UNA REGIONE TRANSGENDER - CON LA SANITÀ REGIONALE ALLO STREMO, VENDOLA TROVA I SOLDI PER FINANZIARE I CAMBIAMENTI DI SESSO

Bepi Castellaneta per "il Giornale"

I tempi sono quelli che sono e i cordoni della borsa pubblica vanno tenuti ben stretti, soprattutto quando si tratta di sanità in una terra dove lo sforamento del patto di stabilità degli anni passati ha imposto la strada di un doloroso piano di rientro costato il taglio di 22 ospedali e 2200 posti letto. Ma la Regione Puglia, guidata dal leader di Sel, Nichi Vendola, ha deciso di procedere col rifinanziamento delle attività di sostegno nel Policlinico di Bari per chi decide di cambiare sesso.

La somma ammonta a 170mila euro, stanziata con una delibera che ha innescato aspre polemiche. «Crediamo - dichiara il capogruppo Pdl in Regione, Ignazio Zullo - che la Puglia debba farsi carico di garantire i livelli essenziali di assistenza piuttosto che usare soldi pubblici per la felicità di alcuni e non della collettività. Perché un diabetico può essere di destra o sinistra ma ha diritto a essere curato».

Contro la delibera si scaglia anche Antonio Martucci, consigliere regionale di Moderati e Popolari, che parla di «beffa ai danni dei pugliesi con uno stato di salute precario che devono quotidianamente confrontarsi con la scarsità di strutture e apparecchiature sanitarie». Ma la Regione, sostenuta anche dal Pd, non ci sta e si difende. E dall'assessorato al Welfare fanno sapere che si tratta del «rifinanziamento di un'attività preesistente, unica nel Mezzogiorno che non sottrae risorse ad altri servizi».

 

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