DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Mic. All. per "il Messaggero"
Sosteneva che Alfonso Pecoraro Scanio le avesse promesso di darle una mano con il mutuo. Ne era talmente convinta che per quasi un anno, da aprile 2008 a maggio del 2009, lo aveva tormentato centinaia di volte al telefono, intasando persino la sua casella di posta elettronica. Una valanga di messaggi sollecitando un intervento che in realtà non era mai stato garantito. Perché Pecoraro Scanio non aveva mai sentito il nome di Elena Sinatra; non sapeva neppure chi fosse. Alla fine l'ha denunciata per molestie. E il tribunale di Roma ieri l'ha condannata a due mesi di reclusione, accogliendo la richiesta del pm Mario Pesci.
All'epoca dei fatti, Pecoraro Scanio era presidente nazionale dei Verdi. E rimase di stucco quando uscendo dalla sede del partito, in via Salandra, era stato braccato da quella sconosciuta. Elena Sinatra si era appostata di fronte al portone, e appena lo aveva visto gli aveva detto che l'ex segretario dei Verdi, Andrea Ferrara, le aveva assicurato che l'avrebbero aiutata economicamente. Aveva bisogno di soldi per pagare un'automobile, e per saldare le rate del mutuo di casa.
Pecoraro Scanio aveva immediatamente chiamato Ferrara, che aveva giurato di non aver mai fatto promesse simili, e quella Elena Sinatra non sapeva neppure chi fosse. Ma la donna non si era data per vinta: aveva iniziato a telefonare alla segreteria del partito a qualsiasi ora del giorno, e aveva mandato migliaia di email. Sosteneva di essere in possesso di alcuni assegni bancari emessi da Ferrara, per conto di Pecoraro Scanio.
Un importo di circa 11mila euro, che non era mai riuscita a ritirare in banca perché i titoli risultavano scoperti. Per sbrogliare la vicenda, Ferrara l'aveva contattata, chiedendo spiegazioni. E lei aveva continuato a ripetere che voleva il denaro. Pecoraro Scanio si era informato sul conto della donna e aveva scoperto che era una dipendente dell'agenzia di viaggi utilizzata dal partito per prenotare i biglietti per i viaggi di lavoro. Per questo motivo conosceva l'indirizzo e il numero di telefono al quale lo cercava.
«La signora Sinatra ha ristretto la privacy di Pecoraro Scanio - ha dichiarato l'avvocato Arianna Monti, difensore dell'ex parlamentare - in poco meno di un anno gli ha mandato quasi duemila mail». Una petulanza e un'insistenza che hanno procurato all'imputata anche una seconda denuncia da parte del ex presidente dei Verdi, non più per molestie, ma per stalking. Ha invece annunciato che farà ricorso in appello, l'avvocato Agostino Mazzeo, difensore della Sinatra: «le molestie ci sono effettivamente state, ma non è assolutamente provato che sia stata la mia assistita ad inviare tutte quelle lettere via mail».
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