VIENI AVANTI CARINA: LE AMAZZONI TV DEL PD BELLE MA NON BALLANO

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Fabrizio D'Esposito per "Il Fatto Quotidiano"

Sono i giorni delle Carine democratiche. Da "Ballarò" ad "Agorà", da "Porta a Porta" a "Omnibus" e finanche a "Zeta", il nuovo programma di Gad Lerner su La7. Bersaniane o renziane. In ogni caso le nuove amazzoni tv, stavolta di centrosinistra, non berlusconiane.

Le Caridem (Carine democratiche, appunto) spesso sono campioni del banalmente ripetuto. Portano la voce del capo, con un sorriso smagliante e un volto che buca il video. Perché gira e rigira, il problema è sempre quello dopo vent'anni di estetica berlusconiana. Bucare il video. Dopo viene il concetto, quando viene.

L'amazzone bersaniana numero uno in video è l'ormai notissima Alessandra Moretti, che paragonò Bersani a Cary Grant, "coi capelli era bello come lui", scavalcando per slancio nordcoreano persino Chiara Geloni, direttrice di Youdem e sacerdotessa del culto bersaniano nel Pd.

La Moretti, da carina del Caro Leader aspirante smacchiatore (a proposito, al bar Alessandra chiede sempre un "macchiatone", cioè un caffè molto macchiato), sinora ha lasciato dietro di sé soprattutto errori e gaffe.

Tra quest'ultime è significativa la prima che fece: un elogio della cooptazione, che l'ha trasfigurata in una Carina cooptata democratica. Perché Bersani la scelse? Questa la sua risposta: "Mi ha scelta per un ruolo mediatico, immagino che la tv abbia avuto la sua importanza".

Il mezzo è il messaggio, con buona pace di Gramsci. Il quale Gramsci, nella sua veste di fondatore dell'Unità, è stato solennemente citato a "Zeta" dalla amazzone numero uno del versante renziano: la bruna lombarda Simona Bonafè. Claudio Sardo, direttore del quotidiano del Pd, difendeva il titolone della discordia, "Renzi dice no al governo Bersani", e lei scuoteva apertamente la testa, chiedendo la parola: "Lerner mi faccia dire qualcosa, abbia pazienza. L'Unità, il quotidiano fondato da Antonio Gramsci, è finanziata anche con i miei soldi e mesi fa ha dato pure del fascistoide a Renzi".


Decisamente meno vibrante l'ultima apparizione di Alessia Mosca a "Ballarò", il salotto moderato di Gianni Floris. Un tempo nella segreteria di Enrico Letta, suo nume tutelare, la Mosca è soprannominata "Alessia Moscia" dagli invidiosi e dai maligni del suo partito. Proprio a causa delle sue ospitate in tv. Tipo: "C'è una rincorsa alla delegittimazione dei saggi, manca la responsabilità". Azz, direbbero a Napoli.

LA LISTA delle Caridem nominate in Parlamento e in tv prosegue con la bersaniana emergente Anna Ascani, già testata nelle trasmissioni del mattino e giudicata migliore della Moretti, e la vestale renziana Maria Elena Boschi. Il vuoto programmatico del sindaco di Firenze è stato surrogato da campagne o polemiche della Boschi. Esempio, dal ballottaggio per le primarie: "Adotta un bersaniano".

Quando poi il sito buontempone del Pd ironizzò sull'inizio della Quaresima con "le ceneri della destra", l'amazzone renziana esternò il suo sdegno: "Io avrei evitato". Chi invece cerca spesso di avventurarsi sul terreno dei programmi è Paola De Micheli, deputata emiliana al secondo mandato.

La cadenza piacentina è uguale a quella del suo Caro Leader e risuona anche nel più istituzionale e agée dei talk-show tv: "Porta a Porta" di Bruno Vespa. Ma qui, di solito, resiste ancora la vecchia guardia rosa del Pd. In particolare Anna Finocchiaro e Marina Sereni. L'avvento delle Caridem per loro è stato letale. Ma qualche vantaggio c'è: quando parlano, in confronto, la Finocchiaro e la Sereni sembrano Rosa Luxemburg e Anna Kuliscioff. E abbiamo detto tutto.

 

alessia mosca walter angels corALESSANDRA MORETTI PIERLUIGI BERSANI E CHIARA GELONI CLAUDIO SARDO ANNA FINOCCHIARO Bruno Vespa