginio Merola, passando probabilmente per il neo-presidente dell'Anci Piero Fassino e per l'«appoggio esterno» di Giuliano Pisapia, che comunque non è del Pd.

Intanto, i candidati già iscritti alla competizione scaldano i motori. Pippo Civati annuncia una candidatura per ricompattarsi a Sel e al popolo delle primarie e «vendicare i casi Prodi e Rodotà». il vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella, in un'intervista al manifesto, annuncia che nella sua mozione ci sarà «l'ingresso» del Pd «nel Pse». Primi colpi di una battaglia ancora lunga. Che tra oggi e giovedì potrebbe avere i primi due punti fermi. Le primarie aperte, certo. E anche quella data, che per ora rimane impressa nel taccuino di Epifani.

 

 

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