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Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”
C' è un solo motivo per cui ricordiamo con una certa simpatia (si fa per dire) Mario Monti, presidente del Consiglio chiamato al capezzale dell' Italia da Giorgio Napolitano: quando dovette decidere se appoggiare la candidatura di Roma quale sede delle Olimpiadi, egli negò con decisione un parere favorevole. Scelta saggia, in contrasto con quelle da lui fatte durante la propria permanenza a Palazzo Chigi, della quale gli siamo ancora grati.
Precisiamo. A noi i giochi quadriennali piacciono da morire. Personalmente, seguirò quelli di quest' anno con passione.
Confesso che guarderò in tv tutte le gare, financo notturne, dal lancio del giavellotto al sollevamento pesi, che sono spettacolari come una partita di bocce organizzata in qualche ospizio. Non mi perderò neppure il tiro al piattello, per non parlare della scherma che, ripresa dalle telecamere, non consente agli umani di capirci qualcosa.
Questo per sottolineare che non siamo antisportivi. Amiamo ogni disciplina.
Insomma, zero pregiudizi. Ma all' idea che la nostra disastrata e indebitatissima capitale organizzi le Olimpiadi ci viene l' orticaria. La Città Eterna poverina è stata ridotta a un cumulo di macerie non soltanto in senso metaforico.
È sepolta dai rifiuti. Non garantisce il funzionamento dei servizi pubblici basilari, figuriamoci se è all' altezza di ospitare una manifestazione imponente e impegnativa quale la citata Olimpiade. Se essa le venisse assegnata, sarebbe una sciagura per i romani e per i contribuenti dell' intero Paese: come se si affidasse la gestione degli asili nido a Erode.
Immaginate che accadrebbe se dovessimo costruire il villaggio che ospita gli atleti, le varie strutture necessarie per le competizioni, i parcheggi, i campi di gioco, i canali per le regate e roba simile. Tutto ciò richiede investimenti mostruosi e appalti. Ecco il punctum dolens: gli appalti. Non osiamo pensare alle ruberie, alle avide mafie pronte ad azzannare le mazzette che ci hanno resi famosi nel mondo. L' unico oro che i nostri si aggiudicherebbero senza fatica sarebbe quello riservato ai corrotti e ai corruttori, per non parlare dei ladri tout court.
Nossignori, non possiamo permetterci di salire ancora una volta sul podio della disonestà. Prima di farci ubriacare dall' illusione di essere pronti a un evento sportivo così importante, impariamo ad amministrare il denaro pubblico col rispetto dovuto a chi lo sborsa. Non abbiamo bisogno di creare nuove occasioni per agevolare gli specialisti in furti sistematici. Ci bastano i saccheggi finora avvenuti a scapito dei cittadini. Coraggio, rinunciare alle Olimpiadi significa prendere atto che non siamo una nazione abbastanza civile da resistere alla tentazione di rubare.
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