RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Davide Frattini per il "Corriere della Sera"
Sopra le teste degli altri ma all’altezza della stessa angoscia, Einav Zangauker è entrata nella gabbia sospesa dal ponte che taglia il vialone Begin alla periferia di Tel Aviv, come sospesi sono stati questi nove mesi per i famigliari dei rapiti ancora tenuti a Gaza. La madre di Matan spiega che la protesta vuole rendere evidente quanto anche i genitori e i parenti siano ostaggi «delle decisioni prese dai leader».
Fa i nomi: il premier israeliano Benjamin Netanyahu e Yahya Sinwar, il capo dei capi di Hamas e pianificatore dei massacri perpetrati dai terroristi palestinesi il 7 ottobre dello scorso anno. È Bibi, com’è soprannominato, che i manifestanti sperano di convincere ad andare questa volta fino in fondo, a raggiungere un’intesa per riportare a casa un primo gruppo tra i 116 sequestrati che rimangono prigionieri, sarebbero le donne, i bambini, gli anziani e i malati.
I fondamentalisti di Hamas avrebbero rinunciato alla pretesa di un cessate il fuoco permanente da subito e del ritiro totale delle truppe, nella Striscia i palestinesi uccisi sono oltre 38 mila secondo il ministero della Sanità locale che non distingue tra civili e combattenti.
Fonti militari lasciano trapelare ai telegiornali israeliani che le «nuove linee rosse» presentate da Netanyahu al consiglio dei ministri domenicale rischiano di intralciare i tentativi di riprendere le trattative, soprattutto il proclama che Israele non permetterà il traffico di armi dall’Egitto verso Gaza. [...]
Ma le dichiarazioni hanno irritato il presidente Abdel Fattah Al Sisi proprio nel giorno in cui Ronen Bar, il capo dei servizi segreti interni a Tel Aviv, arriva al Cairo per riavviare la mediazione e discutere la riapertura del valico di Rafah, chiuso dall’incursione delle truppe lungo la frontiera agli inizi di maggio: attraverso quei cancelli passava la maggior parte degli aiuti umanitari per la popolazione affamata. [...]
Il premier più longevo nella Storia del Paese – al potere per 13 degli ultimi 15 anni – vuol tenersi stretti nella coalizione i ministri messianici e oltranzisti: minacciano di andarsene nel caso di un accordo che considerano «umiliante». Sono i rappresentanti dei coloni che ieri hanno attaccato il generale Yehuda Fuchs per aver denunciato nel discorso d’addio al comando centrale – supervisiona la Cisgiordania – le violenze degli estremisti ebrei contro i palestinesi.
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