Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per "la Repubblica"
https://www.repubblica.it/politica/2025/10/29/news/orban_meloni_usa_europa-424944188/
VIKTOR ORBAN - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
Un imprevisto diplomatico con gli americani. E un altro con l'Europa. Gli attacchi a Bruxelles e Washington consegnati a Repubblica da Viktor Orbán si trasformano in poche ore in un fastidio politico per Giorgia Meloni.
La preoccupazione che circola a Palazzo Chigi tra lunedì pomeriggio e martedì mattina, riferiscono infatti fonti meloniane di massimo livello, è che quegli affondi possano essere interpretati nelle principali cancellerie alleate come agevolati – se non addirittura in qualche modo concordati o favoriti – dall'esecutivo italiano.
viktor orban e matteo salvini al ministero dei trasporti
E poco importa se così non è, secondo le stesse fonti. Perché l'immagine pubblica del capo di un governo straniero che attacca durante una missione internazionale l'Unione europea, gli Stati Uniti e pure la stampa italiana […] è un'anomalia che alimenta sospetti, dubbi, interpretazioni scomode tra partner.
Nelle ore successive parte dunque un'indagine rapida e informale. Roma raccoglie con discrezione gli elementi utili a ricostruire l'accaduto. Perché anche a Palazzo Chigi, a loro volta, faticano a credere che Orbán abbia deciso di concedere un'intervista per strada, davanti al portone del suo hotel, senza preavviso e senza nulla di concordato. È un dettaglio che Meloni preferisce conoscere, perché utile eventualmente a gestire l'incidente con gli interlocutori dei paesi amici finiti nel mirino del magiaro.
viktor orban e matteo salvini al ministero dei trasporti
[…] La strategia pubblica di Meloni […] si riassume in una parola: minimizzare. E si nutre di silenzio. Non è dunque un caso che la presidente del Consiglio eviti di intervenire fino a sera contro l'amico "Viktor", anche se glielo chiede con forza l'opposizione. Non commenta le dichiarazioni aspre contro l'Europa, rilasciate in uno dei paesi tradizionalmente più europeisti del continente.
Né stigmatizza le critiche alla stampa italiana (Repubblica, ma il giorno prima anche Report). E lo stesso vale per i concetti riservati a Trump, grande alleato della premier: le parole dell'ungherese rimbalzano in un attimo fino a Washington.
Evitare di esporsi. Con imbarazzo, come detto. L'unico a parlare già lunedì pomeriggio […] è Antonio Tajani. Il ministro degli Esteri riprende la parola anche ieri, di nuovo in perfetta solitudine. Lo fa per ricordare che la politica estera è appaltata alla Farnesina e a Meloni, non al tandem Orbán-Salvini.
VIKTOR ORBAN - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE.
È l'altro elemento saliente, il dettaglio che forse più irrita la premier. Perché peggio di un sospetto alleato sull'atteggiamento troppo accondiscendente dell'Italia su Orbán c'è soltanto l'idea che la linea di Palazzo Chigi possa essere in qualche modo dettata dall'alleato leghista. Che è spesso in conflitto con Bruxelles. E condivide con l'ungherese la vicinanza a Putin e l'ostilità politica verso l'Ucraina.
Per la premier, invece, è fondamentale che si sappia almeno una cosa: anche con il capo dell'Ungheria filoputiniana, il governo italiano ha sottolineato l'importanza di sostenere la causa ucraina, la necessità vitale dell'unità transatlantica tra Bruxelles e Washington e l'utilità di mettere pressione a Mosca attraverso le sanzioni, anche solo per accorciare la durata del conflitto. Tra le sanzioni, ci sono proprio quelle americane sul petrolio russo che Orbán avversa.
viktor orban vladimir putin
Tutto questo, però, non convince comunque Meloni a esporsi. Deve mantenersi in equilibrio, senza strappi e senza troppo clamore. Ecco perché la linea informale che trapela a sera riduce tutto a un ragionamento: è il solito Orbán, c'è poco da stupirsi. Il rischio è che oltreconfine non la pensino allo stesso modo.