DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI…
Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”
«In nome del Signore Gesù Cristo, perdonateci!». Il primo Papa a chiedere scusa ai valdesi «per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi» è stato Francesco il 22 giugno 2015, a Torino. Silenzio, sguardi assorti, occhi lucidi tra le architetture spoglie del Tempio. E il proposito di lavorare assieme nella solidarietà: come nel caso dei migranti.
L' offerta dei valdesi di ospitare la quota italiana di migranti della Sea Watch 3 e Sea Eye è solo l' ultimo atto di un impegno che ha visto la Tavola valdese e Federazione delle chiese evangeliche lavorare con Sant' Egidio ai corridoi umanitari per i profughi.
Certo che ce n' era voluto, di tempo, per le scuse: 841 anni da quando il mercante francese Valdo, quasi contemporaneo (nacque nel 1140, una quarantina d' anni prima) e per certi versi affine a Francesco d' Assisi, rinunciò ai suoi beni nel 1174 per fondare il movimento dei «poveri di Lione» che da cristiani laici predicavano il Vangelo in lingua volgare e furono per questo accusati di eresia nel 1184 da papa Lucio III, con la bolla Ad abolendam , colpiti da «anatema perpetuo» e infine scomunicati. Secoli di dolore e stragi, villaggi incendiati, torture, condanne al rogo, ghetti. Anche in questo i valdesi avevano anticipato l' età della Riforma protestante, cui si unirono nel 1532 con l' adesione al calvinismo nel sinodo di Chanforan.
Valdo non voleva ribellarsi alla Chiesa ma contribuire al suo rinnovamento: predicazione itinerante dei laici, uomini e donne, testimonianza del Vangelo - con traduzione dei testi in franco-provenzale - una vita di povertà e condivisone modellata sugli Atti degli Apostoli. Dalla Francia all' Italia, i «poveri di Lione» consolidarono la loro presenza nelle Alpi Cozie, in Provenza e in Calabria, seppure braccati dall' Inquisizione. Le tre Valli valdesi, vicino a Torino, sono la Val Pellice, Chisone e Germanasca. A Torino avvenne il primo, vero riconoscimento dei loro diritti civili e politici, grazie alle Lettere patenti firmate da re Carlo Alberto il 17 febbraio 1848.
Tra le personalità di origine valdese, si possono citare il grande regista Luigi Comencini, lo storico e azionista Giorgio Spini e suo figlio Valdo, più volte ministro. Tra i politici ci sono anche l' ex ministro e segretario di Rifondazione Paolo Ferrero e il senatore di Forza Italia Lucio Malan. Di famiglia valdese è l' imprenditore del caffè Riccardo Illy, già sindaco di Trieste e presidente del Friuli-Venezia Giulia. Di ascendenza valdese era il filosofo della scienza Ludovico Geymonat.
Da parte materna lo era l' imprenditore Adriano Olivetti come lo è Gustavo Zagrebelsky, giurista ed ex presidente della Corte Costituzionale.
La chiesa evangelica valdese conta 45 mila fedeli tra le Valli piemontesi, il resto d' Italia e le comunità di emigrati in Sud America. Non ha una struttura gerarchica ma «paritaria»: le sue strutture sono di tipo assembleare.
A rappresentare le chiese valdesi e metodiste è la Tavola valdese. Il moderatore è il pastore Eugenio Bernardini, che ieri spiegava: «Ringraziamo chi, finalmente, ha contribuito a chiudere una pagina vergognosa e disumana della politica europea
ADRIANO OLIVETTI A IVREA valdesi al rogosinodo delle chiese valdesivaldesi riforma di martin luterotempio valdese di torinovaldesi VALDO DI LIONEgustavo zagrebelsky
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