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antonio tajani matteo salvini giorgia meloni
SALVINI, DA BANCHE 40 MLD DI UTILI, DOVREBBERO CONTRIBUIRE
(ANSA) - "Io ho parlato di banche perché l'anno scorso hanno avuto 40 miliardi di utili" che equivalgono a "3 manovre finanziarie" e "purtroppo le banche non sono un'impresa come le altre, non sono come gli imprenditori che mettono i propri capitali e rischiano. Invece le banche rischiano ma sono garantite dallo Stato.
Allora se bisognerà chiedere qualcosa a qualcuno per aumentare di più gli investimenti, ad esempio in sanità, credo che magari se le banche decidessero di mettere una piccola parte di questo maxi guadagno, penso che farebbero una cosa intelligente". Così il vicepremier e leader leghista Matteo Salvini ospite di Sky.
LA MAGGIORANZA DEI QUASI NEMICI
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”
ANTONIO TAJANI - MATTEO SALVINI - MEME BY VUKIC
[…] il duello tra Antonio Tajani e Matteo Salvini, un ring quotidiano, a tratti livoroso, a sempre più alta intensità, è decisamente un ottimo osservatorio per capire, dal piccolo al grande, cosa potrebbe succedere a destra, in Italia e in Europa.
C'è un bel po' di materiale da raccontare, per comprendere meglio come si è arrivati a questo punto. Allo striscione di Pontida: «Tajani scafista», alla sorpresa in Forza Italia, e alle scuse di Salvini. Prima che il giorno dopo – cioè ieri - tutto riprendesse come sempre: Andrea Crippa, l'uomo che parla per conto di Salvini, che rilancia l'avvertimento dal palco del segretario sulle tasse ai banchieri, e Maurizio Gasparri, capogruppo dei senatori di Forza Italia, che replica: «Facile prendere gli applausi criticando le banche».
VORTICE DI MAGGIORANZA - IL GIORNALONE - LA STAMPA
[…] Sabato pomeriggio, a Milano, Tajani si muove orgoglioso tra iscritti ed eletti di Forza Italia che riempiono l'auditorium, dove ha appena presentato ufficialmente il testo sulla nuova cittadinanza agli stranieri. Gli girano l'agenzia che riporta gli insulti dei giovani della Lega dal pratone di Pontida. La frase gli strappa un mezzo sorriso, raccontano.
Subito dopo, però, invia dei messaggi amari a Salvini. Mentre a chi gli sta intorno confida: «È preoccupato da Vannacci - dice riferendosi al generale eletto in Europa con la Lega –. Comincia a temere che gli sfili il partito al congresso».
MANFRED WEBER CON ANTONIO TAJANI AL CIRCOLO DEGLI ESTERI
L'indomani Salvini, completamente indifferente alle lamentele dell'alleato, mette nel mirino le banche, sapendo benissimo che l'unico rimasto nella maggioranza a difendere gli istituti di credito è il successore di Silvio Berlusconi. Ai lati di Salvini ci sono l'olandese Geert Wilders, il portoghese André Ventura e, soprattutto, il premier ungherese Viktor Orban.
GEERT WILDERS - MATTEO SALVINI - VIKTOR ORBAN - PONTIDA 2024
È la prima fila dell'Europa nera, i Patrioti del neonato gruppo dell'ultradestra […] Il leader azzurro si considera l'artefice dell'avvicinamento di Meloni alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, e dunque del conseguente allontanamento dei conservatori di Ecr dalla galassia degli ultranazionalisti di Salvini&Co.
Il giudizio sul collega vicepremier è molto influenzato dalla bassa considerazione di cui gode il leghista negli ambienti di Bruxelles e dei popolari: «Lo trattano come un appestato», ha detto più volte ai collaboratori.
Epiteti che sono impronunciabili pubblicamente. Però a volte la tentazione c'è. Tajani si ferma sempre un attimo prima di sfogarsi, fedele a quello che gli ha chiesto Meloni, quando è andato a lamentarsi con lei, a chiederle un riconoscimento formale del sorpasso compiuto sulla Lega: «Non umiliarlo, perché è capace di far saltare tutto».
[…] Salvini regna su un partito che forse non esiste più, […] sopravvissuto alle Europee grazie ai 500 mila voti del generale Roberto Vannacci.
TAJANI SCAFISTA - STRISCIONE DEI GIOVANI DELLA LEGA A PONTIDA
Ha perso completamente il Sud, e […] rischia concretamente di perdere il Veneto […]. Meloni vuole un candidato di Fratelli d'Italia, mentre Tajani continua a puntare maliziosamente su Flavio Tosi […]. […] L'idea che la destra possa dividersi non è così remota, spiegavano ieri a La Stampa fonti vicine a Zaia. Se la Lega andasse da sola, con magari un fedelissimo del presidente uscente, la coalizione ne uscirebbe a pezzi.
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju 1
A Meloni serve un accordo, come ha fatto per la Liguria. Ma deve arrivarci senza troppi strappi. Quando si parlano - ed è di frequente - lo fanno a tre, in chat. Tajani e Salvini raramente da soli: entrambi non sembrano orientati a smettere di punzecchiarsi. Ed è evidente che qualcosa non se la sono perdonata.
Per esempio, Salvini non ha mai digerito come Tajani ha gestito e sfruttato a proprio favore il clamoroso endorsement di Bossi a favore di Forza Italia, alla vigilia delle elezioni europee. Tajani invece va più indietro e ricorda come Fi sia stata svantaggiata dalla spartizione dei collegi uninominali che, nel 2022, ha enormemente favorito la Lega in Parlamento.
barbara pier silvio marina berlusconi
Più di recente, ha notato una certa intenzionalità nel caricare la proposta di tagliare il canone alla Rai, con conseguenze a svantaggio di Mediaset, il polo privato di casa Berlusconi, ancora padroni economici di Forza Italia. Il rapporto con i figli del fondatore, la pressione – più di Pier Silvio che di Marina – hanno progressivamente raffreddato il legame più confidenziale che aveva con Meloni, che lo ha voluto come vicepremier dopo le insistenze di Salvini per la stessa poltrona, già occupata ai tempi del governo Conte.
FORZA SCAFISTA - MEME BY VUKIC
Ma la premier, in questo ultimo anno, si è fatta sempre più sospettosa verso i Berlusconi e i piani politici del secondogenito amministratore delegato del gruppo tv. E ha notato che da luglio – proprio dopo le sollecitazioni di Pier Silvio - Tajani ci ha preso gusto a fare il leader. A dare forma a una pulsione interna che prescinde da lui, ma che sta assecondando e accarezzando.
L'eterna competizione al centro, il mercato dei voti moderati, la domanda di diritti e il desiderio di un partito di destra liberale sono fattori di una maturazione e, insieme, di una dialettica tra alleati che può diventare destabilizzante. Separarsi, però, è difficile a destra. Si litiga, si litiga ma non si rompe mai.
GEERT WILDERS - ANDRES VENTURA - MATTEO SALVINI - VIKTOR ORBAN - PONTIDA 2024 GEERT WILDERS - MATTEO SALVINI - VIKTOR ORBAN - ANDRES VENTURA - PONTIDA 2024 geert wilders matteo salvini pontida 2024 foto lapresse JOSE ANTONIO FUSTER - ANDRE VENTURA - KINGA GAL - GEERT WILDERS - VIKTOR ORBAN - MATTEO SALVINI - MARLENE SVAZEK - ELISABETH DIERINGER giorgia meloni antonio tajani matteo salvini
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