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“LA DESTRA SPAGNOLA MI FA PAURA, È VOLGARE E ILLEGALE” - PEDRO ALMODOVAR MEJO DI TOMASO MONTANARI: “LA SPAGNA FA FATICA A FARE I CONTI LA PROPRIA MEMORIA STORICA. C’È UN DEBITO MORALE ENORME NEI CONFRONTI DEI DESAPARECIDOS DEL FRANCHISMO” - IL REGISTA A VENEZIA CON IL FILM “MADRES PARALELAS”, CHE PARLA PROPRIO DELLE VITTIME DEI FALANGISTI DURANTE LA GUERRA CIVILE: “QUALE SARÀ LA REAZIONE DELL’ULTRADESTRA? PREFERISCO NON PENSARCI. NON PERCHÉ RIFIUTI LA BATTAGLIA, MA PERCHÉ IO E LORO SIAMO CONDANNATI A NON CAPIRCI” - VIDEO

 

 

 

pedro almodovar penelope cruz venezia 2021

Stefania Ulivi per www.corriere.it

 

«La Spagna fa fatica a fare i conti la propria memoria storica.

 

C’è un debito morale enorme nei confronti dei desaparecidos del franchismo. Neanche il nostro cinema lo ha fatto».

 

Pedro Almodóvar va dritto al cuore della questione che ha messo al centro di Madres paralelas, film di apertura (molto applaudito alle proiezioni stampa), in concorso alla Mostra, dove torna dopo aver ricevuto il Leone d’Oro alla carriera del 2019 e presentato il corto The Human Voice con Tilda Swinton dell’anno scorso.

madres paralelas

 

È la storia di due madri, interpretate da Penélope Cruz (Janis) in stato di grazia e dalla nuova “Chica Almodóvar”, Milena Smit (Ana)che le tiene testa.

 

Ma è soprattutto la storia del suo paese e della grande rimozione collettiva: le vittime dei falangisti durante la guerra civile sepolte in fosse comuni, di cui, in moltissimi casi ancora non si sa nulla.

 

Il più celebre, lo ricorda dopo averlo citato nel film, è Federico Garcia Lorca. «La memoria storica è una questione in sospeso nella società spagnola. La legge al riguardo di Zapatero del 2007 è incompleta, le poche riesumazioni sono state realizzate grazie a iniziative private».

 

francisco franco spoglie riesumate

Una generazione, avverte, quella dei figli delle vittime, sta scomparendo.

 

«Ora sono i nipoti aver preso in mano la ricerca di verità. Come una generazione nata in democrazia abbia potuto trovarsi in questa situazione è inconcepibile».

 

FEDERICO GARCIA LORCA

E Janis è una di loro. Figlia della Spagna della transizione – la madre hippie la chiamò così in onore di Janis Joplin – desiderosa di ricostruire il passato.

 

La sua generazione non lo ha fatto. «A casa mia non si è mai parlato di guerra, il trauma era diffuso in tutta società: nel 1978 il problema andava affrontato, non averlo fatto rende la legge sull’amnistia, che era un atto necessario imperfetto. Non ci ha permesso di evolvere, ora il processo democratico è sospeso».

 

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Oggi, lo dice chiaro il regista di Dolor y gloria, l’ultradestra in Spagna è più forte che mai. «Quale sarà la loro reazione? Sinceramente preferisco non pensarci. Non perché rifiuti la battaglia, ma perché io e loro siamo condannati a non capirci.

 

In Spagna c’è una situazione difficile, in parlamento siede un partito che dice cose mai dette, anticostituzionali e illegali, non si sono mai visti politici che si comportano in modo così volgare». Ne ha anche con quelli del passato recente.

 

abascal

All’inizio del film mette un riferimento chiaro a Mariano Rajoy che, quando era premier, si vantò di non avere previsto nel bilancio dello Stato «neanche un euro per la memoria storica».

 

Conclude il regista: «E’ una frase brutale. Il massimo dell’inettitudine per chi presiede un governo, in insulto sommo. Il vantaggio del cinema è di sopravvivere a chi lo fa e almeno in questo film Rajoy sarà eternamente legato a una frase così dannosa».

mariano rajoy 6

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