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DAGOREPORT - I REPUBBLICANI ANTI-TRUMP HANNO TROVATO IL LORO ALFIERE: JD VANCE - IL VICEPRESIDENTE…
Alberto D´Argenio Rodolfo Sala per "la Repubblica"
Dicevano i leghisti che la crisi di governo e il passaggio all´opposizione avevano ricompattato il movimento. Invece no. Anzi, è arrivato il momento della resa dei conti. A lanciare la sfida è Roberto Maroni in persona alla riunione della pattuglia padana alla Camera: «Va indetta un´assemblea per indicare il nuovo capogruppo». à la poltrona occupata da Marco Reguzzoni, "nemico" storico dei maroniani bollato come leader dei pretoriani di Bossi, nella vulgata il Cerchio Magico. Reguzzoni, dal canto suo, non si tira indietro e ricorda che la questione è già stata posta all´attenzione del Senatùr. à l´inizio della grande partita per il controllo della Lega.
Da un lato tutti i padani sono concordi nel fare opposizione dura a Monti alla caccia dell´identità e del consenso perduto. Dall´altro però si accelera lo show down per la leadership del movimento. Maroni è presente come non mai sul territorio e si prepara a chiedere i congressi locali che mancano all´appello per completare il suo dominio sulla base. I suoi amici parlano di un "Bobo" fiducioso.
«Maroni sarà il nostro nuovo capogruppo - confidano - è determinato ad andare fino in fondo, non può andare come l´altra volta, a questo giro si vota». Il riferimento è allo scorso giugno quando, dopo Pontida, a sorpresa Bossi non fece votare e decretò d´imperio la conferma di Reguzzoni a Montecitorio a scapito del maroniano Stucchi. «Questa volta - confida Maroni ai suoi - non esiste che Bossi venga e ci dica che non si vota».
La mossa dell´ex titolare del Viminale di giocarsela in prima persona mette Bossi di fronte a una scelta che lascerà il segno nel Carroccio: bocciare il suo primo colonnello o il fedelissimo Reguzzoni? I cui amici non si scompongono: «Siamo convinti che Bossi darà il via libera al voto?». Come dire, nessun cambio in vista. Con malizia aggiungono che ieri Maroni si è ben guardato dall´aprire le ostilità di fronte a Bossi: «Il Capo era nella stanza accanto a dormire». Fatto sta che di fronte ai microfoni Maroni non si scopre, nega di essere in cerca di poltrone.
Intanto la Lega torna ad essere corteggiata da Berlusconi, che dalla festa del Milan annuncia che oggi vedrà Bossi a Roma. Ma il Senatùr ancora una volta lo gela: «Di Berlusconi non so niente, ho saputo per caso che verrà a Roma, ora è a casa che traffica con i comunisti...». Dunque il leader padano ancora una volta rifiuta quel faccia a faccia che manca dalle dimissioni del Cavaliere.
«Senza le spalle contadine e forti della Lega si sentirà perso, per adesso lui sta da una parte e noi dall´altra, se vuole che le cose cambino deve dare l´esempio in aula, le cose si conquistano lì». Eppure una scalata di Maroni in via Bellerio per Berlusconi complicherebbe le cose ancora di più: si racconta che "Bobo" spinga perché la Lega corra alle amministrative della prossima primavera senza il Pdl: «Dimostreremo di essere il primo polo del Nord e finalmente ce la giocheremo liberi dai condizionamenti». La separazione si trasformerebbe allora in divorzio.
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