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VADE RETRO MACRON! - PRIMO VIA LIBERA AI NUOVI CANDIDATI DELLA COMMISSIONE URSULA, MA PASSA CON SOLI 12 "SÌ" CONTRO 11 "NO" IL FRANCESE THIERRY BRETON, NEL MIRINO PER ESSERE STATO A CAPO DI DIVERSE AZIENDE CON POTENZIALI CONFLITTI CON IL SUO VASTO PORTAFOGLIO. PER INSEDIARSI IL PRIMO DICEMBRE LA NUOVA COMMISSIONE DOVRÀ PRENDERE LA FIDUCIA DELL'AULA IL 27 NOVEMBRE, UN VOTO A RISCHIO VISTO CHE URSULA È PASSATA CON SOLO 9 VOTI DI SCARTO
Alberto D’Argenio per “la Repubblica”
Si spacca la "maggioranza Ursula" al Parlamento europeo, con i Socialisti e democratici che accusano Popolari e Liberali di intelligenza col nemico, con la destra sovranista dei Conservatori. Ieri sono partite le audizioni dei tre nuovi commissari nominati da Francia, Ungheria e Romania dopo le bocciature da parte di Strasburgo che hanno costretto Ursula von der Leyen a rinviare l' insediamento del suo team, previsto il 1° novembre.
THIERRY BRETON EMMANUEL MACRON
Di fronte alla commissione giuridica del Parlamento si è tenuto l' esame preliminare, quello sui conflitti di interesse. Tutto ok per la romena Adina Valean e per l' ungherese Oliver Varhelyi. Passa invece con 12 "sì" contro 11 "no" il francese Thierry Breton, nel mirino per essere stato a capo di diverse aziende con potenziali conflitti con il suo vasto portafoglio che comprende Mercato Interno, Industria, Difesa e Digitale.
I socialdemocratici (Pse) insieme a Verdi e sinistra del Gue chiedevano un supplemento di indagini, mentre Popolari (Ppe) e Liberali (Re, il partito che fa capo a Macron) hanno votato per il francese passato per un soffio grazie ai voti dei Conservatori, i "sovranisti di governo" guidati dal polacco Kaczynski. Breton è stato promosso «con il sostegno dei gruppi della destra », denunciava il coordinatore socialista, Tiemo Wolken (Spd).
sylvie goulard e ursula von der leyen
Il centrosinistra è ancora infuriato per il fatto che a giugno von der Leyen sia stata scelta dai leader ignorando i candidati delle famiglie politiche Ue. Inoltre le contestano di non avere mantenuto la parola sulla perfetta parità di genere (ora sono 14 uomini contro 13 donne) e di avere permesso il sorpasso dei popolari ai danni dei socialisti all' interno della futura Commissione. Anche gli altri gruppi non appaiono del tutto compatti.
Il clima resta teso in vista delle audizioni sul merito dei tre candidati di fronte alle commissioni parlamentari competenti che partiranno domani, anche se per diversi osservatori non ci saranno nuove bocciature che sarebbero letali per la corsa di von der Leyen: si scommette sul fatto che nessuno si voglia prendere la responsabilità di aprire la più grave crisi istituzionale nella storia dell' Unione.
Ma anche se tutto andrà bene, per insediarsi il primo dicembre la nuova Commissione dovrà prendere la fiducia dell' aula di Strasburgo il 27 novembre, un voto comunque a rischio visto che la presidente tedesca a luglio è passata con solo 9 voti di scarto. Intanto resta aperto il caso britannico: Boris Johnson finora si è rifiutato di nominare il commissario inglese dopo il rinvio della Brexit al 31 gennaio. Con un voto unanime dei governi la Commissione potrebbe comunque insediarsi, ma si temono ricorsi di fronte alla Corte Ue.
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