“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
DAGOREPORT
A che è punto è la notte della Repubblica? Oggi sono continuate le trattative di Franceschini per trovare una quadra tra Conte e Renzi. Intanto il premier, ormai privo dell’appoggio di Mattarella, cerca di sbrogliare la matassa del destino con Casalino e Goracci e qualche telefonata a Travaglio. Al momento, la situazione è questa:
GIUSEPPE CONTE MATTEO RENZI - BY GIANBOY
Prima soluzione – Avete ragione voi! Giuseppe Conte sgonfia l’autoegolatria, ritorna con i piedini per terra e accetta tutte le richieste di Italia Viva: vengono ribaltati e riscritti i progetti di Conte riguardanti il Recovery Fund, quindi il premier abbassa le mutandine e cede l’autorità delegata dei servizi, infine china il capino tinto sul Mes sanitario. A questo punto il coltello dalla parte del manico ce l’ha Renzi. Se gli è sufficiente lo scalpo asfaltato dell’Avvocato di Casalino, il Conte bis prosegue il suo cammino con un premier debolissimo, alla mercé di Zinga e Di Maio e Renzi.
ANDREA ORLANDO NICOLA ZINGARETTI
Seconda soluzione - Il senatore di Scandicci non si accontenta della sconfitta totale di Conte sul Recovery-Servizi-Mes, alza l’asticella e toglie la fiducia al governo. A questo punto scatta l’ipotesi di un Conte ter con rimpastone. Quella che in gergo si chiama “crisi pilotata”: il premier va da Mattarella e si dimette, dopodiché subito parte un nuovo esecutivo che deve far posto a nuovi ingombranti ministri (del tipo, Rosato e Orlando) o magari due vice-premier (Orlando e Di Maio), e Conte bis tornerebbe alla casella del Conte uno, quando faceva da passacarte tra Salvini e Di Maio.
Terza soluzione – Se Conte non accetta la disfatta o magari Renzi-Zinga-Di Maio ne hanno le palle piene dei suoi sotterfugi da avvocato di provincia, allora c’è subito un nuovo governo benedetto da Mattarella: a circolare con insistenza nelle ultime ore è l’ipotesi di un governo a guida Marta Cartabia.
La presidente emerita della Corte costituzionale diventerebbe presidente del Consiglio (prima donna nella storia della Repubblica) di un esecutivo ‘istituzionale’, credibile agli occhi dell’Europa perché Mario Draghi andrebbe a ricoprire il ruolo di superministro dell’economia. Nel deprecabile caso che non fosse disponibile l’ex governatore della Bce, al suo posto si fa anche il nome dell’economista Fabio Panetta, membro italiano dell’esecutivo Bce.
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