DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
1. LA GRECIA RIMBORSERA’ I DEBITI
Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”
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La questione greca avrebbe dovuto essere archiviata con l’accordo del 20 febbraio. Il nuovo governo di estrema sinistra di Atene aveva inviato la sua lista di tasse alternative a quelli della contestatissima troika. L’Eurogruppo l’aveva accettata e le Borse avevano festeggiato spumeggianti. Mancavano appena da definire i soliti diabolici dettagli per sbloccare l’ennesima rata da 7,2 miliardi del pacchetto di aiuti che tiene a galla la Grecia da anni. Invece niente. Né sono arrivati i soldi (Atene non prende aiuti diretti da agosto) né sono finite le riunioni «decisive». La tragedia greca ridotta a serial da tg.
Giovedì Atene dovrà versare al Fondo monetario internazionale interessi per 460 milioni. Li avrà, non li avrà? Settimana scorsa ministro dell’Interno e primo ministro avevano fatto intuire che no, che le casse erano vuote e che, se ci fosse stato da scegliere il governo avrebbe dato la precedenza a stipendi e pensioni. Poi qualche smentita e nel fine settimana addirittura un viaggio intercontinentale del ministro delle Finanze ellenico Yanis Varoufakis al Fmi per dire che sì, i soldi ci sono e che arriveranno puntuali.
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Domani è anche convocato via telefono un Eurogruppo informale per valutare i famigerati dettagli che fanno tentennare da febbraio. Al momento di tirare le somme l’ex troika non è soddisfatta. Una cosa è promettere di combattere il contrabbando, come fa Atene, un altro è calcolare quanti milioni verseranno quest’anno i presunti contrabbandieri. Una cosa è annunciare un canone sulle frequenze tv, un altro è vincere la battaglia legale con le emittenti per incassarlo. E così via per quasi tutte le misure annunciate da Atene. Le idee greche, insomma, sono considerate troppo fumose per costruirci sopra un bilancio annuale credibile e concedere quindi i prestiti promessi.
Il confronto, però, travalica l’ambito economico. Molti governi dell’eurozona sarebbero danneggiati alle rispettive elezioni se passasse il messaggio anti austerità cavalcato dai leader senza cravatta di Atene. Ieri il Financial Times parlava addirittura di pressioni per un cambio di maggioranza sotto il Partenone. Il premier Alexis Tsipras sarebbe stato consigliato di scaricare l’ala massimalista di Syriza per far entrare nell’esecutivo formazioni più moderate. Magari anche attraverso elezioni anticipate o un referendum.
La risposta di Atene è un valzer diplomatico da Guerra fredda. Domani e giovedì Tsipras sarà a Mosca. Dice di non voler chiedere aiuto in caso di Grexit, uscita della Grecia dall’euro, ma il suo flirt con il grande fratello nella fede ortodossa potrebbe coinvolgere l’offerta di una base militare nel Mediterraneo o, ipotesi meno destabilizzante, il passaggio di un oleodotto russo-turco-greco. Avvisi irritati a non rompere il fronte delle sanzioni europee per la guerra in Ucraina sono piovute da ogni parte. Dopo questa settimana, il prossimo appuntamento «decisivo» è per giugno quando scadranno importanti prestiti che la Grecia non sarebbe in grado di rinnovare senza aiuto europeo. Prima di allora non mancheranno però tensioni e sorprese.
2. GRECIA: MEDIA, MOSCA POTREBBE OFFRIRE SCONTI GAS, PRESTITI
(ANSA) - Uno sconto sulle forniture di gas e nuovi prestiti: sono tra le possibili offerte che Mosca potrebbe fare domani ad Atene nella visita del premier greco Alexis Tsipras. Lo riferisce il quotidiano Kommersant citando una fonte nel governo russo, secondo cui in cambio Mosca vuole l'accesso ad asset greci, non meglio specificati. Nel 2003 Gazprom voleva acquistare Depa, il monopolista statale greco del gas, ma poi lascio' cadere la sua offerta per non aver ricevuto sufficienti garanzie sulla sua posizione finanziaria.
"Siamo pronti a considerare la questione di uno sconto del gas per la Grecia", ha detto la fonte governativa al Kommersant, che tuttavia non ha ricevuto commenti da parte di Gazprom ne' del ministero dell'energia. La scorsa settimana, dirigenti russi sotto anonimato avevano detto a Bloomberg che Mosca e' pronta a discutere la revoca parziale alla Grecia dell'embargo sui prodotti agroalimentari occidentali legato alle sanzioni per la crisi ucraina. La revoca potrebbe riguardare in particolare le fragole e le pesche, che rappresentano rispettivamente il 40% e il 25% del totale dell'import russo di tali prodotti, ma anche certi tipi di formaggio.
GASDOTTI NABUCCO NORTH E SOUTH STREAM
3. IL TRILEMMA DI ATENE
Da “il Foglio”
I sogni finiscono all’alba, oppure quando scadono le rate. La Grecia rimborserà puntualmente giovedì prossimo al Fondo monetario internazionale la tranche di 458 milioni di prestiti ricevuti: “Intendiamo rispettare tutti i nostri obblighi nei confronti dei creditori, ad infinitum”, ha detto il ministro-rock Yanis Varoufakis al termine dell’incontro con Christine Lagarde, numero uno del Fmi.
Non si parla più di ristrutturazione del debito, né di rimborsi legati all’andamento del pil, escono fuori scena anche le misure unilaterali di spesa, gli aumenti scassabilancio di pensioni, salari e sussidi, non ci sono più il blocco delle privatizzazioni e tutte le misure radicali con cui Alexis Tsipras avrebbe dovuto porre fine all’austerity in Grecia e in tutta Europa. Non ha funzionato la richiesta alla Germania dei danni di guerra, né è servita finora la minaccia di uno scivolamento tra le braccia della Russia: Tsipras domani incontrerà Vladimir Putin, ma il giorno dopo pagherà al Fmi la sua rata in scadenza e si avvia verso un terzo bailout.
Ma non basta. Il Financial Times, come già aveva scritto il Foglio, parla delle pressioni di Bruxelles affinché Tsipras rompa con l’ala radicale di Syriza per formare un governo più moderato con il centrosinistra targato Pasok e To Potami. Si riapre così l’irrisolta questione democratica nell’Eurozona: non tutti i partiti o non tutti i programmi hanno pari agibilità politica. Ma non è un problema che riguarda solo l’Europa.
Nel mondo moderno democrazia, sovranità nazionale e integrazione economica sono incompatibili, non si possono conseguire tutte e tre simultaneamente, ma solo due per volta. E’ quello che l’economista Dani Rodrik ha definito “l’ineludibile trilemma dell’economia mondiale”
4. DANI RODRICK: "IL TRILEMMA DELL'ECONOMIA MONDIALE"
http://rodrik.typepad.com/dani_rodriks_weblog/2007/06/the-inescapable.html
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