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Franco Bechis per “limbeccata.it”
Ha fatto il giro del mondo l’insofferenza di papa Francesco nei confronti dell’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino. L’episodio si è accompagnato a un’uscita di monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di riferimento della comunità di Sant’Egidio, cascato in un tranello telefonico tesogli da Radio 24 con un finto Matteo Renzi.
In quella telefonata, utilizzata come colpo del ko a Marino, monsignor Paglia spiegava al suo amico “premier” cosa pensava in segreto il Papa. Come se i due fossero in grande intimità. Ma a sorpresa non è così.
Secondo una fonte autorevolissima e davvero vicinissima al pontefice, Francesco non sopporta nè Paglia nè l’anima laica di quella comunità, Andrea Riccardi. Mi è capitato di essere a fianco in una cena privata a un monsignore vaticano conterraneo e da decenni vicino a Bergoglio. E la conversazione è naturalmente scivolata su quei fatti freschi di cronaca.
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“Il Papa è molto vicino a Sant’Egidio…”, ho azzardato, ricordando antiche frequentazioni. Il monsignore ha strabuzzato gli occhi: “Vicino? Non certo a Paglia e a Riccardi. Personalmente non li può soffrire. Non sopporta quel gran darsi da fare che hanno pensando alle proprie carriere”. Una sorpresa, appunto. Ma ancora di più lo è stato un giudizio che ha seguito questa conversazione.
Se di monsignor Paglia non sembra essere gradito dal Pontefice il gran sbracciarsi nella speranza di essere messo a capo di un nuovo ministero vaticano che ne riunirà due, il giudizio sul capo laico di Sant’Egidio sarebbe ancora più pesante. “Non gli viene perdonato”, spiega il monsignore, “di avere venduto per ambizione personale il suo paese- l’Italia- alla Germania di Angela Merkel“. Venduto? E come? “Beh, con il governo di Mario Monti, sembra evidente. Riccardi era l’anima diplomatica dietro la nascita di quell’esecutivo. Sperava pure di fare il ministro degli Esteri, ma non ci riuscì…”
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