DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
di Carlo Tecce per “Il Fatto Quotidiano”
Un paio di fatti sono evidenti come i bigliettini giallastri (post-it) che Diego Della Valle scrutava durante l’intervento a Servizio Pubblico, in divisa d’ordinanza con i braccialetti, lo sciarpone, le fotografie di famiglia: non gli piacciono le maniere di Matteo Renzi, i ministri giovani di Matteo Renzi, i compagni di riforme di Matteo Renzi, l’economia e l’esecutivo secondo Matteo Renzi.
Ha frugato nel vocabolario più efficace e popolare per rottamare l’amicizia con il fiorentino e alimentare l’attesa di un evento (o di un avvento): e adesso che fa, il signor Tod’s? Non ritratta con se stesso e non ripiega verso Sant’Elpidio a Mare, e neanche prepara la fondazione di un partito, lo statuto di un movimento, un’accolita di belle facce e belle teste (si presumeva) selezionate dall’evaporata Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo.
RENZI E I FRATELLI DELLA VALLE ALLO STADIO FOTO LAPRESSE
Il mezzo più semplice e conveniente è la piattaforma in rete, la sezione virtuale dove gli iscritti non pagano (in questi tempi di tessere disperse), scoprono le “false promesse” di Renzi (citazione di Della Valle), la propaganda di palazzo Chigi, seguono una televisione via internet: ecco, se lo strumento (ancora citazione di Della Valle) vi ricorda il sito di Beppe Grillo, non vi sbagliate.
I sostenitori non si producono, semmai si spostano: il marchigiano punta ai delusi, che siano di Forza Italia, dei Cinque Stelle, democratici o di sinistra. Questa è una logica industriale applicata a un’ambizione politica: il signor Tod’s, prima di lanciare un nuovo modello, deve saggiare il mercato. Poi ci saranno le assemblee con le bandiere, le interviste peripatetiche con i giornalisti – genere che stravince nei dintorni di palazzo Madama o di Montecitorio – e ci sarà l’elenco di imprenditori (da Alberto Bombassei a Luigi Abete), di buoni propositi, di annunci roboanti.
Imitando la rapida scalata di Renzi, ora Della Valle vuole invadere la televisione, ancora di più, senza pause né soste: “Non torno indietro, non faccio mai chiacchiere, io. Non sarà facile – confida ai suoi – perché si muove già la dittatura mediatica, il sistema che Renzi ha costruito intorno a sé e che si sbraccia per proteggerlo. Non avrò moltissimo tempo a disposizione, perché vorranno farmi dimenticare, ridurmi a meteora che a volte la spara grossa. Chi vuole partecipare, può aiutarmi”.
PER SAPERE se Diego Della Valle fa seriamente va contattato un amico che adora scherzare, Flavio Briatore: “Ci siamo parlati al telefono, non più di una settimana fa. Mi ha brevemente raccontato di questi suoi progetti”. E cosa ha risposto, Briatore? “Io tifo per Diego, e mi fa piacere se un italiano di successo ha il desiderio e l’entusiasmo per provare a fare qualcosa. Però gli consiglio di stare attento: da Silvio Berlusconi in poi, ne conosciamo di gente ben preparata che poi ha fallito”.
marisela federici e diego della valle
E perché la convince Della Valle? “Ha ragione a dire che Renzi non fa niente per i cittadini che vogliono il frigorifero pieno e se ne fregano se il Senato è uno o due, se viene eletto oppure nominato. Ci vuole un’altra occasione. Vi hanno comunicato che siamo in crisi?”.
Della Valle ha trascorso una settimana sui giornali. Il primo giorno è andato da Giovanni Floris: ha definito “sòla” l’ex sindaco di Firenze e il caro nemico Sergio Marchionne. Poi s’è zittito, ha osservato: e sono trapelate fantasiose liste di ministri, incluso il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco e ancora più fantasiose visite al Quirinale. Giovedì, replica da Michele Santoro con un accenno al futuro in politica non da politico, un po’ dietro, un po’ avanti: non s’è capito bene. Dovrà (e intende) spiegare, il signor Tod’s. Rivendica di aver mandato a casa Cesare Geronzi a Marino, in provincia di Roma, a giocare a bocce. A rispedire Renzi a Pontassieve, ce la farà?
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