RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
1 - FRANCIA, NUOVA INDAGINE DELLA PROCURA SU LE PEN: "FINANZIAMENTI ILLECITI NELLA CAMPAGNA DEL 2022"
Estratto dell’articolo di Anais Ginori per www.repubblica.it
Un nuovo colpo per Marine Le Pen. La procura di Parigi ha aperto un'indagine giudiziaria sul sospetto di finanziamento illecito della campagna della leader dell'estrema destra durante le elezioni presidenziali del 2022. [...]
L'indagine giudiziaria sul sospetto di finanziamento illecito della campagna per l'Eliseo di due anni fa è stata aperta il 2 luglio, dopo una segnalazione dello scorso aprile della Commissione nazionale per i conti delle campagne elettorali e il finanziamento politico, secondo quanto appreso da BftmTv che ha dato la notizia.
Le regole per le campagne presidenziali prevede che i candidati dei vari schieramenti non superino un limite di spesa stabilito dalla legge.
La commissione nazionale è incaricata di esaminare quindi i conti elettorali di ciascun candidato per vedere se è rimasto nei limiti. Se i candidati hanno rispettato le regole stabilite, lo Stato rimborsa loro una parte delle spese elettorali. Ma se i candidati non rispettano le regole, la Commissione può "riformare" il loro conto elettorale, ridurre il rimborso concesso dallo Stato e, se necessario, intraprendere azioni legali per indagare.
marine le pen jordan bardella - financial times
È su questa base che è stata fatta una segnalazione alla Procura di Parigi.Inchieste del genere sono già state aperte in passato. Molti ricordano per esempio l'inchiesta sulla campagna elettorale di Nicolas Sarkozy. Ma questa nuova inchiesta si aggiunge al processo che la leader del Rn dovrà affrontare a fine settembre: è accusata, insieme al padre e altri esponenti del Rn, di aver pagato con fondi dell'Unione europea assistenti parlamentari che però lavoravano per il suo partito in Francia, tra il 2004 e il 2016.
Intanto, il direttore generale del Rn, Gilles Pennelle, si è dimesso all'indomani del voto in Francia. Eletto deputato europeo un mese fa, Pennelle è stato il principale artefice del cosiddetto "Piano Matignon", ovvero la parte organizzativa e logistica che avrebbe dovuto portare il Rn alla conquista dell'Assemblea Nazionale e poi del governo. La disastrosa scelta di molti candidati, additati per commenti di carattere razzista, antisemita o complottista, o semplicemente incapaci di parlare in un dibattito tv, hanno invece dimostrato il fallimento di questo piano [...]
2 - LE PEN-BARDELLA, ARIA DI RESA DEI CONTI
Estratto dell’articolo di A. Cop. per il “Corriere della Sera”
Tempo di «fare un bilancio», scrive Marine Le Pen su X; «i risultati non sono quelli che speravo», ammette Jordan Bardella. Che l’ora del delfino sia scaduta? Qualcuno già lo pensa, voci interne al Rassemblement national raccolte dal giornale Politico immaginano una resa dei conti in cui è il giovane volto di queste legislative a pagare il prezzo della mancata vittoria. A gennaio la grande madre del partito dichiarava di aver voluto dargli «un’occasione» affidandogli la presidenza della sua creatura. Occasione sprecata?
marine le pen jordan bardella - elezioni in francia
Eppure Bardella ha appeal, ammettono gli osservatori, ha tirato al partito un elettorato mano anziano, ha rassicurato con il doppiopetto e i capelli ben pettinati, ma ha anche iniettato energia. E se fosse la maestra a venir scalzata dall’allievo? Più fresco, meno compromesso, critico con i legami russi («un’ingenuità nei confronti delle mire di Putin»), all’apparenza più intransigente con le «pecore nere» dalle derive xenofobe.
Lui ha sempre negato questa ambizione. «Non sarò il Macron di Marine Le Pen», non farò quello che l’attuale presidente ha fatto al suo predecessore e mentore François Hollande: lo sgambetto. A maggior ragione che il partito funziona meglio con il tandem: lei che segna la continuità, lui che marca il rinnovamento.
Lei che scrive: «L’avanzata in due anni è stata incredibile e rende inevitabile la nostra vittoria a breve termine». Lui che davanti alla sede di Rn dichiara: «Ogni giorno che passa ci avviciniamo al potere». Con lo sguardo puntato alle presidenziali del 2027.
Se c’è però un mea culpa da fare, al netto di un sistema elettorale e di un meccanismo di desistenze che li ha penalizzati, è sulla combriccola di candidati al Parlamento che si è dimostrata inadeguata. Gaffe, impreparazioni, scivolate, in molti casi la campagna sul terreno è stata fatta col volto dei due leader e i rappresentanti locali tenuti in ombra, perché imbarazzanti. E questa mancanza di professionalità della squadra è anche responsabilità di Bardella.
marine le pen dopo la vittoria al primo turno delle elezioni legislative
«Nonostante il maquillage di questi anni — scrive il direttore Jerome Fenoglio nell’editoriale di Le Monde di ieri — il Rassemblement national resta un partito di estrema destra, che ha svelato una schiera di candidati antisemiti, razzisti, omofobi, per nulla preparati al ruolo a cui ambivano. E che ha rivelato un programma che resta centrato sulla discriminazione, la stigmatizzazione, il rifiuto di categorie intere della popolazione». […]
3 - L’AMARO DAY AFTER DELL’ESTREMA DESTRA BARDELLA PUNTA IL DITO SUGLI IMPRESENTABILI
Estratto dell’articolo di Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”
MARINE LE PEN - JORDAN BARDELLA - EMMANUEL MACRON - MEME BY EDOARDO BARALDI
Musi lunghi e capi cosparsi di cenere. È stato faticoso, il “day-after” dopo la disfatta di domenica. Il partito di Marine Le Pen è arrivato terzo contro ogni pronostico. E rimarrà ancora una volta fuori dai palazzi, lontano dal potere, grazie al patto di desistenza dell’arco costituzionale francese. […]
Dopo aver tuonato domenica contro l’“accordo del disonore” di macronisti e della sinistra, il capo di Rassemblement national, Jordan Bardella è stato il primo ad analizzare la sconfitta: «Mi prendo una parte di responsabilità » della “disfatta” del partito, ha dichiarato. E poi ha messo subito il dito nella piaga. Ci sarà bisogno di «rivedere le scelte » su «un certo numero di candidati», ha ruggito.
Nomi che hanno fatto il giro del mondo, nell’ultimo scampolo della brevissima campagna elettorale francese.
Come dimenticare Ludivine Daoudi, immortalata con un berretto da sottufficiale della Luftwaffe nazista. O Paule Veyre de Soras, che ha cercato di allontanare da sé ogni sospetto di razzismo ricordando il suo “dentista musulmano” e il suo “oculista ebreo”. O Laurent Gnaedig, secondo il quale il negazionismo di Jean-Marie Le Pen, il padre di Marine condannato a più riprese per il suo violento antisemitismo, «è un dettaglio». […]
E al di là delle ombre nazi, molti candidati si sono prodotti in spettacolari prove di ignoranza, come Estelle Chevallier, secondo cui viviamo ancora nella «seconda era glaciale» o il negazionista climatico René Lioret che sostiene che il vaccino anti-Covid faccia venire il cancro.
manifesti elettorali di bardella e le pen strappati
Nelle scorse settimane Mediapart e Libération ne avevano scovate decine di “pecore nere” tra i candidati di Rn. Figure che dimostrano ancora una volta, dopo decenni che prova a conquistare addirittura l’Eliseo, quanto sia impreparato il partito di Le Pen a governare una delle più importanti potenze economiche e militari del continente, e l’unica dell’Unione a possedere la bomba atomica.
E a poche ore dalle elezioni, Marine Le Pen si era pure concessa a Christiane Amanpour sulla Cnn. E all’incalzante domanda sui candidati impresentabili aveva risposto, irritata, che «abbiamo dovuto trovare mille candidati in 48 ore».
È chiaro che la discussione interna sulla débâcle dei candidati non potrà non danneggiare anche la padrona immarcescibile del partito.
[…] Bardella ha già promesso che farà pulizia degli impresentabili, Le Pen ha spiegato alla Cnn che saranno portati davanti alla commissione del partito ed eventualmente cacciati. Ma la vera nemesi, per il partito che aveva espulso l’ultradestra Afd dagli Identitari a Bruxelles per le frasi dello spitzenkandidat Krah sulle Ss, si ritrova a fare la stessa implacabile analisi delle proprie liste elettorali della leader dei tedeschi, Alice Weidel: «Dobbiamo fare una riflessione sui candidati», aveva ammesso a più riprese, dopo gli scandali che hanno travolto quelli più in vista. [...]
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