giuseppe conte vincenzo spadafora

“C’È LA VOLONTÀ DI OSCURARE CHI HA POSIZIONI DIALETTICHE RISPETTO ALLA LINEA UFFICIALE” - VINCENZO SPADAFORA TORNA A RANDELLARE CONTE: “NON C’È CONDIVISIONE E CHIAREZZA SULLE PROSPETTIVE E SUL PROGETTO POLITICO. HA GESTITO MALE LA PARTITA DELLA RAI. FAR RICADERE LA COLPA SU DI MAIO CONFERMA UN'ENORME DEBOLEZZA” - LA BORDATA A CASALINO: "CHI HA CONSIGLIATO A CONTE DI ESAUTORARE CRIPPA GLI HA FATTO UN DANNO" - L’ESTRATTO DAL LIBRO “SENZA RISERVE” SULLA RAI E SUL FUTURO DEL MOVIMENTO

VINCENZO SPADAFORA CON IL SUO LIBRO

1 - M5S: SPADAFORA, C'È VOLONTÀ DI OSCURARE POSIZIONI DISSENSO 

 

(ANSA) -  "È evidente che ci sia la volontà di oscurare chi ha posizioni dialettiche rispetto alla linea ufficiale. Ma resto dell'idea che la forza del M5S sia sempre stata quella di contare su personalità diverse, unite dall'obiettivo di far crescere il Movimento".

 

A dirlo, in un'intervista a La Repubblica, è Vincenzo Spadafora, ex ministro M5S, in merito allo stop alle apparizioni in Rai deciso da Giuseppe Conte. "Rispetto l'indicazione - aggiunge -. Ma chiedo: quando finirà la protesta? Una volta ottenuto cosa? Ecco, vorrei un confronto su questo con Conte, nei gruppi parlamentari".

 

vincenzo spadafora e luigi di maio

 

 

 

"Io non contesto l'assetto scelto da Conte, fatto di figure tutte a lui vicine, mi preoccupa però che non ci sia condivisione e chiarezza sulle prospettive e sul progetto politico", sottolinea Spadafora.

 

VINCENZO SPADAFORA GIUSEPPE CONTE

Al di là delle ospitate che saltano, Conte come ha gestito la partita nomine Rai? "Male - risponde - Trovo che quelle dichiarazioni siano un pessimo boomerang. Primo: si è ammesso che, se ci avessero accontentati, avremmo accettato.

 

Secondo: si è ammesso di non essere riusciti ad interloquire con l'ad della Rai, né attraverso il consigliere di amministrazione che Conte ci ha chiesto di votare, né attraverso le persone che Conte ha incaricato per la trattativa. A certi tavoli, io dico: o ci si sa stare, o è meglio non sedersi"

 

2 - CHE SARÀ

Estratto da “Senza Riserve”, di Vincenzo Spadafora (ed. Solferino)

VINCENZO SPADAFORA SENZA RISERVE

 

(…) Negli ultimi mesi ho criticato spesso il percorso che ha portato Giuseppe Conte alla guida del Movimento, e ho trovato avvilente che tutto il dibattito interno sia stato semplificato nella divisione manichea tra coloro che sono pro o contro di lui, quando il tema sarebbe davvero più ampio, più complesso e più profondo.

 

Ferma restando e ribadendo la mia stima sincera nei confronti di Giuseppe per il suo impegno alla guida di due governi, ho cercato di dire, durante i mesi precedenti al suo arrivo, che guidare un governo ed essere leader di una forza politica sono due mestieri completamente diversi. E ne sono tuttora convinto: sono necessarie diverse attitudini, modalità di azione, di stile comunicativo.

 

monica maggioni sette storie

In un momento di lucidità politica il Movimento aveva deciso che fosse necessario superare la logica dell'uomo solo al comando, arrivando ad accusare Luigi Di Maio ben oltre le sue reali responsabilità, tanto da spingerlo alle dimissioni da capo politico. Si era deciso quindi di costruire un percorso in cui fosse centrale prima il nuovo progetto e solo dopo la modalità per individuare la squadra migliore, e non il singolo, per realizzare quel progetto.

VINCENZO SPADAFORA LUIGI DI MAIO

 

Nel 2013, e soprattutto nel 2018, i cittadini italiani ci hanno votato per protestare e dichiarare il fallimento dei partiti tradizionali, riponendo fiducia nelle proposte di un movimento nuovo che prometteva di spazza- re via tutto il marcio del passato. Oggi mi chiedo quali saranno i motivi che dovrebbero spingere un elettore a votare il M5S nel 2023, considerato anche - va detto in modo chiaro - che siamo riusciti a realizzare molte delle proposte identitarie del MSS, come il reddito di cittadinanza, seppure con tutte le difficoltà del caso.

 

E non mi convince il fatto che una forza politica che ambisca a ritornare a essere la prima nel panorama politico italiano affidi tutte le proprie speranze solo alla visibilità e al consenso di una persona, a prescindere che si chiami Giuseppe Conte, Roberto Fico o chiunque altro.

 

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio 1

(…)  L'aspetto più paradossale, fra i tanti che hanno attraversato la storia recente del Movimento, è che proprio gli esponenti - a partire da Fico - che criticavano Luigi Di Maio per questa impostazione leaderistica, sono stati poi i difensori più agguerriti di questo modello che ha semplicemente cambiato il nome del leader.

 

È evidente che nei prossimi mesi cadrà anche l'ultimo dei totem identitari: il limite dei due mandati. E non è un caso, quindi, che nella diatriba tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte molti dei portavoce storici si siano schierati a favore di quest'ultimo per evitare di chiudere la propria esperienza politica con l'attuale legislatura.

GIUSEPPE CONTE E BEPPE GRILLO A MARINA DI BIBBONA

 

Personalmente ho sempre sostenuto la criticità di questa regola, a partire dal rischio di disperdere l'importante esperienza di chi ha già lavorato in Parlamento negli ultimi dieci anni e di dover rinunciare al valore aggiunto che alcuni membri del M5S - certo, non tutti - rappresentano nell'immaginario del nostro elettorato.

 

Ciò detto sarebbe importante conoscere da subito il pensiero di Conte e, in tutta trasparenza, anche quello dei diretti interessati. Non so se si tratti davvero di un nuovo corso del MSS o più verosimilmente del tentativo di dar vita a un'esperienza politica completamente nuova che del Movimento originario conserverà solo il brand (e- si spera - almeno una parte degli elettori) e alcuni valori che mi sembra anche scontato ricordare con così tanta enfasi.

CASALINO DI MAIO VARRICCHIO SPADAFORA

 

(…)  Parlare il linguaggio della verità, anche e soprattutto con i propri elettori, è l'unico modo per ridare credibilità alla politica. Senza vergognarsi di ammettere che la politica è ovunque, perché nella sua stessa natura, quella nobile, è previsto che si occupi di tutto ciò che riguarda il bene comune.

 

I LIBRI DEI GRILLINI

Con quanta ipocrisia si proclamano cose che non solo vengono poi smentite dai fatti ma sono addirittura contrarie alle norme vigenti. Un esempio: ogni volta che si apprestano le nomine della più importante azienda pubblica culturale, la RAI, si alza un polverone con dichiarazioni ipocrite dei politici di tutti gli schieramenti che chiedono che «i partiti stiano fuori dalla RAI», nelle stesse ore in cui i rappresentanti di quegli stessi partiti stanno litigando per imporre i propri nomi.

 

GIUSEPPE CARBONI

La cosa ridicola è che lo fanno, lo facciamo, perché sono legittimati a farlo, anzi sono obbligati dal momento che è la legge a prevedere che siano la Camera e il Senato a eleggere i membri del consiglio di amministrazione e il ministero dell'Economia a indi- carne altri.

 

Ritengo perciò che le strade siano solo due: o cambiare la legge trovando strade alternative per la gestione della RAI, opzione che difficilmente credo si realizzerà, oppure non avere paura di assumersi anche agli occhi dell'opinione pubblica la responsabilità delle proprie scelte, indicando senza nascondersi i propri nomi, e obbligandosi così a scegliere figure autorevoli e competenti che possano fare bene il proprio lavoro nell'interesse di tutti.

 

vincenzo spadafora foto di bacco

Come per la RAI, lo stesso discorso vale per tutte le grandi aziende pubbliche e i settori produttivi del nostro Paese che, direttamente o indirettamente, hanno a che fare con la politica. Si dice spesso che il M5S sia diventato parte di quel «sistema» contro cui era nato. Evitando semplificazioni e parlando con franchezza, dobbiamo dire che se per sistema si intendono i vertici di tutte le istituzioni e realtà finanziarie, imprenditoriali e editoriali del nostro Paese, è evidente che la politica debba interloquire con loro, senza però subirne il fascino o peggio ancora condizionamenti di ogni tipo. (…)

monica maggioni 2GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO